Il futuro del Marketing: il report a cura di Dentsu Creative

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Il futuro del Marketing: il report a cura di Dentsu Creative dal titolo “Creativity at a Crossroads”

Il settore marketing sta conoscendo un profondo cambiamento a livello globale, il quale fa nascere diverse sfide per gli odierni CMO di tutto il mondo. La tecnologia, l’elevata aspettativa del potenziale cliente nei confronti del brand, la maggiore difficoltà nell’ingaggio della Gen Z e il potere della creatività sono alcuni dei principali temi trattati dal nuovo report a cura di Dentsu Creative, dal titolo Creativity at a Crossroads”, che ha visto partecipare al sondaggio oltre 700 CMO provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Spagna e Italia.

Da questo report emergono una serie di spunti interessanti, che andiamo ad analizzare insieme nel nuovo post a cura di Pop Up: bentornati sul nostro portale!

Global CMO Report 2023 di Dentsu Creative “Creativity at a Crossroads”: i principali spunti di discussione

Andando ad analizzare al meglio il report di Dentsu Creative, emerge preponderante il fattore Tecnologia, che unito alla Creatività, divengono due driver fondamentali per il successo delle strategie di marketing di un brand.

Patricia McDonald, Global Chief Strategy Officer di Dentsu Creative e autrice principale del report, osserva: 

“Per conquistare il pubblico oggi dobbiamo connetterci negli spazi e nei luoghi che contano di più per loro. La sfida è che il pubblico sta cambiando: ha nuove aspettative, nuovi comportamenti e nuovi valori plasmati da un mondo profondamente connesso. Le loro aspettative sono aumentate vertiginosamente mentre la loro attenzione si è polarizzata. Oggi più che mai possono immergersi più profondamente nelle cose che amano e trovare più facile ignorare le cose che non amano. Pertanto i brand devono essere costruiti in modi nuovi attraverso le esperienze, la cultura e l’azione. La scelta è semplice: coinvolgere o essere ignorati”.

Tra i temi affrontati nel sondaggio, abbiamo i seguenti:

  • Conquistare il pubblico. In questo caso, la principale preoccupazione del CMO è quella di intrattenere e gestire, con soddisfazione, la relazione con il cliente;
  • Umanità aumentata. I CMO di oggi richiedono esperienze che connettano tecnologia e umanità;
  • Capitale culturale. L’intrattenimento diviene la chiave per instaurare una relazione con l’individuo. Il 79% dei CMO concorda con l’affermazione: “In un mondo in cui la pubblicità è più facile da ignorare, è più importante che mai intrattenere e coinvolgere”.
  • Il purpose diventa reale. Si ritiene che il purpose debba evolversi da un progetto parallelo ad un elemento integrante della strategia aziendale, poiché non esiste più alcuna disconnessione tra ciò che è positivo per la società e ciò che è positivo per il business;
  • Finanziare paure e polarizzazione. La preoccupazione dei CMO a livello globale è finanziare, con le proprie campagne, paure e polarizzazione, soprattutto politica;
  • Intelligenza Artificiale: nemico alla porta. Per quanto concerne l’IA, i CMO sono convinti che sia utile ma non possa sostituire del tutto l’opera dell’uomo;
  • Connected People. Nello specifico, i responsabili marketing di oggi richiedono flessibilità e diversità dalle persone con cui lavorano. Inoltre, credono che le aziende e i brand in grado di mettere in contatto i talenti giusti al momento giusto o di introdurre prospettive uniche per sbloccare nuovi risultati sono quelle che prospereranno in futuro.
  • Prosperare in un mondo connesso. I CMO credono fermamente nella creatività come strumento utile per la crescita economica. Sbloccare la creatività necessaria per prosperare nel mondo connesso di oggi si colloca saldamente all’intersezione tra brand, esperienza e cultura.

I risultati del report legati all’Italia

Se andiamo a guardare le risposte fornite dai CMO italiani intervistati per il report, troviamo che i temi più caldi riguardano la preoccupazione circa l’avvento dell’Intelligenza Artificiale nel settore e nelle attività di marketing. Infatti, se ben l’82% dei CMO italiani dice di pianificare a breve l’utilizzo dell’AI generativa contro solo il 26% della media globale, la maggior parte di questi si dice preoccupato dell’impatto di questa tecnologia sul mondo del lavoro e sulla società.

Un altro elemento chiave di differenziazione tra CMO stranieri e italiani riguarda il ruolo della cultura. Se quasi la totalità dei CMO globali (86%) sono d’accordo sul fatto che i brand dovrebbero creare cultura attraverso la creazione di contenuto e proprietà di entertainment con le quali i consumatori spendono attivamente tempo, soltanto il 68% dei CMO italiani ad oggi ritiene lo stesso.

Infine, la preoccupazione più grande dei CMO italiani è l’ingaggio della Gen Z: un CMO italiano su tre (32%) è infatti preoccupato di come fare marketing alla Gen Z, contro uno su quattro (23%) a livello globale.  

Niccolò Rigo, Chief Strategy Officer, Dentsu Creative Italy, ha così commentato i risultati del report:

“Dalla nostra ricerca viene fuori un’immagine chiara del pensiero e delle priorità dei CMO italiani. Innanzitutto, la convinzione che la creatività debba giocare un ruolo chiave nella crescita economica. Questo per spingere un’industria, quella della pubblicità, che deve imparare a prendersi più rischi per raggiungere i propri obiettivi e creare una relazione forte con i consumatori, specialmente con le nuove generazioni. Nella convinzione che per fare seguito a questa esigenza, il partner giusto è quello che sa dare una visione integrata evitando di chiudersi in silo verticali e sapendo cogliere a pieno le potenzialità delle nuove tecnologie, AI in primis”.

Il report a cura di Dentsu Creative da oggi è disponibile anche online all’indirizzo: https://www.dentsucreative.com/news/CMO-report-2023-download.

Alla prossima con gli approfondimenti a cura di Pop Up!