La digitalizzazione è il processo che sta cambiando il volto delle imprese mondiali. I processi digitali si traducono in dematerializzazione dei documenti, nel passaggio da una gestione analogica a una elettronica integrata, nella creazione di reti e filiere, pronte a collaborare ben oltre i limiti fisici di uffici e Paesi. Si traduce nella necessità di ricorrere a strumenti nuovi, anche per dialogare con i propri partner, strumenti basati su tecnologie e idee nuove, come il programma di Fatture in Cloud per la fatturazione. A che punto è questo processo tra le imprese italiane? A questa domanda prova a rispondere, da alcuni anni, l’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2B del Politecnico di Milano.
Digitale è sinonimo di competitività
L’assunto di partenza è che il digitale è la vera leva per accrescere la competitività aziendale. Ciò vale sia per le micro-imprese che per le grandi. Con due recenti survey lanciate poco tempo fa, il Politecnico prova ad aggiornare i dati dell’ultima rilevazione, ferma al 2016. Le due ricerche, tra l’altro, si pongono anche l’obiettivo di conoscere quali difficoltà e reticenze si celino dietro il mancato sviluppo del digitale negli ecosistemi che ospitano le imprese. Si rivolgono a due diverse tipologia di imprese, proprio perché l’obiettivo della rilevazione annuale è quello di offrire uno spaccato capace di riflettere la situazione in tutte le fasce dimensionali delle aziende. Basti pensare che delle oltre 5 milioni di Partite IVA attive in tutto il Paese, ben 3,2 milioni sono imprese individuali. Le micro imprese, invece, quelle che contano un numero di dipendenti compreso tra 2 e 9, sono 1,5 milioni. Le piccole e medie imprese, con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 249, sono 250.000. Poche le grandi imprese, con più di 250 addetti: 4500.
La situazione al 2016
Secondo i dati del rapporto annuale dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica, le imprese digitali italiane, nel 2016, sono circa 120 mila. Un dato in crescita del 20 per cento rispetto all’anno precedente ma che rimane ancora basso rispetto alla totalità delle aziende. Cosa si intende per impresa digitale? Una società capace di fare ricorso a strumenti digitali a supporto delle relazioni con i partner commerciali, come quelli della eSupply Chain Execution (principalmente Extranet e EDI).
Una sguardo all’Extranet e all’Edi
Per quanto riguarda l’Extranet emerge che sono 430 quelle attive in Italia, utilizzate soprattutto per lo scambio dei principali documenti del Ciclo dell’Ordine. Si tratta nella maggior parte dei casi di ordini e di fatture. Nel 60 per cento dei casi, questi strumenti vengono utilizzati come supporto per gli acquisti, nel 40 per cento come sostegno per le vendite. Le società che fanno ricorso all’Edi per lo scambio di documenti, invece, sono solo 12 mila. Nel 2016, attraverso l’Edi, sono stati scambiati più di 150 milioni di documenti. Anche in questo caso di tratta soprattutto di ordini, fatture e documenti di trasporto.
Le informazioni strategiche sono “riservate”
Lo studio del Politecnico, inoltre, evidenzia una crescente diffidenza da parte delle imprese nella condivisione di informazioni strategiche. L’uso di tecnologie a supporto di progetti collaborativi tra i partner di business di una stessa Supply Chain, infatti, è ancora ridotto. Si preferisce e si riesce a condividere con maggiore facilità, informazioni “operative”. Sì alla condivisione su processi di marketing e comunicazione (30 per cento delle imprese), qualche perplessità alla condivisione per lo sviluppo di nuovi prodotti (14 per cento).