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Dalle Olimpiadi moderne del Barone de Coubertin a Sport Social Business Lab

“È da irresponsabili dire sì a questa candidatura”, con queste parole Virginia Raggi, sindaco di Roma, aveva stroncato ogni speranza sulla possibilità di vedere assegnate a Roma le Olimpiadi 2024, che invece saranno svolte a Parigi. La capitale francese potrà beneficiare così di ben 1 miliardo e 700 milioni di Euro, stanziati dal CIO, il Comitato Olimpico Internazionale e tornare ad organizzare la manifestazione sportiva per antonomasia dopo un’attesa lunga cento anni (l’ultima edizione parigina risale al 1924).

Insomma sarà l’onestà e la competenza del M5S a rinnovare per esempio le strade di Roma, la flotta Atac e tutte le scuole comunali e non l’impatto economico che i Giochi Olimpici avrebbero avuto sulla nostra capitale e sull’intero paese. L’uscita di scena di Roma è una ferita che brucerà ancora per molto tempo, visto che i Giochi Olimpici vanno oltre all’evento sportivo ed il circo mediatico. Si tratta di un rilancio dell’immagine di un paese intero, traducendosi in sviluppo e crescita che i grandi brand sportivi e non, avrebbero sostenuto con molta enfasi, poiché l’Italia è da sempre una delle mete preferite dai viaggiatori di tutto il mondo.

Beh, almeno un lato positivo c’è della rinuncia di Roma, ovvero il Campidoglio non dovrà indire una consultazione cittadina per scegliere come avrebbero dovuto impiegare 1 miliardo e 700 milioni di Euro.. anvedi ‘sto Movimento di grilli chiacchieroni! Povero Imperatore Marco Aurelio, collocato a cavallo nella bellissima piazza del Campidoglio, vorrebbe darsela a gambe levate.

Al Corso in Marketing & Comunicazione Sportiva, organizzato da Pop Up Magazine il 22 Settembre scorso a Napoli, nella bellissima cornice dell’Istituto Foqus, c’é stato anche un breve intervento di Clara Tourres, che ha illustrato con molta chiarezza l’incubarore parigino Sport Social Business Lab, della quale é ambasciatrice in Italia per conto di INCO.

Meet, share, innovate è lo slogan con cui si presenta questo progetto moderno sulla scia di Parigi 2024  per promuovere  progetti innovativi di atleti professionisti, una volta finita la loro carriera sportiva.

Non si tratta di sostegno, ma bensì di una riconversione del know-how di tanti anni impiegati tra gare e manifestazioni sportive in attività imprenditoriali socio-ambientali.

Direi che da questa iniziativa parigina nasceranno tante eccellenze con l’impronta dello sportivo.

Sport Social Business Lab è situato nel cuore di Parigi e lo scorso mese di maggio, in collaborazione con INCO, il primo consorzio globale per una nuova economia inclusiva e sostenibile, insieme con MAIF, MAIRIE DE PARISPARIS 2024 e CNOSF, hanno lanciato in più di venti paesi l’invito a presentare candidature di start-up e reclutare cosi progetti innovativi basati sulla solidarietà.

Sono state selezionate 10 start-up, che avranno il  supporto di professionisti al fine di essere aiutate a superare la fase iniziale di validazione del progetto d’impresa, così come il sostegno nel delicato passaggio da imprese emergenti (start up appunto) a imprese mature, che prevede il coinvolgimento di mentor e partner industriali.

Alla presenza di Etienne Thobois, Amministratore Delegato del comitato olimpico Parigi 2024 ed ex campione di badminton, di Taïg Khris, campione del mondo di pattinaggio su rampa, di Nicolas Hazard, fondatore del consorzio globale per l’economia sostenibile INCO e del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, sono stati selezionati i seguenti 10 progetti:

  • Abdoulaye Ndiaye – Accademia YouNus

L’ex giocatore di basket, Abdoulaye Ndiaye ha creato un’azienda tessile di materiali biologici.

  • Sandra Ribeiro e Marie Ribeiro – Perfetto

La piattaforma di E-learning per atleti professionisti delle sorelle Ribeiro offre agli atleti di alto livello l’accesso all’istruzione continua.

  • Loïc Gosselin –  Entreprise gagnante

 Loïc Gosselin, campione del mondo di judo offre invece servizi di consulenza alle aziende, per migliorare le prestazioni del team di lavoro, utilizzando lo sport come strumento di coesione del gruppo di lavoro.

  • Gaëtane Thiney – Botoano

La calciatrice ed attaccante della nazionale francese, Gaetane Thiney, vuole sviluppare un servizio che permette a ciascun club sportivo di creare il proprio chatbot su Messenger.

  • Nicolas Douchez – Eee

Il calciatore e portiere del RC Lens, Nicolas Douchez in partnership con Mohamed Ghediri, vuole offrire la mobilità nelle grandi città nel rispetto ambientale.

  • Eva Roche – Athlete-Avenue.com

Eva Roche, campionessa di kayak, lancia Athlete-Avenue.com, un portale di relazione per la riconversione delle carriere degli atleti.

  • Ugo Legrand, Adrien Bourguignon, Julien Ottaviani e Antoine Jeannin – Yogowo

Ugo Legrand, judoka, medaglia di bronzo olimpico e la sua squadra stanno sviluppando Yogowo, un’applicazione che consente di prenotare una sessione sportiva singola o di gruppo in pochi click.

  • Hubert Auriol – Giro di 80 Giorni

Hubert Auriol, pilota e plurivincitore di Parigi-Dakar,  vorrebbe sviluppare una nuova gara “80 Day Race” con l’obiettivo di emettere zero emissioni. Accanto a questa gara, questo ex atleta vuole sviluppare una piattaforma che evidenzierà le tecnologie utilizzate per lo sviluppo sostenibile.

  • Marc Bultez – Riciclaggio sportivo

Marc Bultez, judoka, ha fondato insieme a Robin Teinturier, un progetto che mira a promuovere attrezzature sportive di seconda mano, riciclandole per arginare lo spreco.

  • Gaël Levavasseur, Xavier Cappella, Pierre Levavasseur e Olivier Hellard – Partita n’co

I pallavolisti Pierre Levavasseur,  Xavier Cappella e Gaël Levavasseur con Olivier Hellard hanno creato  un’applicazione che permette ai tifosi sportivi di sincronizzare i risultati e le classifiche nel loro calendario. Un modo semplice per automatizzare le pubblicazioni e le informazioni relative allo sport e club preferito.

Sport Social Business Lab abbraccia i principi dell’economista bengalese, nonché Premio Nobel per la Pace 2006, Muhammad Yunus, cioè della creazione di un’impresa sostenibile, il cui obiettivo principale non è la generazione di profitto, bensì la risoluzione di un problema sociale o ambientale con gli eventuali profitti reinvestiti nell’attività dell’impresa, al fine di espanderne la portata e migliorare il prodotto/servizio offerto.

Sport Social Business Lab è un incubatore, che unisce gli obiettivi socio-ambientali, l’efficienza e la sostenibilità economica di un’impresa tradizionale che ha nello sport il protagonista principale. Lo sport è anche business, che genera benefici a lungo termine, tesi ad una sempre maggiore sostenibilità ambientale e sociale.

Il progetto parigino ha deciso di riaprire il bando e chissà se qualche nostro (ex) atleta vi parteciperà. Si sa, la creatività non manca allo spirito italiano e noi di Pop Up vi faremo sapere.