Quante volte capita di fare un viaggio e scegliere una destinazione anche in base alla cucina locale che si può provare? Il turismo enogastronomico è uno dei settori maggiormente in ascesa ed il desiderio di provare una cucina tipica e decisamente locale è sempre alto fra i viaggiatori. Non sempre però a fronte di questo desiderio c’è l’effettiva opportunità di poterlo soddisfare mangiando una cucina che sia veramente tipica, come se si mangiasse a casa propria o meglio ancora, dalla famigerata nonna che come conosce gli ingredienti del posto lei non li conosce nessuno.

E’ per questo che nasce “Foody”, la prima piattaforma che mette in comunicazione i viaggiatori con i cuochi locali: non solo professionisti, ma anche appassionati di cucina, persone che amano il cibo legato al proprio territorio e che hanno la voglia di cimentarsi in una sfida molto particolare: invitare i viaggiatori a casa proprio per una vera “Foody experience”.

Attraverso questa piattaforma gli utenti viaggiatori potranno scegliere uno degli eventi proposto dai cuochi e a volte partecipare attivamente la preparazione del piatto, un grande valore aggiunto per chi vuole immergersi completamente nelle tradizioni più veraci del luogo.

Abbiamo intervistato per voi Elena, Michele e Ilaria, i tre ragazzi che hanno dato il via a questa innovativa start up.

Iniziamo dal principio, ci raccontate da dove nasce la vostra idea?

L’idea nasce a marzo 2015 mentre io (Elena) e Michele eravamo a Milano, città in cui ci siamo conosciuti e dove vivevamo per i nostri rispettivi lavori. Michele lavorava come Web Designer per una startup sempre del settore Food, mentre Io lavoravo e stavo frequentando un corso di imprenditoria giovanile molto conosciuto nel panorama start up italiano, InnovAction Lab. Spinti dal nostro amore comune per il viaggio, la cucina ma soprattutto per il nostro paese, una sera, davanti ad un piatto di pasta e ad un buon bicchiere di vino nasce Foody, quasi per gioco, un gioco che dopo qualche mese si è trasformato in realtà. Si parlava di quanto spesso si chiede consiglio ad amici o conoscenti su dove mangiare qualcosa di tipico quando si visita una città in cui non si è mai stati, Foody nasce proprio per rispondere all’ esigenza di mangiare locale e scoprire i sapori della città che si visita, portando i viaggiatori direttamente a casa delle persone del posto.

Cosa dovrebbe spingere un cuoco a cimentarsi in quest’avventura?

Foody sta cercando cuochi per passione o professione, persone che condividono come noi la passione per il cibo e le tradizioni locali. Oltre ad avere un’entrata monetaria, quello che motiva i nostri cuochi è proprio la voglia di mettersi in gioco e di aprire le porte delle loro case per far vivere ai viaggiatori un’esperienza unica, condividendo con loro la propria storia e piatti tipici della loro tradizione. I cuochi che fanno già parte della nostra community sono persone esperte: alcuni hanno avuto ristoranti, altri hanno partecipato a Masterchef, professori di istituti alberghieri ecc…tutte persone competenti, ospitali e curiose che amano cucinare e raccontare se stessi e la loro città attraverso il cibo.

Siete tre giovani ragazzi che hanno avuto diverse esperienze lavorative in passato, anche all’ estero. Quand’è che avete capito che era giunto il momento di cimentarvi in qualcosa di vostro?

Questa idea come dicevo è nata una sera per gioco, dopo InnovAction Lab abbiamo deciso di provare a realizzare la nostra idea, abbiamo fatto application per H-Farm e da lì il sogno ha preso vita! Siamo stati selezionati tra più di 600 startup e siamo arrivati tra le 20 finaliste che hanno presentato il proprio progetto davanti a Riccardo Donadon e al management di H-Farm.  Insieme ad altre 4 startup abbiamo passato le selezioni per poter partecipare al programma di accellerazione, 4 mesi indimenticabili. Ilaria si è aggiunta a noi proprio durante questo periodo e insieme abbiamo fatto tanto.

La vostra start up si chiama “Foody”, come la mascotte dell’Expo, vi siete ispirati a quella o è una coincidenza?

In realtà è una coincidenza che ci pone anche dei vincoli in termini di registrazione del marchio, per questo a breve usciremo con un nuovo nome anche se a dire la verità ci siamo affezionati molto a “Foody”!

Che legame c’è per voi tra il mondo del food e quello del digitale? Quanto c’è di ancora inesplorato in questo binomio?

Proprio in questo periodo c’è un forte trend che riguarda il settore food e turismo, tanti sono gli accelleratori che danno spazio a start up che puntano a portare innovazione in questi mercati. Il digital sta senza dubbio rivoluzionando il mondo del food, più che territori inesplorati la vera sfida è quella di coinvolgere gli attori del food del mercato italiano, come piccoli produttori o i cuochi locali (ad esempio). Il settore food soprattutto in Italia è fortemente legato alla tradizione ed il passaggio al digitale non sempre è semplice.

Qual è l’obiettivo che vi ponete come società da qui a un anno?

Abbiamo da poco messo online una nuova landing page con cui stiamo reclutando i cuochi local per la nostra community e con cui vogliamo raggiungere i viaggiatori. Nei prossimi mesi ci concentreremo su Venezia e dintorni per poi espanderci nelle maggiori città Italiane. In questo momento stiamo lavorando sulla creazione della piattaforma e soprattutto sulla ricerca di finanziamenti, necessari per poter realizzare il nostro progetto! Abbiamo già 200 cuochi desiderosi di mettersi in gioco e stiamo già organizzando diversi eventi a Venezia.

Grazie mille del tempo dedicatoci e facciamo un grande imbocca al lupo per il proseguo dell’attività!

E voi cosa ne pensate di questa nuova realtà? Provereste ad andare a casa di un cuoco locale per provare davvero le tradizioni culinarie di un posto? O preferite stare voi dietro ai fornelli pronti a conquistare il palato dei viaggiatori? 

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