Google: “utilizzare l’IA per la redazione di articoli non viola le nostre linee guida”

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Google: utilizzare l’IA per la redazione di articoli non viola le linee guida ma attenzione al “come” si redigono

Ciò che fino a pochi mesi appariva come un sogno ad occhi aperti, rischia di divenire presto realtà. Infatti, anche secondo Google auto-generare post con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale non viola le linee guida del brand.

Questo è quanto emerge dal blog della stessa Big G, nel quale si afferma:

“Quando si tratta di contenuti generati automaticamente, la nostra guida è stata coerente per anni. L’utilizzo dell’automazione, inclusa l’intelligenza artificiale, per generare contenuti con lo scopo principale di manipolare il posizionamento nei risultati di ricerca costituisce una violazione delle nostre norme antispam. Detto questo, è importante riconoscere che non tutto l’uso dell’automazione, inclusa la generazione di intelligenza artificiale, è spam. L’automazione è stata a lungo utilizzata per generare contenuti utili, come risultati sportivi, previsioni del tempo e trascrizioni. L’intelligenza artificiale ha la capacità di alimentare nuovi livelli di espressione e creatività e di fungere da strumento fondamentale per aiutare le persone a creare ottimi contenuti per il web”.

Dal blog emergono quindi due concetti fondamentali:

  • utilizzare l’intelligenza artificiale con l’unico scopo di produrre testi spazzatura, con l’intento di manipolare i risultati di ricerca continuerà ad essere considerata spam e trattata conseguentemente;
  • l’auto-generazione di contenuti utili agli utenti, che possano aiutarli nella risoluzione di un problema, è invece consentita e, anzi, promossa dalla stessa Google;

Infatti, sempre proseguendo nella lettura del post-blog, Big G è ancora più esplicito:

“L’uso appropriato dell’intelligenza artificiale o dell’automazione non è contrario alle nostre linee guida. Ciò significa che non viene utilizzato per generare contenuti principalmente per manipolare le classifiche di ricerca, il che è contrario alle nostre politiche antispam.

Quindi anche Big G si arrende davanti all’evidenza e promuove in prima persona l’uso dell’intelligenza artificiale, purché sia utile a migliore l’esperienza utente in piattaforma. E’ probabile che questa dichiarazione sia strettamente legata al lancio di Bard, l’antagonista di ChatGPT.

Ma come riuscire a utilizzare l’IA in modo consapevole senza creare migliaia, se non milioni, di pagine potenzialmente uguali?

Probabilmente a venire in aiuto di noi blogger arrivano i principi del content marketing e della redazione di un blog-post, che possono indirizzare gli sforzi dell’azienda verso la ridefinizione dei propri contenuti. Come ad esempio l’acronimo EAT (competenza, autorevolezza e affidabilità).

Non ci resta quindi che metterci il cuore in pace e iniziare una nuova era del digital marketing. Che non è detto che non possa essere foriera di grandi risultati per il blogging e per il mondo dell’editoria digitale. Solo raggiunti in modo diverso rispetto al passato.