Resi gratuiti: l’inversione di tendenza degli italiani

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Resi gratuiti: l’inversione di tendenza degli italiani secondo un’indagine a cura di Sendcloud

Il mondo degli acquisti online sta attraversando un cambiamento importante circa il fenomeno dei resi gratuiti. Se, infatti, fino a qualche tempo fa, il reso gratuito era la norma, un pre-requisito fondamentale per l’acquisto online da parte del consumatore, con il passare del tempo sono sempre di più le persone disposte a pagare per il proprio reso.

A dirlo sono i risultati forniti da un’indagine condotta da Sendcloud, la piattaforma internazionale di spedizioni e-commerce, condotta su 9.000 consumatori europei e statunitensi – tra cui un campione di 1.000 acquirenti online in Italia. Questa segue la decisione presa da importanti retailer, quali H&M e Zara, i quali hanno annunciato che il reso sarà a carico del cliente.

Nello specifico, dallo studio emerge che più di 1 consumatore su 4 (28%) è oggi disposto a pagare personalmente per i suoi resi. Condizioni di reso che permangono però importanti nell’atto d’acquisto di un prodotto (9 su 10 degli intervistati dichiara di controllare le condizioni di reso prima dell’acquisto).

Non è più un mistero che il reso gratuito stia calando nei consensi: mentre l’anno scorso l’85% del campione ha dichiarato che ordinerebbe di più se i resi fossero gratuiti, questa percentuale si è trasformata nel 65%.

Ma qual è il motivo di questo cambiamento?

La maggioranza degli intervistati ritiene che i resi gratuiti siano dannosi per l’ambiente e sono disposti quindi a pagare il reso, in base al valore dell’ordine effettuato.

Anche se a pagamento, però, il reso deve continuare ad essere facile da effettuare. Questo per non far propendere il potenziale cliente verso il prodotto del concorrente. A dichiararlo il 57% dei consumatori italiani.
Rob van den Heuvel, CEO e co-fondatore di Sendcloud, ha così dichiarato:
“I rivenditori considerano spesso il processo di reso come un incubo e da anni sono alle prese con l’aumento dei costi di questa pratica. Dopo l’annuncio di Zara di iniziare ad addebitare i resi ai consumatori, la fine dell’era gratuita sembra vicina. Anche se per molti consumatori i resi a pagamento richiedono un po’ di tempo per abituarsi, la nostra ricerca mostra che molti acquirenti online sono oggi disposti a pagare: l’unica condizione è che la politica di reso sia trasparente e che il reso sia facile. È su questo punto che molti rivenditori hanno ancora del lavoro da fare, anche se questo problema può essere facilmente superato con un portale di resi come quello di Sendcloud, che mette a disposizione dell’utente tutti gli step per richiedere il reso in autonomia”.