Confezionamento alimentare: tutto quello che c’è da sapere sul co-packing

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Il confezionamento alimentare comprende una serie di processi diversi, il cui risultato finale è un prodotto perfettamente imballato e valorizzato tramite il packaging primario e secondario. 

Oggi le aziende agroalimentari tendono a delegare alcuni processi legati al confezionamento dei prodotti, affidando alcune operazioni specifiche in outsourcing a dei partner specializzati.

Tra i servizi per cui è possibile rivolgersi a imprese specializzate c’è il co-packing o contract packaging, ossia il processo di imballaggio complessivo di un prodotto nel suo packaging finale.

In particolare, una volta che il prodotto è imballato può essere rilavorato, ovvero sottoposto ad ulteriori procedimenti che ne modificano l’aspetto esterno attraverso l’aggiunta di alcuni elementi al packaging primario, come un packaging secondario o l’etichettatura.

Questo processo può essere realizzato direttamente nella linea di produzione o da un co-packer, un’azienda specializzata nel confezionamento che realizza in partnership con il produttore alcune operazioni di imballaggio. In alternativa, il co-packing può anche essere affidato all’operatore logistico che si occupa dello stoccaggio e del trasporto dei prodotti alimentari.

Come funziona il co-packing nel confezionamento di prodotti alimentari

Esiste un’ampia gamma di procedimenti che possono essere effettuati nell’ambito del co-packing.

Uno di questi è l’applicazione di un packaging secondario, ossia un imballaggio che non entra in contatto con i prodotti alimentari confezionati e serve a proteggere, valorizzare e raggruppare il contenuto di uno o più imballaggi primari. 

Si può anche scegliere di aggiungere soltanto una parte del packaging secondario, per esempio una confezione che riunisce varie unità di prodotto, oppure un ulteriore imballaggio per aumentare la resistenza complessiva del packaging o inserire determinate caratteristiche informative o promozionali.

Nell’ambito del co-packing le industrie alimentari possono affidare a terzi la filmatura dei prodotti, richiedere un diverso formato per la distribuzione e la commercializzazione rispetto a quello utilizzato in produzione, oppure stabilire un cambio di assortimento

Può rientrare nel co-packing anche il kitting, una strategia logistica che consiste nell’assemblaggio di prodotti a partire da una serie di elementi forniti dal produttore. Lo stesso può avvenire con l’inserimento dei prodotti negli espositori per la vendita, oppure con la realizzazione di alcune operazioni tecniche come la pesatura e la prezzatura. 

L’azienda che si occupa di co-packing può anche occuparsi di procedure come la progettazione dell’imballaggio finale, la stampa di alcuni elementi grafici, fino ad attività legate alla supply chain come l’immagazzinamento e il trasporto dei prodotti

Ovviamente, in ambito alimentare il co-packing viene realizzato nel rispetto della catena del freddo, quando interessa prodotti deperibili come gli alimenti freschi, termosensibili e surgelati. Ciò rende necessaria la disponibilità di stabilimenti idonei, ossia ambienti a temperatura controllata per mantenere i prodotti alimentari in un range termico specifico.

Vantaggi e opportunità del co-packing nel settore agroalimentare

Il co-packing è una soluzione molto apprezzata dalle aziende agroalimentari, grazie ai molteplici vantaggi che è in grado di offrire. Un aspetto importante è legato alla riduzione dei costi aziendali, poiché è possibile confezionare qualunque tipo di prodotti alimentare in modo ottimale senza sostenere ingenti investimenti in macchinari, attrezzature, strutture e personale specializzato. Il co-packing è anche un sistema flessibile e scalabile, in grado di adattarsi alle esigenze di ogni azienda e supportare la crescita del business.

Attraverso il co-packing è possibile mantenere elevati standard di qualità, basta selezionare con attenzione i partner con cui collaborare per l’esternalizzazione dei processi di confezionamento. 

È inoltre possibile valorizzare i prodotti per i consumatori, tramite l’applicazione di elementi promozionali come bande adesive, etichette ed espositori. 

Un altro beneficio del co-packing riguarda la possibilità di studiare soluzioni per ottimizzare i costi logistici, ad esempio cambiando il packaging secondario per aumentare il numero di unità di prodotto che possono essere imballate, riducendo le spese e, di conseguenza, il prezzo unitario del prodotto venduto ai clienti finali. 

Il co-packing aiuta anche a migliorare la sostenibilità dei prodotti, valutando con i propri partner le soluzioni più efficaci per ridurre l’impronta ecologica dell’imballaggio alimentare, con un valore aggiunto per la reputazione del brand e un maggiore appeal dei prodotti tra i consumatori. 

L’attività di co-packing permette inoltre di personalizzare il packaging dei prodotti alimentari in modo efficiente, velocizzando i processi di confezionamento per rispettare la corta shelf-life dei prodotti deperibili. 

Naturalmente bisogna studiare la soluzione di co-packing più adatta alle proprie esigenze, valutando con attenzione la tipologia di prodotti e il tipo di risultati che si vogliono ottenere.