Employer branding per i giovani talenti: le opportunità da cogliere al volo
Ebbene si, ormai lo sapete, uno dei nostri punti fissi, uno di quegli aspetti che non ci sentiamo mai di sottovalutare è l’employer branding che, non a caso, abbiamo trattato a più riprese e a vario titolo (se volete fare un breve ripasso vi invitiamo a leggere i nostri articoli precedenti).
In questo articolo ne diamo una nuova interpretazione o meglio una sfumatura differente perché oggi parliamo di giovani talenti! Si tratta di una specifica esigenza che non solo i brand di tutto il mondo, ma anche le università hanno sempre più frequentemente, che è quello di riuscire ad attrarre i migliori talenti tra tutti quei ragazzi che si accingono ad iniziare gli studi oppure chi da poco ha raggiunto l’obiettivo di laurearsi e che cerca il primo impiego.
Quando l’employer branding per i giovani talenti è fatto di partnership tra brand e università
Si perché quale può essere il miglior bacino di utenza per scovare e attrarre i migliori ragazzi talentuosi nelle loro discipline di specializzazione, se non lì dove il loro talento nasce e viene coltivato?
La foto qui di fianco raffigura uno studente dell’Università di Loughborough, Ralph Lyons, che ha partecipato, proprio nel suo ateneo, ad un assessment che lo ha visto poi essere scelto per collaborare con l’agenzia creativa Some Bright Spark. Questa è solo una delle tantissime testimonianze di come i recruiter dei brand più “scaltri” non perdono tempo e mirano direttamente al cuore pulsante della crescita delle competenze: le facoltà universitarie.
Il reclutamento del miglior talento non è però importante solo per le aziende perchè anche le stesse facoltà sono allettate dall’attrarre i ragazzi presso i propri atenei e non solo per assicurarsi le canoniche 9.250 sterline l’anno, ma, come spiega a Marketing Week, Emma Leech, Direttrice Marketing presso l’Università di Loughborough, anche per farsi conoscere dalle aziende e stabilire con loro un rapporto solido nel tempo.
Il team di marketing della Loughborough punta a coltivare partnership con i brand, con i quali si possa creare una vera e propria sinergia tra ciò che l’università e il brand vogliono diffondere in termini di branding. Ecco che allora brand e atenei blasonati lavorano a stretto contatto per attirare i migliori talenti in quelle aree dove l’attività potrebbe avere una carenza di competenze.
“Ci stiamo chiaramente rendendo conto che le aziende storicamente “più difficili” da convincere ora comprendono a fondo il valore delle persone e credono fortemente che valorizzare gli studenti più brillanti sia una grande opportunità di crescita, in primis per l’azienda stessa”.
A luglio, sempre la Loughborough ha partecipato ad un corso di quattro giorni con Ford, che è stato incentrato ad incoraggiare le ragazze a prendere in considerazione la possibilità di fare domanda all’università per intraprendere il percorso “STEM” in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Le ragazze hanno partecipato ad una serie di workshop che andavano dall’architettura all’informatica fino alla robotica e nei quali sono state incaricate di “disegnare” le comunità del futuro grazie al loro talento nel settore.
“Molte aziende di ingegneria sono contente per il gran numero di ingegneri che sforniamo più di chiunque altro nel paese. Proprio questo ci fa comprendere come ci siano molte possibilità di sinergia tra brand e studenti che vanno tutte sfruttate e fatte rendere al massimo per il bene dei brand così come degli studenti stessi”, dice Leech.
Per i datori di lavoro di alto profilo, le partnership con le università aiutano i brand a diventare dei top of mind nella mente dei migliori talenti e questo è un aspetto considerato di fondamentale importanza alla Marks & Spencer, azienda leader nella vendita al dettaglio, che è molto interessata non tanto al numero, quanto alla qualità delle application ai loro programmi di formazione universitaria, creati insieme agli atenei.
L’Advisor per i talenti futuri, Hazel Bradford, spiega che:
“ In media, siamo soliti visitare all’incirca 25 università all’anno del Regno Unito. Questo perché vogliamo essere sicuri di essere visibili ovunque, anche laddove ci siano dei programmi di laurea che richiedono corsi universitari specialistici. Inoltre lavoriamo anche con un’azienda di ricerca per capire come sono le nostre performance nei diversi campus universitari ed in seguito puntare su alcune di loro, in modo da assicurarci un mix variegato di competenze”.

Il camioncino targato Marks & Spencer’s Vandwich si posiziona ad esempio fuori dai campus, offrendo dei pranzi gratis agli studenti, e ciò induce i ragazzi ad un primo approccio col brand ed instaurarne una prima relazione.
La partnership principale di M&S è con la Leeds University, dalla quale nei 5 anni di collaborazione sono nate più di 100 opportunità di lavoro retribuite per gli studenti, generando più di 1 milione di sterline in fondi di ricerca per progetti collaborativi, tra cui la ricerca sui futuri modelli di business internazionali e sulla diversità di genere sul posto di lavoro. Ovviamente poi, oltre alla partnership per così dire “formale” con l’Università di Leeds, M&S partecipa anche a molte altre attività sperimentali per catturare l’attenzione degli studenti come appunto quella dello scorso anno del camioncino brandizzato M&S, che regalava panini. L’attività è stata svolta nello specifico in 7 diverse università, scelte in base alle richieste pervenute tramite voti online degli studenti di tutto il mondo.
Le università inglesi che stanno curando il loro rapporto con le aziende più allettanti per i ragazzi sono moltissime ed alcune, come la Anglia Ruskin University ha addirittura deciso di strutturare i propri corsi di laurea in modo da “cucire” alla perfezione un curriculum vitae che possa calzare alla perfezione, nelle skills da possedere, con le necessità dei brand ai quali sono legati.
Quello che risulta evidente è che se l’attività di employer branding per i giovani talenti interessa a vario titolo ad università e brand, allo stesso modo e a maggior ragione è un aspetto importante per i ragazzi stessi, che consci del valore assoluto del talento che hanno da offrire, vogliono avere la certezza che ciò che viene loro offerto non sia solo un’attività di branding accattivante, ma vogliono poter vantare esperienze che davvero li facciano crescere per diventare i professionisti del futuro.
Il riassunto di tutto quanto ci siamo raccontati fino ad ora è racchiuso nell’affermazione del Marketing Manager della Anglia Ruskin University, Andrea Turley:
“In passato il datore di lavoro aveva il potere racchiuso completamente nelle proprie mani, mentre ora invece le aziende dovranno ridefinire il loro modo di offrire un’esperienza lavorativa, assicurandosi che sia di valore per il candidato che verrà scelto. Proprio per questo è importante che i brand scelgano di collaborare con quelle università che sono sulla loro stessa lunghezza d’onda in termini di mission, cultura e valori.
La partnership deve essere a lungo termine, aperta al dialogo e abbastanza agile perché il mondo sta cambiando così rapidamente che dobbiamo essere flessibili e reagire alle opportunità che potrebbero sorgere”.
Ehi Italia, cosa aspetti?