Quando il calciomercato diventa parte della politica di rebranding nel calcio

“Questo calciatore a chi lo dò?…Se lo dò alla Befana se lo tiene una settimana…Se lo dò all’uomo nero se lo tiene un mese intero…”

Questo potrebbe essere il jingle in groovy stile pop disco funk, perfetto come intro commerciale al calciomercato-show.

Da poco sono finiti gli Europei e le varie società si danno alle spese pazze. Fare shopping, si sa, non solo migliora l’umore (le donne ne sanno qualcosa), ma allunga anche l’aspettativa di vita..la vita di una squadra s’intende, per non retrocedere… appunto. Insomma si incontra, si scontra e si compra!

Ormai siamo nel vivo del pressing sul campione, che possa rimpinguare le casse del Club, aumentando i fatturati, soprattutto del prossimo campionato di Serie A.

Higuain sui social ha già la maglia della Juventus (sentite condoglianze ai tifosi del Napoli), Giaccherini si intrattiene con i tifosi del Napoli per i selfie, Ljajic si candida a rivelazione con la maglia del Torino e tutto questo mentre la Cina scambia le bacchette con il cucchiaio: arriva Pellè, per la modesta cifra di 38 milioni euro, allo Shandong Luneng, Balotelli all’Inter?? Sui Social già si scatenano gli utenti..

Cattura

Credere e pensare che non si giochi per soldi è da ingenui. Ma va benissimo!

Sono proprio i mattatori calcistici a farci sognare in campo con perseveranza e glamour, trasmettendoci senso di appartenenza alla Società, ovvero alla squadra del cuore, e accendendo il desiderio di essere noi tifosi, protagonisti  stessi delle partite.

Nel calciomercato il giro di soldi è cospicuo e di conseguenza i tifosi commentano con noncuranza o ammirazione le cifre della compravendita dei calciatori, ovvero i “res viventi” del rettangolo verde.

Si commenta se i milioni di euro di un calciatore sono all’altezza del suo talento e delle sue potenzialità.

Ogni Club si pone come obiettivo la permanenza  e i primi posti nella Serie A e per farlo è necessario acquistare i migliori giocatori, intenti alla promozione e alla valorizzazione della squadra.

Una delle leve principali del marketing maggiormente utilizzate dalle società sportive è la politica di rebranding, cioè quelle modifiche significative apportate al brand (la società calcistica), al fine di riposizionare il prodotto sul mercato, differenziandolo da quello dei competitor e rendendolo maggiormente attraente.

Generalmente il rebranding interessa il cambiamento del logo del club o la divisa da gioco: insomma un restyling del look.

Possiamo considerare anche l’acquisto di un campione una forma di rebranding per la società calcistica? Secondo me si!

Dunque il neoacquisto non solo dovrà garantire spettacolo ed emozionare il pubblico , ma sarà anche impegnato in diverse altre attività commerciali e di comunicazione, che diffonderanno la notorietà del brand.

Il calciomercato scalda il tifoso, e di conseguenza il neoacquisto catturerà emotivamente il fan, così da far crescere il seguito e il grado di fedeltà di una squadra.

Insomma il rebranding, grazie alla compravendita di una superstar è un asset strategico nelle operazioni di marketing di una società, utilizzato per coagulare l’interesse e il consenso delle tifoserie.

Serie A, Bundesliga, Premier League, Primera División, La Ligue 1 e compagnia bella sono chiuse per ferie estive, ma il calciomercato non fa riposare le emozioni degli appassionati, perché ci fa sognare sui prossimi combattenti che potrebbero vestire i colori della nostra squadra del cuore.

La mia é la Magica Roma, che ha stregato il centro storico di Roma invaso dai tifosi, con la sua nuova divisa.

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