In tempi di Europei di calcio, e per non perdere familiarità con tematiche sportive, vi parliamo oggi di Team Building, tematica molto in auge e che sicuramente ricopre un ruolo davvero importante nella vita aziendale attuale, soprattutto se parliamo di un team di Marketing.

Aspetti essenziali per un buon Team Building

Com’è ovvio che sia, la forza di un’azienda e i suoi risultati sono fortemente influenzati dalla capacità degli employee che vi lavorano di fare gruppo e di essere una vera squadra, oggi ancor più di prima.

La sempre più innovativa struttura organizzativa che la stragande maggioranza di aziende sta abbracciando è caratterizzata da una scala gerarchica quasi del tutto assente, con un abito molto “flatten“, nella quale, da una parte si sente meno il peso dell’autorità che a volte crea tensione e irrigidimento, ma dall’altro rischia di mettere in dubbio la suddivisione dei ruoli dei singoli componenti. Ecco che allora risulta fondamentale un’attività di team management che riesca da una parte a creare un’identità di gruppo e consapevolezza di ruoli, dall’altra sia in grado di creare un atteggiamento positivo e competitivo al punto giusto per raggiungere i risultati che si sono stabiliti.

Un aspetto fondamentale da prendere in  considerazione, che va curato continuamente dall’attività di team management, è quello di saper conciliare le differenti età presenti nel gruppo di marketing. Se per un Digital Native possono essere scontati alcuni strumenti, molti approcci innovativi al lavoro, non è detto che la cosa sia similare per persone più grandi abituate a metodologie molto più tradizionali. Bisogna far passare l’idea che entrambe le visioni siano utili per arrivare all’obiettivo finale ma che vadano integrate e limitate in modo tale da trarne il meglio.

Stesso discorso vale per le differenti funzioni svolte dai soggetti che devono essere il più possibile integrabili tra loro. La Global Brand Director del clothing retailer Boden, Penny Herriman intervistata da Marketing Week  sul suo rapporto con il direttore commerciale Mark Binnington, sostiene: “C’è una tensione insita che è molto positiva nel business, è la parte sinistra e quella destra del cervello, quella creativa e quella razionale, l’istinto e i dati. Un buon Marketing Manager  infatti dev’essere in grado di unire i due aspetti, mixandoli perfettamente”.

Questo approccio andrà ovviamente esteso su tutte le diversità culturali, lavorative e non solo, che sono normalmente presenti nei gruppi.

Il direttore Marketing di Aldi’s UK, Adam Zavali, che all’ultimo Marketing Week Awards  dello scorso mese ha vinto due premi: Team of the Year e Brand of the Year, intervistato sull’argomento da Marketingweek dice:

“I singoli all’interno del gruppo devono capire il loro ruolo e le loro responsabilità, e devono collaborare nei vari dipartimenti in modo tale da dare un grande contributo per raggiungere gli obiettivi, oltre che tenere tutti gli stakeholders sulla stessa via”.

Aldi_Team_GB team management

Un altro aspetto fondamentale è poi quello di programmare meeting giornalieri che servono per consolidare le idee dei singoli componenti e che permettano di seguire un’agenda rapida e puntuale che porti a dei risultati soddisfacenti.

Tutto questo va considerato non solo al fine di raggiungere il ROI aziendale e i singoli obiettivi stabiliti in partenza, ma anche e soprattutto in ottica di Employer Branding, cioè al fine di rendere appetibile l’azienda sia per chi auspica di entrarne a far parte, quindi dall’esterno, sia per trattenere i talenti al proprio interno.

Se pensavate che si parlasse di gioco di squadra e di team building solo per lo sport dovete ripensare la vostra visione, ed aprirvi a questo concetto, soprattutto nel mondo del Marketing, che per conformazione ed obiettivi necessita di un gruppo di lavoro che sia non solo ben istruito ed affiatato, ma anche e soprattutto acculturato dal punto di vista della diversità di competenze, tale da renderlo un punto di forza e non di debolezza.