Il lavoro di influencer non va preso sottogamba in quanto se l’attività diventa continuativa e redditizia, necessita che sia in regola con il fisco. Il che comporta l’apertura della partita IVA, strumento necessario per la fatturazione degli introiti.
Dinanzi a dei guadagni regolari, nonché alle collaborazioni fisse, c’è bisogno infatti di ufficializzare la propria posizione lavorativa. L’influencer, che lavora costantemente con i suoi profili social, ha infatti degli incassi da capogiro (se ha un buon seguito di follower), e c’è l’obbligo di versare le tasse e i contributi.
Ma come funziona la partita IVA per gli influencer? Quali sono i costi, e quali le spese di gestione?
Cerchiamo di capire insieme l’iter e il funzionamento economico-fiscale per questa nuova professione “digitale”.
Aprire la Partita IVA per influencer
Per aprire la partita IVA non occorre seguire nessuna particolare procedura. Per l’influencer infatti si segue il classico iter burocratico. Bastano cinque minuti, sul web attraverso la piattaforma apposita, e si può aprire in maniera veloce e gratuita la propria posizione.
Nonostante si tratti di un’operazione che si può fare da soli in autonomia, il consiglio comunque è di rivolgersi ad un esperto in ambito fiscale, come ad esempio il tuo commercialista di fiducia. I primi passaggi infatti richiedono la scelta di opzioni consapevoli, come il codice ATECO e il regime fiscale.
Come scegliere il Codice ATECO
Come già anticipato, le attività, qualunque esse siano, richiedono la scelta di un codice ATECO. Anche per gli influencer vale la stessa cosa.
Tuttavia trattandosi di nuove figure professionali (così come vale anche per i copywriter e i social media manager) nate di recente, ancora non esiste un codice identificativo univoco. Onde evitare questo problema, si possono seguire alcune soluzioni.
Come codice si può indicare:
- 11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
- 11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie;
- 90.99 – Altre attività professionali nca (che rappresenta un codice generico);
Il regime fiscale: chiarimento a riguardo
Per gestire tutto ciò che concerne la partita IVA da influencer è di fondamentale importanza effettuare anche la scelta del regime fiscale con tutte le conseguenze annesse e connesse, dal pagamento delle tasse e contributi fino alla fatturazione elettronica.
Ad oggi c’è una soluzione molto conveniente e vantaggiosa, quale cioè quella del regime forfettario (o in alternativa c’è quello del regime agevolato) per tutti coloro che guadagnano massimo 65 mila euro l’anno.
La più grande agevolazione fa riferimento al fatto che si effettuerà il pagamento di una sola imposta sostitutiva, la cui aliquota fissa è del 5% per i primi cinque anni, e del 15% per sempre sul fatturato annuo. Da tutto si detrae una percentuale per le spese del 22%.
Detto quanto ovviamente ci sono altri vantaggi, soprattutto per il regime forfettario.
In primis c’è la franchigia IVA che consente l’accesso a tariffe non maggiorate dell’imposta sul Valore Aggiunto.
Si tratta di valori molto più bassi e competitivi rispetto alla concorrenza e di gran lunga inferiore rispetto al regime ordinario.
In tal modo l’influencer sarà esonerato da studi di settore, non dovrà rispettare le regole sullo spesometro, non è sottoposto a fatturazione elettronica e così via.
Per avere accesso al regime forfettario, bisogna non superare la soglia massima dei 65 mila euro e questo lo abbiamo già detto. Ma ci vogliono anche tanti altri requisiti.
Bisogna essere residenti in Italia, o in un paese che abbia accordi economici con il nostro. Insomma si deve produrre almeno il 75% del fatturato sul territorio italiano.
Non possono viceversa averne accesso coloro che sono in possesso di quote di partecipazione a società o coloro che svolgono ruoli di controllo presso S.R.L. appartenenti al medesimo settore.
Quando necessità l’iscrizione alla Gestione Separata INPS
Un’ultima cosa, ma che ha notevole importanza, è l’iscrizione alla cassa di previdenza. Tale operazione è d’obbligo per versare i contributi previdenziali.
L’influencer svolge un’attività innovativa (come fanno tutti coloro che lavorano per il web) che purtroppo non ha un ordine, un albo o una sua cassa di riferimento. Per tale ragione, scelta obbligata è l’iscrizione alla cosiddetta Gestione Separata INPS, nella sezione riservata ai liberi professionisti.
La qual cosa dà un grande beneficio. Ovvero il fatto che nella Gestione Separata INPS, i contributi sono tutti a percentuale, si calcolano cioè in base al reddito imponibile, con aliquota pari al 25,72% per l’anno 2019.
Non sono dunque richieste quote fisse frequenti, come avviene per chi lavora nel commercio, per andare incontro all’esigenze del reddito basso.
La questione: tasse e contributi
Per quel che concerne le spese da sostenere cerchiamo di dare prova attraverso un esempio di come funzionino le tasse e i contributi.
Immaginiamo un influencer con un guadagno di 40.000 euro. Il reddito imponibile (fatturato lordo – 22% per spese) ammonterà a circa: 31.200 euro. Sarà su questa cifra che si pagherà l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali.
In più c’è da aggiungere alle spese per il possesso della partita IVA, quella del consulente che si occuperà di curare tutti i nostri interessi dal punto di vista fiscale.