Marketing Sportivo: l’importanza di una T-shirt

“Dio creò il rugby perché anche i calciatori hanno bisogno di eroi“
Tale massima è venuta sicuramente in mente all’arbitro gallese Nigel Owens mentre richiamava il giocatore scozzese Stuart Hogg per aver simulato un violento colpo ricevuto dall’avversario durante la partita Scozia-Sudafrica all’ultimo Mondiale di rugby: “Torna tra 15 giorni che qui ci sarà una partita di calcio”. Sono convinto che Dio, divertito dall’esternazione acuta dell’arbitro abbia acquistato la t-shirt!
A pochi giorni dal match Italia-Spagna negli ottavi degli Europei, che stanno calamitando anche i più immuni alla scorpacciata mediatica del calcio, i vari brand d’abbigliamento sportivo se la giocano a chi riesce a veicolare al meglio messaggi emozionali da fare indossare. Se la maglia della Nazionale fosse quotata in borsa, l’appello del ct Conte di vestire di azzurro come segno di unità e sostegno, farebbe balzare ai massimi storici un titolo: AZZURRO.
Un’emozione si ricorderà sempre: è così che i brand dell’abbigliamento sportivo costruiscono il loro punto di forza, perché creano immedesimazione. Fatto il prodotto tocca alla comunicazione per il lancio, ma se già uno slogan sulla t-shirt o il suo colore sono una strategia di marketing dall’identità ben strutturata, serve la comunicazione al fine di ricavarne ritorni d’immagine? Serve per passare dall’iniziale fase di accettazione alla complicità, e raggiungere così lo status di contenuto virale attraverso interazioni, selfie e condivisioni sui social, che avvengono tra un calcio di punizione e gli Olé contagiosi sugli spalti.
Tutte le scritte e i colori hanno uguale diritto di cittadinanza e le occasioni di acquisto si moltiplicano, soprattutto se legate ad eventi sportivi. Ormai, con l’avvento dell’E-commerce e la visibilità sui social è molto più facile buttare nella mischia t-shirt sportive con motti vari e farle diventare pop. Quindi la scritta divertente o il colore sono già un’eccellente strategia di marketing sportivo. Dall’asfalto allo stadio, dall’armadio al selfie, il passo è breve.
Non credo che sia difficile immaginare che l’appello di Conte andrà a segno: il suo messaggio è una forma di comunicazione pubblicitaria gratuita, che raggiunge senza filtri efficacemente il tifoso ovunque si trova. Perché? Perché lo sport, in questo caso l’Europeo di calcio, è contraddistinto dall’emozione, che oltre ai protagonisti, coinvolge anche il pubblico e i media e per i vari brand d’abbigliamento sportivo, il momento in cui la tensione emotiva investe positivamente il pubblico, è il momento ideale per fare un assist da B2C.
Per il marketing sportivo la T-shirt diventa il proprio segno di distinzione, ma al tempo stesso di aggregazione con un gruppo di persone che si immedesima negli stessi valori. Non è niente di differente rispetto a community come i “Ducatisti” oppure ai patiti di Apple. Lo sport è passione e condivisione, ma anche di rivalità accesa proprio dall’appartenenza a determinati colori.
Mercoledì 22 giugno alle ore 21.00 a Lille (Francia) il mare azzurro italiano abbraccerà il verde smeraldo delle colline irlandesi e io ci sarò con la mia maglia azzurra.