Referral marketing: gli ultimi trend del 2018

In questo periodo dell’anno chi si occupa di marketing sta analizzando l’anno appena trascorso e facendo il punto sulle attività di marketing che hanno funzionato e quelle che non hanno dato i risultati sperati. Se tra queste non c’è ancora il referral marketing, ecco tre buoni motivi per inserirlo nel 2018:

  1. Il referral marketing lavora su CPA certi;
  2. I consumatori che entrano in contatto con te grazie al referral marketing spendono di più e con maggiore frequenza;
  3. Il referral marketing è un’attività scalabile;

 

Vediamo i singoli punti nel dettaglio:

  • Il referral marketing assicura un CPA (Costo Per Acquisition) come pochi altri canali possono fare e si paga esattamente per ogni vendita ottenuta, mantenendo allo stesso tempo un volume stabile. Altri canali come il PPC (Pay Per Click), che rappresenta sicuramente una parte significante del marketing plan, sono diventati negli ultimi anni sempre più costosi, con un CPC (Cost Per Click), che sale rapidamente per l’ingresso di numerosi nuovi competitor nel mercato. E anche se oggi si può lavorare per CPA anche su Google Adwords, non è comunque la stessa cosa di una buona piattaforma di referral marketing. Solo questa infatti può assicurare un flusso costante di nuovi clienti a un costo per acquisizione stabile e definito.
  • I clienti acquisiti tramite azioni di referral marketing spendono di più e con maggiore frequenza. Il motivo? La fiducia maggiore nell’azienda che, in un’epoca di fake news, è diventata un fattore sempre più importante. Nielsen riporta che l’83% di noi basa i propri acquisti sulla raccomandazione di amici e familiari molto più che su altri media e quindi i programmi di referral marketing rappresentano oggi la soluzione ideale. Sappiamo bene come i clienti che provengono da campagne di referral marketing hanno un valore decisamente superiore a quello dei clienti esistenti, in quanto – ed è dimostrato da vari studi – spendono ben il 25% di più, sono 3 volte più propensi a parlare del brand ad amici e conoscenti e sono più propensi a ripetere l’acquisto nel tempo.
  • Il referral marketing è un’attività scalabile che permette allo stesso tempo di mantenere il controllo sulla CPA. Nel caso delle campagne di ricerca a pagamento dovremo lavorare sulle keyword long-tail per aumentare gli ordini a un costo più basso, in quanto anche se il traffico generato è minore, lavorare sulle short tail è diventato oggi veramente costoso. E questo comporta che anche i costi per conversione salgono inesorabilmente. Ottimizzare il sito e avviare una buona strategia SEO, di contro, può portare molto traffico ma presenta anch’essa i suoi svantaggi. Ecco perché il referral marketing è differente: può essere scalato mantenendo esattamente lo stesso costo per acquisizione (CPA).

Un consiglio in più: nel lanciare la propria campagna di referral marketing è bene considerare pochi clienti che possono parlare nel migliore dei modi dell’azienda e il miglior luogo da cui partire sono i clienti che hanno lasciato recensioni positive. La soddisfazione può riguardare diversi elementi a seconda del prodotto coinvolto e unita a offerte riservate, immagini e messaggi, può dar vita davvero a ottimi risultati.

Concludendo, il tuo marketing plan per il 2018 non può sicuramente fare a meno di una strategia di referral marketing accanto all’utilizzo degli altri canali. I clienti fidelizzati sono infatti un asset importante per l’azienda e puntare sulla fiducia significa aumentare il fatturato.