I caratteri delle lettere sono parte integrante di qualsiasi campagna pubblicitaria perché contribuiscono a trasmettere il tono di un annuncio. Il font può infatti rendere più efficace un messaggio promozionale. Per far ciò deve avere alcuni requisiti fondamentali, cioè essere leggibile, accattivante e adattabile a una serie di contesti. L’Helvetica si è perfettamente inserito in queste esigenze, divenendo negli anni il font più famoso e utilizzato.
Campi d’applicazione: perché con l’Helvetica non si sbaglia mai
L’Helvetica è un font riconoscibile, che si caratterizza per una grande semplicità di lettura e per la forma delle lettere molto lineare, caratterizzate da spazi negativi piuttosto ampi. Il bianco è quindi presente in maniera evidente, rendendo la fruizione del messaggio immediata e adatta alla pubblicità. In particolare, caratteristica è la A, che all’interno presenta quasi la forma di una goccia.
Il mondo del lettering ha deciso di incoronare l’Helvetica come font principale, utilizzandolo ad esempio per le etichette e soprattutto per i cartelloni pubblicitari. Questi, soprattutto quando si trovano ai lati delle strade, devono essere immediatamente comprensibili: chi vi passa accanto ha poco più di un istante per leggere l’annuncio e coglierne eventuali aspetti interessanti.
Anche in ambito privato utilizzare questo font può rivelarsi una mossa vincente, soprattutto se si hanno particolari necessità, sia estetiche che funzionali. Per fare un esempio, unire l’Helvetica a un modello di curriculum vitae adatto, che molte piattaforme online mettono a disposizione, consente di rapire fin da subito l’attenzione di un recruiter. Il potere di questo font sta nella chiarezza con cui riesce a restituire il contenuto delle parole; un vero e proprio asso nella manica per chi è in cerca di interesse e visibilità.
La storia di Helvetica, come ha rivoluzionato il mondo del design
A primo impatto, l’Helvetica ricorda il mood e la scrittura degli anni ’60, mostrando alcune caratteristiche essenziali che gli hanno permesso di salire al successo in poco tempo. Queste sono la pulizia, la versatilità di utilizzo, la linearità, l’essere allo stesso tempo neutrale e leggibile. Al centro è presente il messaggio e non le decorazioni, così come previsto nel 1957 da Max Miedinger, che realizzò il Neue Haas Grotesk, poi rinominato Helvetica nel 1960.
Questo carattere traeva spunto dall’ottocentesco Grotesk, che aveva all’epoca un intento informativo ma necessitava di una revisione per risultare efficace anche nel secolo successivo. Il successo arrivò in maniera esplosiva intorno al 1961, poiché tutte le grandi agenzie pubblicitarie decisero di fare ricorso alla sua neutralità, utilizzandolo prima per i cartelloni e successivamente nei gadget e nelle stampe. Notarono infatti come esaltasse la potenza delle immagini e fosse capace di arrivare chiaro e diretto al cliente, portando con sé il messaggio.
Nel 1984 sarà la Apple a consacrare il font, inserendolo nel suo sistema operativo, così che potesse arrivare anche alle persone comuni al di fuori del settore pubblicitario.