Web marketing turistico con LinkedIn: l’utilizzo del social da parte dei musei italiani

A cura di Marilena Porfido

Non accenna a diminuire il notevole ritardo dei musei italiani nell’utilizzo dei social network. L’ultimo rapporto #SocialMuseums Civita, di marzo scorso, non fa che confermare questo andamento. In Italia, oltre 36 milioni di persone fanno quotidianamente uso dei social ma, di questi, solo 9 milioni li utilizzano per interfacciarsi con realtà culturali di vario genere e solo per attività marginali.

Il motivo dello scarso appeal di queste realtà sul web sta nell’uso che viene fatto dei social network: sempre secondo la ricerca Civita, da parte di musei e istituzioni culturali sul web non viene incentivata la bi-direzionalità della relazione col pubblico; viene inoltre utilizzato un linguaggio spesso non consono alla rete.

In Italia, così come all’estero, il social network più utilizzato dai musei è Facebook; se la cava bene anche Twitter e, soprattutto negli ultimi tempi, acquisiscono importanza strumenti che puntano sulla seduzione visiva quali Youtube, Instagram e Pinterest.

Ma se consultiamo una classifica dei social network più utilizzati – in generale – in Italia, aggiornata all’inizio del 2016, troviamo al quarto posto una piattaforma, Linkedin, che parrebbe essere totalmente assente tra gli strumenti utilizzati da musei e istituzioni culturali italiani.

E in effetti è così: in Italia, poche istituzioni culturali possiedono una pagina Linkedin dedicata. E nei pochi casi presenti, non ci sono mai o quasi mai aggiornamenti, mai interazioni con gli utenti, mai nulla che vada oltre una semplice vetrina per recapiti e poco altro. E questo avviene anche per quelle (poche, su Linkedin) istituzioni di importanza nazionale e internazionale, che invece trarrebbero grande vantaggio dall’utilizzo corretto di questa piattaforma. Mancano, evidentemente, le professionalità che sappiano cogliere l’importanza degli strumenti del web; e, probabilmente, mancano nella stragrande maggioranza le risorse economiche per poterne disporre.

È inoltre quasi del tutto sconosciuto l’uso dei gruppi (a proposito di bi-direzionalità della comunicazione con gli utenti) e di Pulse, per la condivisione di articoli e idee.

Radicalmente diversa la situazione all’estero. Come spesso accade in ambito di comunicazione e marketing, i grandi musei americani dettano legge. MoMA e Metropolitan, ad esempio, ci raccontano un uso di Linkedin totalmente diverso da quello che si fa in Italia: non più una vetrina ma un vero e proprio strumento di lavoro; il MoMA, con decine di migliaia di followers, utilizza la pagina per pubblicare le numerose opportunità di lavoro che offre (non è un caso che siano soprattutto figure in ambito digital):

Cattura

Il Metropolitan condivide articoli, propri ed esterni, e incoraggia la discussione con gli utenti:

metropolitan

https://www.youtube.com/watch?v=2oCN9adqGpM

Ma anche in Europa troviamo istituzioni museali che fanno di Linkedin un importante strumento di comunicazione: il British Museum, in Inghilterra, pubblica offerte di impiego, comunica attività di approfondimento per l’attività dei dipendenti; il Victoria and Albert si comporta allo stesso modo.

british

Stessa cosa dicasi per l’uso di Pulse e dei gruppi.

Mi ha incuriosito, però, che la situazione di grandi musei francesi e spagnoli sia del tutto simile a quella italiana. Devo pensare, quindi, che l’utilizzo di strumenti quali Linkedin si sposi meglio con una mentalità di tipo anglosassone, forse per certi versi più pratica e immediata. In definitiva ciò che emerge da questa ricerca è la capacità da parte dei paesi di lingua inglese di fare web marketing turistico con LinkedIn in modo efficace, ottenendo buoni risultati.

Mi piacerebbe conoscere il vostro parere in merito: può la collocazione geografica, il bagaglio culturale di un popolo influenzare in qualche modo l’utilizzo dei social network?

2 Commenti

  1. In italia i musei non utilizzano linkedin perche’ non hanno posti di lavoro. Un impiego all’interno di un museo rappresenta ancora un miraggio, sebbene si abbiano tutti i requisiti. Si dovrebbe fare un’opera di “svecchiamento”, lasciare posto ai giovani laureati che hanno tanto da dare!
    i musei italiani non investono in figure digital perche’ “non ci sono soldi” ma soprattutto perche’ queste professioni vengono ancora sottovalutate e poco pagate.
    Abbiamo un patrimonio artistico invidiabile, ma prima di arrivare all’utilizzo di linkedin, c’e’ tanta strada da percorrere…

  2. Senza dubbio. la strada è ancora lungo ma confido che, nel prossimo futuro, questo svecchiamento avverrà.

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