Legge europea sul copyright: le considerazioni di Pop Up dopo l’approvazione di ieri
Come sapete ormai tutti, è stata approvata la nuova Legge europea sul copyright con 348 voti a favore, 276 contrari e 36 astenuti. L’obiettivo della nuova normativa era quello di tutelare i contenuti prodotti sul web dall’utilizzo da parte dei giganti, quali ad esempio Google e Facebook, che ne favoriscono la diffusione senza pagare il creatore degli stessi.
Ma cosa accade adesso?
In questo post a cura di Pop Up Magazine cercheremo di capire come potrebbe incidere questa nuova legge sul funzionamento stesso della distribuzione e fruizione dei contenuti sul web.
Nuova legge sul copyright: Google e i social sul banco degli imputati
Questa nuova legge europea sul copyright ha colpito nello specifico, come già accennato in precedenza, le aziende che lavorano sui contenuti prodotti online, distribuendoli e dando loro visibilità (senza però pagare gli editori e coloro che li creano).
Gli articoli principali sono due:
- Art. 11 (divenuto poi articolo 15), il quale sancisce che chiunque riporti un link o uno snippet, potrà trovarsi nelle condizioni di dover richiedere un’autorizzazione da parte dell’editore del contenuto linkato e/o citato (link tax);
- Art. 13 (divenuto successivamente articolo 17), che invece prevede dei controlli utili al fine di verificare che non vengano violati i diritti d’autore di un contenuto presente in rete (e la mancata monetizzazione sullo stesso da parte del suo creatore). La responsabilità in caso di caricamento di contenuti protetti da copyright non sarà degli utenti ma delle piattaforme che li condividono (come ad esempio YouTube, Facebook, e gli altri social). Per fare questo l’UE vuole introdurre un sistema automatizzato di controllo, simile ad un content ID.
Sembra che in questo momento siano salve invece le piattaforme di diffusione gratuita dei contenuti, come ad esempio Wikipedia, che ieri ha dato vita ad una protesta alquanto vivace, oscurando i propri contenuti.
Cosa succede adesso?
Quali saranno i cambiamenti che vedranno la luce a seguito di questa decisione? Davvero i grandi giganti del web si sottometteranno al volere del Parlamento Europeo, o rischiamo di essere isolati rispetto al resto del mondo?
In effetti ciò che balza agli occhi è la presa di posizione dell’UE nei confronti dei colossi digitali, iniziata ormai qualche anno fa, e che va ad arricchirsi di scandali, sanzioni e proposte di legge. Ma rispetto alla proposta iniziale vi è l’asserzione di facoltatività dell’emendamento, che passa la palla agli editori, che hanno la possibilità di scegliere o meno di farsi pagare dalla piattaforma per visualizzare i propri contenuti online.
In generale però sul caso degli aggregatori di notizie, probabile che Google ritiri il suo servizio Google News dal suolo europeo, come già fatto nel 2014 in Spagna.
Conclusioni
In definitiva vi è da capire come la direttiva sarà recepita a seconda del singolo paese europeo. Vi saranno molti siti che chiuderanno i battenti (aggregatori di news e servizi di utilizzo di proprietà intellettuale altrui, come i siti pirata che trasmettono in streaming oppure che consentono di scaricare file protetti, per i quali la battaglia è in corso da anni), ma in generale sul concetto di web non credo che la battaglia sia da combattere localmente, ma quanto globalmente, visto che Internet non conosce fisicità di per sé e le cui leggi sono facilmente aggirabili.