Come già accennato in un articolo precedente sui trend della comunicazione digitale 2016, una delle tendenze riscontrate soprattutto nel mondo anglosassone è l’utilizzo del digital out of home in campo pubblicitario.
Il fenomeno del DOOH, una volta visibile in pochissime metropoli quali Londra e New York che ad oggi non è più molto strano da trovare in varie forme e dimensioni qua e la nel contesto urbano e ancor di più in aereoporti o stazioni. Siamo di fronte all’Adv 2.0, che vede ormai cadere nel passato le insegne pubblicitarie di Piccadilly Circus o di Time Square.
Quello che si sta cercando di fare è creare una nuova e innovativa forma di adv che si basi su una maggiore interattività. L’aspetto più importante che caratterizza il Digital out of home è la maggiore predisposizione dei consumatori a tali strumenti. Uno studio recente realizzato dalla YuMe and IPG Media Lab, ha infatti dimostrato che il 41% dei consumatori è molto più recettivo quando si parla di advertising out of home piuttosto che l’adv tradizionale che giunge in casa sotto forma di spot TV e affini, e che il 16% lo è molto di più a scuola o a lavoro piuttosto che tra le mura domestiche. Questo risultato ha ovviamente origini psicologiche legate all’abbassamento delle difese da parte del consumatore laddove si trovi in luoghi pubblici. In tali contesti infatti il soggetto presenta una scarsa attenzione verso stimoli di Marketing, i quali, nel momento in cui lo raggiungono, vengono da esso percepiti come meno invasivi e molto più accidentali stimolandolo dunque ad una reattività agli stessi molto più alta.
D’altra parte non è difficile essere sottoposti a tali particolari stimoli dato che la media di esposizione a diversi media del Digital out of home si aggira attorno ai 14 minuti a settimana per utente e che gli investimenti in tali strumenti è salito del 14.2% dal 2011 ad oggi.
Per esempio la Clear Channel Airports ha lanciato una campagna nazionale di Digital out of home basata sull’installazione di stazioni interattive per il caricamento di diversi dispositivi negli aeroporti più affollati. Il nuovo network è stato sviluppato con Monster Media, un fornitore interattivo di soluzioni per l’adv DOOH. Questo particolare dispositivo touch non permette solo di ricaricare i propri telefoni, tablet o pc mentre si è in attesa di prendere un volo, ma da anche la possibilità di scattare selfie istantanei da condividere con amici e famiglia mediante diverse piattaforme social. Inoltre proprio sfruttando la disponibilità del consumatore al loro utilizzo viene ovviamente utilizzato come distributore indiretto di pubblicità che il consumatore medio è disposto a guardare durante il tempo trascorso nelle sale d’attesa.
La “Interactive Charging Station network“ è stata installata in tre aeroporti: Hartsfield-Jackson Atlanta International Airport (ATL), Chicago O’Hare International Airport (ORD) e Dallas/Fort Worth International Airport (DFW).
“Questo nuovo tipo di pubblicità aumenta l’esposizione, la partecipazione della gente, aumentando la produttività rispetto alle pubblicità tradizionali”, ha accennato il presidente Jon Sayer. Inoltre ha aggiunto: “Questo tipo di installazioni rivoluzioneranno l’esperienza di viaggio degli utenti”.
Il CEO di Monster Media Chris Beauchamp ha poi affermato: “Questo servizio consente di dare ai viaggiatori un servizio utile e divertente, aiutando ad aumentare l’attenzione alle pubblicità dei clienti”.
L’esempio di questa azienda viene già oggi seguito da molte alter diverse realtà, sia che l’installazione venga prevista in luoghi di viaggio come aeroporti e stazioni, sia che invece si tratti di centri commerciali, piazze e più in generale ogni tipo di luogo di ritrovo.
Il futuro sarà sempre di più appannaggio di questi nuovi strumenti a sostegno dell’uomo, che permetteranno la facilitazione di molte attività secondarie e al contempo, permetteranno alle pubblicità di essere percepite in modo più costante e meno diffidente dai consumatori.
Fonte: Marketing Week
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