il napolista

Oggi per il nostro consueto spazio alle interviste, abbiamo intervistato Massimiliano Gallo de “Il Napolista“, un quotidiano online che si pone come obiettivo quello di raccontare la città di Napoli attraverso il calcio e la passione per il Napoli Calcio. Ricordiamo che Massimiliano sarà presente al Corso in Marketing e Comunicazione Sportiva che si terrà a Napoli il 22 settembre e al quale siete tutti invitati!!

 

  • Ciao Massimiliano parlami un po’ di te e del tuo giornale online “Il Napolista”;
Il Napolista nasce per gioco. È un’idea avuta da “emigrante” quando lavoravo al Riformista. Nacque in collaborazione con Fabrizio d’Esposito anche lui al Riformista e come me tifoso del Napoli. L’obiettivo era scrivere di calcio con un approccio politico. Il Napolista è anche un modo di raccontare Napoli attraverso il calcio.  
 
  • Quando hai capito che il giornalismo sarebbe diventato il tuo lavoro? 
Ho cominciato molto presto, a 19 anni. Pur avendo provato più volte ad abbandonarlo, il giornalismo mi ha sempre rincorso. Alla fine mi sono rassegnato. L’ho sempre considerato uno strano lavoro, faccio più fatica a non fare il giornalista che a lavorare 14 ore al giorno.    
  • Soddisfazioni più grandi nello svolgimento del tuo lavoro? Quali difficoltà hai dovuto affrontare per poter arrivare dove sei oggi?
Tante soddisfazioni. Ho cominciato presto con un’esperienza in Alto Adige, ho fatto il cronista a Napoli, sono stato da inviato alla scuola Diaz la sera del massacro a Genova, ho avuto una lunga esperienza di giornalismo politico al Riformista. Prima di decidere, nel 2011, di sperimentare il web con la fondazione di uno dei primi giornali on line: Linkiesta con Jacopo Tondelli.
  • Corso in Marketing & Comunicazione Sportiva: puoi accennare ai nostri lettori i temi trattati nel tuo intervento? Quale obiettivo di fondo ti poni nei confronti dei presenti?
Vorrei provare a spiegare che il giornalismo on line può essere un giornalismo di qualità, di approfondimento. Il web non è o non è soltanto click-baiting, sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei lettore che invece è alla ricerca di contenuti, anche per quel che riguarda il giornalismo sportivo e persino il giornalismo sportivo manifestamente fazioso quale è il Napolista.  
  • Secondo te come cambia il ruolo del giornalista sportivo con il cambiare dei canali di diffusione delle notizie (Internet e i social network)?
La bussola dev’essere sempre l’attendibilità, la serietà. Devi essere riconoscibile. Il ruolo cambia perché occorre più attenzione, in tanti ti giudicano in tempo reale. I social sono un fiume da navigare, non bisogna lasciarsi trasportare né assecondarne il corso. Il pubblico è intelligente, ti studia e se riconosce la bontà del tuo lavoro poi ti segue.
  • Parliamo di Calcio e Business: quanto è forte questo binomio rispetto al passato? Secondo te come si può vivere il calcio moderno con un tocco di romanticismo?
È molto difficile. Il calcio è sempre stato business, adesso però le cifre sono diventate enormi. Vivere il calcio con romanticismo equivale un po’ a continuare a credere in Babbo Natale. Tanti adulti lo fanno, sono i cosiddetti sognatori. Per i tifosi, il calcio è un’isola felice e non possono concepire che venga contaminata.   
  • La tua ricetta per un calcio italiano di nuovo competitivo?
Il calcio italiano dovrebbe guardare di più all’Europa, soprattutto per il settore giovanile e dovrebbe avere più coraggio con i ventenni. È un calcio troppo mammone e protettivo. L’Italia riesce a esportare gli allenatori, fa più fatica con i calciatori che ricercano un ambiente sicuro. Immobile, che fa sfracelli in Italia e ha fallito al Dortmund e al Siviglia, ne è un esempio emblematico. 
  • Un  saluto ai lettori di Pop Up Magazine.
Tenetevi stretta la vostra rivista che è una finestra intelligente, preziosa e mai banale per sfruttare al meglio le potenzialità di Internet.
 
 
Massimiliano Gallo