pubblicità nativa

In questo post di Pop Up si torna a parlare di pubblicità nativa programmatica

Torniamo all’interessante tema della pubblicità nativa-programmatica, quella cioè che viene alimentata oggigiorno sui social, sui motori di ricerca e sui siti e blog aziendali.

In questo post a cura di Pop Up, analizzeremo insieme un interessante rapporto pubblicato su eMarketer che presenta delle previsioni interessanti per il 2020. Nello specifico la società presenta le sue stime, sovrapponendo i dati del 2018 con le stime per il 2020, concludendo che nel prossimo futuro la pubblicità nativa sarà più programmatic e mobile, ma meno social (saranno meno utilizzati i canali social per diffondere i contenuti).

Detto questo, la pubblicità social-nativa controlla ancora circa il 75% della spesa totale in pubblicità, ma tuttavia, questa cifra dovrebbe scendere entro il 2020.

La pubblicità programmatica-nativa è matura per spiccare il volo?

L’analisi di eMarketer rileva che:

“La pubblicità nativa al di fuori delle piattaforme social affronta ancora molte delle stesse sfide che ha avuto nel 2018, inclusi i clienti degli inserzionisti non istruiti sui formati e sulla creatività nativa.”

Sulla base di questi due report, è difficile dire con sicurezza se la pubblicità nativa sia matura, visto che solo un decimo degli inserzionisti online ne fa uso.

La mancanza di istruzione e la frammentazione della tecnologia sicuramente giocano un ruolo importante in questo fenomeno.

Quanto si spende in pubblicità creativa

Guardando i dati, il dirigente televisivo medio (quindi una forma pubblicitaria tradizionale) spende circa cinque dollari per la distribuzione del contenuto per ogni dollaro speso per la creatività dello stesso. Quindi noi paghiamo il mezzo molto più del contenuto. Questo è anche il motivo per cui solo l’11% dei marchi che sviluppano la propria strategia media, utilizzano anche la distribuzione nativa-programmatica dei contenuti.

Tuttavia, ciò non cambia il fatto che la pubblicità nativa programmatica, su reti sociali e di altro tipo, è il canale di distribuzione e amplificazione a pagamento più efficace per i contenuti top e middle, sviluppati all’interno di un funnel di vendita.

Di seguito alcuni tipi di pubblicità nativa digitale più in voga in questo momento:

ricerca di mercato

Secondo il Content Marketing Institute, il tasso di adozione del content marketing per i marchi B2B sono di circa il 91% mentre l’86% per i marchi B2C. Ciò significa che ci sono molti brand che creano contenuti e non fanno alcuna forma di sponsorizzazione degli stessi.

Perchè sono importanti i contenuti e la pubblicità nativa programmatica

Come operatori di marketing, viviamo in un mondo di eccedenza di contenuti, e distinguerci tra la folla da un punto di vista organico è difficile per la maggior parte di noi. È questo che ha originato la pubblicità nativa programmatica in primo luogo e, di conseguenza, c’è un ampio spazio per la crescita e il che significa che la pubblicità programmatica è ben lungi dall’essere matura.

Di seguito è riportato un elenco dei motivi per i quali i marchi utilizzano il content marketing:

  • L’84% delle persone si aspetta che i marchi forniscano contenuti che intrattengano, raccontino storie, forniscano soluzioni e creino esperienze ed eventi;
  • Il 70% degli utenti di Internet desidera conoscere i prodotti attraverso i contenuti rispetto alle pubblicità tradizionali;
  • L’84% dei Millennial non si fida degli annunci tradizionali. Per quanto riguarda la Gen Z, le decisioni di acquisto non sono influenzate dalle pubblicità ma piuttosto da altre forme di contenuto;
  • La persona media consuma 11,4 contenuti prima di prendere una decisione di acquisto;

Di conseguenza, è lecito ritenere che il content marketing non stia scomparendo e che l’adozione della pubblicità nativa programmatica continuerà a crescere anche in futuro.

L’opportunità è adesso a portata di mano

Circa l’89% dei brand non sta facendo alcuna forma di pubblicità nativa programmatica. Ora è tempo che i content marketer inizino a costruire questa tattica di distribuzione nei loro piani marketing prima che ne inizi uno sviluppo massivo, proprio come accaduto alla SEO negli anni scorsi.

Lo studio di eMarketer prevede una crescita graduale nel settore nel suo complesso, intorno al 2021.

Tale crescita potrebbe essere molto più robusta se la frammentazione del settore venisse risolta, l’istruzione intorno al programmatico nativo divenisse prioritaria e i marketer avessero a disposizione più del dollaro su 5 che ad oggi viene fornito loro.