Parlare di marketing automation vuol dire indicare l’insieme di tecniche a cui si ricorre per beneficiare di procedure standard automatizzate e di processi meccanizzati. Lo scopo è quello di ottimizzare una data attività, con l’organizzazione dei processi di acquisizione che viene integrata con la comunicazione con il target di riferimento.
A cosa serve il marketing automation
Uno dei motivi più importanti per cui ci si affida al marketing automation è quello di velocizzare numerosi passaggi e, in un certo senso, superarli, visto che essi vengono affidati a una macchina. C’è bisogno, dunque, di un tool che sia in grado di rendere il lavoro più rapido e più snello, senza che ciò comporti una delega del processo decisionale alla macchina. In concreto, si tratta di realizzare una landing page e di creare un lead magnet allo scopo di ottenere contatti, ma anche di prevedere una conversione sulla base di un sistema che consenta di far fruttare il lead. Nell’ambito del marketing automation, è importante definire le azioni che vengono svolte dal pubblico e ipotizzare delle reazioni, ma anche individuare una soluzione di fidelizzazione post vendita. Un accorgimento utile è, per esempio, quello di inoltrare tramite la posta elettronica dei messaggi ad hoc per seguire il funnel.
L’inbound marketing
Come si può verificare, tutte queste attività hanno a che fare con l’inbound marketing, e i benefici sono evidenti: in primo luogo, non serve operatore sul contatto singolo, ma piuttosto è opportuno organizzare i vari passaggi che devono essere seguiti. In questo modo, il lavoro risulta possibile per un numero elevato di contatti – nell’ordine delle migliaia – recuperati tramite la lead generation.
Come sfruttare al massimo il marketing automation
Il punto di partenza essenziale per una soluzione vincente consiste nel comprendere tutte le fasi all’interno della strategia iniziale. Serve, in sostanza, verificare qual è il percorso da intraprendere, per capire che benefici si possono ottenere. Solo in un momento successivo si può passare a impostare un workflow, e cioè a definire un processo di automatizzazione: bisogna, dunque, identificare un flusso di elementi che si avviino al manifestarsi di specifiche condizioni. Si pensi, per esempio, alla fase di transizione tra il momento in cui ci si iscrive alla lista di una newsletter e l’invio di un messaggio di posta elettronica automatico con un dono, come per esempio un ebook che può essere scaricato. Dopo un paio di settimane, si può inviare un altro messaggio per domandare se l’ebook è stato letto o meno.
L’analisi dei dati
Risulta evidente che, in uno scenario di questo tipo, c’è bisogno di una meticolosa attività di content marketing, ma al contempo non si può prescindere dall’analisi dei dati. Ebbene, un assortimento così ampio ed eterogeneo di operazioni rischia di rivelarsi troppo impegnativo, un fardello eccessivo perché lo si possa gestire in autonomia. Subentra qui il marketing automation, che è reso possibile da una serie di software concepiti per assicurare risultati ottimali.
L’intelligenza artificiale
Per il marketing automation occorre almeno un tool che presieda ai passaggi più importanti: si tratta di affidarsi a una base stabile di intelligenza artificiale, con vari software di email marketing a cui si può ricorrere, da Mailup a Sendblaster, passando per Mailchimp. Nel caso in cui si lavori in maniera strutturata, un valido supporto è quello che proviene dai grandi CRM, tra i quali Hubspot: una soluzione che permette di seguire i contatti nelle varie forme di comunicazione. Quello che conta, in ogni caso, è riuscire a migliorare le relazioni con gli utenti che lasciano un contatto, in virtù di meccanismi standardizzati che consentano di dare vita a processi di vendita redditizi.