Ecosia, il motore di ricerca a difesa dell’ambiente nel post odierno a cura di Pop Up Magazine
Per il nuovo post di oggi vogliamo parlarvi di un binomio che si rivelerà estremamente importante nei prossimi anni: stiamo parlando di quello tra Tecnologia e Ambiente. Si perchè se la prima fa passi da gigante giorno dopo giorno, promettendoci cose impensabili fino a poco tempo prima, la seconda è invece il vero tallone d’Achille dei nostri giorni. Negli ultimi anni infatti stiamo assistendo a moltissime catastrofi ambientali, la maggior delle quali provocate, e mi dispiace dirlo, dall’uomo.
Dalla deforestazione all’inquinamento, dallo scioglimento dei ghiacciai fino alla scomparsa di flora e fauna locale, sono tanti i problemi da affrontare e che mettono in pericolo la stessa sopravvivenza dell’uomo.
Ecco perchè oggi vogliamo parlarvi di un’azienda che vuole unire innovazione tecnologica e difesa dell’ambiente: stiamo parlando di Ecosia, il primo motore di ricerca che dona i suoi proventi alla piantumazione di nuovi alberi.
La storia di Ecosia e del suo fondatore
La nascita di Ecosia si lega indissolubilmente a quella del suo fondatore, Christian Kroll, ragazzo tedesco di 33 anni che nel 2009 ha deciso di fondare questo motore di ricerca, che oggi ha sede a Berlino.
Infatti dopo aver terminato i suoi studi e girato per il mondo, si è accorto delle condizioni davvero problematiche in cui versano alcune popolazioni, e inizialmente si era dedicato ad un motore di ricerca che potesse fornire aiuto a popolazioni povere del sud-est asiatico. Ma non riuscendo nel suo intento, ha deciso di fondare Ecosia, il primo motore di ricerca che dona la maggior parte dei suoi proventi pubblicitari alla piantumazione di nuovi alberi in grado di sostituire quelli eliminati dall’opera (folle) dell’uomo.
“Non ne sapevo un accidente: è qualcosa di cui dovremmo vergognarci”, ha detto Kroll parlando dell’inizio della sua carriera in Ecosia, continuando “All’epoca ci lavoravo solo io, non riuscivo quasi a pagarmi uno stipendio e i primi anni ho impiegato ragazzi che accettavano un compenso basso pur di far qualcosa di utile per il pianeta. Tutte queste persone ricevono oggi a distanza di tempo, per la loro attività, “un salario giusto”. Ma “tolti i costi operativi, quel che rimane è per gli alberi”.
Come funziona Ecosia?
Ecosia funziona come un normale motore di ricerca, i cui proventi però sono destinati all’ambiente. Infatti l’80% dei profitti derivanti i click sui contenuti sponsorizzati vengono utilizzati per fini ambientali.
Per contenuti sponsorizzati intendiamo ad esempio questi:
“Pure se non cliccate o usate un ad blocker contribuite al movimento, aumentando il numero di utenti e la nostra rilevanza per gli sponsor”, si può leggere su Ecosia.
Quindi l’azienda punta forte sulle potenzialità del web per risollevare le sorti green del nostro pianeta, salvaguardando il benessere di flora e fauna locale, quest’ultima sempre più vittima dei cambiamenti ambientali, che alterano per sempre l’habitat in cui vivono alcune specie, mettendone così in pericolo la sopravvivenza.
I progetti ai quali ha partecipato Ecosia
Ad oggi in Ecosia lavorano circa 20 persone, con un età media molto bassa: tra i 20 e i 40 anni.
L’azienda ha ottenuto l’importante certificazione B-Corporation, che viene rilasciata a quelle aziende che rispettano alte performance di sostenibilità ambientale e sociale.
Negli anni il brand si è reso protagonista di importanti operazioni di piantumazione di nuovi alberi in giro per il mondo. Nello specifico sin dalla nascita, grazie ad Ecosia, sono stati piantati circa 60 milioni di nuovi alberi in giro per il globo, e dove le principali attività del brand sono state sovvenzionate in Peru, Madagascar e Burkina Faso.
Ad oggi ad utilizzare questo motore di ricerca sono 660mila utenti per un totale di 32 milioni di ricerche ogni settimana.
Inoltre Ecosia è anche un motore di ricerca CO2 neutrale, poiché riesce a bloccare il 100% delle emissioni di anidride carbonica causate dai server, dalle infrastrutture, dagli uffici e dai dispositivi degli utenti, attraverso dei progetti di compensazione del carbonio.
Infine utilizza il 100% dei ricavi dello strumento Ecolinks per finanziare il suo programma ambientale, dove sono gli utenti che votano per decidere come questi fondi dovrebbero essere redistribuiti tra i progetti umanitari e ambientali scelti da Ecosia.
Conclusioni
Come abbiamo potuto vedere il binomio Tecnologia-Ambiente non solo è possibile, e anzi oggi è divenuto prioritario inserirlo nelle agende politiche dei governi, che dovrebbero lavorare di più sui progetti a difesa dell’ambiente mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie (generando comunque ricchezza e posti di lavoro), e meno sui programmi tesi a causare danno al nostro pianeta, sempre più malato e stanco dell’opera dell’uomo.
Ecosia ha dimostrato di poter far business utilizzando la Tecnologia, di creare profitto in modo equo e utilizzare una parte dello stesso per la ricreazione di un pianeta più green.
E tu: cosa ne pensi di Ecosia? Lo utilizzeresti? Diccelo nei commenti!