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Instagram senza like: quale sarà il futuro del social e soprattutto degli influencer?

E’ notizia di poco fa l’avvio dei test anche in Italia, dopo il Canada, da parte di Instagram, per eliminare i like sui post del noto social medium dedicato ai contenuti foto/video. Infatti dopo aver avviato nel paese confinante con gli USA (che ha attivi circa 11 milioni di account) l’esperimento della scomparsa dei like sotto i post social, la fase di test in Europa è toccata anche all’Italia (insieme all’Irlanda), dove gli utenti non vedranno più il numero dei cuoricini sotto i post di alcuni instagrammer che seguono su Instagram, dato appannaggio solamente del proprietario del post.

Una vera rivoluzione in atto per il social di Zuckerberg, che però non è una scelta definitiva, ma solo una prova per misurare il gradimento degli utenti.

In questo post a cura di Pop Up vedremo perchè l’azienda starebbe pensando ad un Instagram senza like e cosa accadrebbe eventualmente agli influencer, che hanno fatto del social il proprio business.

Al via i test su Instagram per eliminare i like dai post: le dichiarazioni ufficiali del brand

Come accennato in precedenza, in alcuni paesi tra i quali l’Italia, è scattata la fase di test di Instagram, durante la quale i seguaci di alcuni utenti non vedranno più l’indice di gradimento del post, rappresentato dal numero di like sullo stesso.

A dare l’annuncio è stato lo stesso Instagram:

Come potete vedere la fase di testing è stata suddivisa per aree geografiche: Italia e Irlanda sono state scelte in Europa, Canada e Brasile per le Americhe, Giappone per il continente asiatico e infine Nuova Zelanda e Australia per l’Oceania.

All’annuncio sono seguite poi alcune dichiarazioni rilasciate da Instagram in merito alle motivazioni legate al test, come ad esempio quelle rilasciate da Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram, che afferma in una nota:

Vogliamo aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti Like ricevono. Vorremmo che Instagram fosse un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimersi.

Invece una recente intervista con Gayle King su CBS News, Adam Mosseri di Instagram ha spiegato che:

“Non vogliamo che Instagram divenga una competizione ma vogliamo che sia un luogo in cui gli utenti spendano la propria energia per entrare in contatto con le persone che amano e le cose a cui tengono.”

In questa fase, quindi, non sarà più possibile vedere il numero totale dei “Mi piace” sotto ai post degli altri utenti iscritti a Instagram. Nel caso in cui tra le persone che hanno messo “Mi piace” a un post di un’altra persona ci sia qualcuno che si segue, si vedrà il nome di questa persona seguito da un più generico “e altri”.

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Le motivazioni sarebbero quindi legate in qualche modo all’utilizzo che viene fatto da alcuni utenti di Instagram, che utilizzano il social in maniera compulsiva per appagare il proprio ego mediante il numero di like ricevuti sui post, e che in alcuni casi porta a veri e propri comportamenti ossessivi, soprattutto tra i più giovani.

Ovviamente in realtà l’obiettivo, secondo la mia opinione, è un altro: quello di sradicare l’abitudine di gonfiare i propri numeri su Instagram mediante l’acquisto di seguaci e like online, affidandosi ad agenzie specializzate, che sarebbero quindi tagliate fuori dal mercato, con un recupero positivo in termini di budget allocato in sponsorizzazioni, che diventerebbero l’unico modo che un brand/influencer avrebbe per farsi conoscere sul mercato.

Cosa accadrebbe agli influencer? Il sondaggio della Ferragni

Cosa accadrebbe se a questi test seguisse l’implementazione definitiva con l’eliminazione dei like?

Di sicuro sarebbe un grande cambiamento nel modo di concepire i social media e il loro impatto sulle nostre vite.

Sicuro ci sarebbero dei cambiamenti a livello psicologico nei nostri comportamenti, a volte troppo legati al numero dei “mi piace” ricevuti, divenuto lo strumento che identifica così il nostro livello di popolarità anche nella vita reale. E questo fenomeno è sempre più diffuso soprattutto tra gli adolescenti, dando luogo a drammi e manie ossessive, fino a sfociare in veri e propri atti di bullismo cibernetico, che possono portare in alcuni casi, anche al suicidio della persona vessata.

Addirittura i like sono divenuti così popolari e diffusi da scandire la nostra vita e le nostre relazioni sociali: i post sono divenuti il modo che abbiamo di porci all’attenzione della nostra cerchia di seguaci, e i like sono divenuti così il motore delle nostre attività sociali: mettere like ai post degli amici ad esempio significa tenersi in contatto con loro e far sapere che li pensiamo, ancora di più se si tratta di una persona che ci piace e con la quale abbiamo una relazione, per la quale il like scatta in automatico sotto ogni post pubblicato, mentre invece i “non like” diventano l’anticamera della chiusura di un rapporto.

Insomma i like scandiscono le nostre vite e se ne sono appropriate forse in maniera troppo significativa.

Ma cosa succederà agli influencer, che sono riusciti a sviluppare un business basato sui propri post su Instagram?

Di sicuro se questo test si trasformasse in cambiamento definitivo, molti influencer in settori merceologici anche diversi, avrebbero di che preoccuparsi. Questo perchè non avrebbero più la possibilità di “gonfiare” i propri numeri e sarebbero costretti a rivedere il proprio calendario editoriale.

Una di queste è sicuramente la conosciutissima Chiara Ferragni, che una volta appresa la notizia del test ha redatto un post social nel quale chiede agli utenti se riescono a visualizzare il numero di like dei suoi post, temendo di essere una di quelle al quale applicato il nuovo protocollo di test:

“Tanti utenti mi stanno dicendo che non riescono a mettere like alle mie foto negli ultimi due giorni – ha scritto -, succede anche a voi?”. Poco dopo Chiara ha pubblicato un sondaggio, chiedendo se i follower riuscivano a vedere i propri like.

Per le aziende invece paradossalmente potrebbe rivelarsi un’opportunità per scegliere meglio dove allocare il budget destinato all’Influencer Marketing, potendo avvalersi di numeri e statistiche più veritiere e testimonial più onesti.

 

E voi: cosa ne pensate di questo test? Fatecelo sapere nei commenti o sui nostri social media ufficiali. Alla prossima dal vostro Francesco Corvino, sempre qui, su Pop Up Magazine!