Il nostro focus di oggi per “Voci dal mondo” ci porta a fare un salto nella capitale irlandese, passando per Milano, con breve sosta a Napoli. Oggi abbiamo il piacere di parlare con Iulia Cochior, italiana di origine romena, che dopo aver conseguito la Laurea in Economia, e aver lavorato per una grande società di consulenza ha deciso di cambiare aria, e ha scelto Dublino per vivere la sua seconda vita.
Ciao Iulia, puoi parlarci del tuo lavoro? Di cosa ti occupi a Dublino?
Ciao Francesco, mi occupo principalmente di Export in Italia, ma mi occupo di fornire consulenza sia sul mercato francese, irlandese e nord irlandese, con svariate mansioni: reports e analisi, marketing, ricerche di mercato etc
Come mai hai deciso di lasciare l’Italia, e una regione comunque ricca di lavoro come la Lombardia per emigrare in Irlanda? Ti manca l’Italia? Cosa ti manca? E cosa non ti manca affatto?
Finita l’università ero impiegata in una delle società di revisione, nel dipartimento accounting, oramai una delle poche posizioni disponibili per chi esce dalla Facoltà di Economia. Le condizioni e l’ambiente lavorativo, oltre che le prospettive di carriera non mi soddisfacevano, infine come spesso succede non c’è stato il rinnovo del contratto. Spinta da questa delusione e dal desiderio di rimettermi alla prova e migliorare l’inglese, da sempre ambito, ho deciso di tentare la fortuna all’estero.
L’Italia non mi manca per ora, ma mi manca il cibo, gli amici e il poter esprimersi senza sforzi. Non mi manca la routine, poichè qui c’è sempre un’ampia scelta, gli orari lavorativi poi ti permettono di poter vivere più serenamente.
Puoi spiegarci la differenza tra fare il proprio lavoro in Italia e farlo in Irlanda? Quali differenze riscontri come approccio al lavoro, orari, paghe, benefit, ecc?
Quello che ho potuto percepire è che il lavoratore viene visto come risorsa e non come costo, i salari sono dignitosi e rispettano il prezzo deciso dal mercato per quella specifica posizione (nel momento del colloqui DEVI contrattare il salario, cosa che in Italia per chi è alle prime armi non deve nemmeno osare fare). In Irlanda, molti 30enni occupano già posizioni esecutive, cosa che in Italia prima dei 40/45 anni non potresti mai ambire. Inoltre, gli orari del lavoro sono rispettati in pieno, quindi il trade-off vita / lavoro è molto positivo. Premesso questo non è tutto oro ciò che luccica.
Parlarci un po’ di Dublino e della cultura irlandese…
Ho scelto Dublino perché è una città a passo d’uomo, la cosa che amo di più, ed è una città molto dinamica. Inoltre è una città multietnica e piena di risorse! Gli irlandesi hanno la fama di essere amichevoli e l’esperienza lo ha comprovato; nei pub non ci metti molto a parlare con qualcuno e fare amicizia.
A mio avviso le culture anglossassoni sono molto individualiste, cosa che le rende molto diverse dalla nostra cultura mediterranea.
Conosci altri italiani che hanno preso la tua stessa strada e che poi si sono stabiliti li? In quali settori professionali?
Si, a Dublino ci sono molti italiani. Il settore sempre alla ricerca di personale è certamente l’ IT, grazie alle sedi di grandi società come Google, Yahoo, solo per nominarne alcune. Ma gli italiani ci sono in tutti i settori, ognuno con le proprie competenze linguistiche e professionali, ma soprattutto il proprio percorso.
Cosa pensi sia importante conoscere e imparare per potersi integrare in un paese come l’Irlanda? Cosa consigli agli italiani che vogliono andare a vivere li?
Penso che la lingua non si smette mai di apprenderla. Il consiglio che posso dare è partire muniti di senso di adattamento. All’inizio non sarà facile, ma alla fine ce la si fa e questa esperienza ti cambia profondamente arricchendoti molto.
Quali sono i passaggi burocratici che occorre fare per potersi stabilire lavorativamente in Irlanda?
L’ Irlanda fa parte della UE, anche se sono cambiate molte cose da quando sono arrivata, le principali sono: un lavoro per avere il PPS number (il nostro codice fiscale) e serve un conto bancario che si apre solo con la residenza comprovata sul territorio (una bolletta intestata, di solito è accettata). Per quanto riguarda la parte fiscale c’è un periodo di “Emergency tax” nel quale si viene tassati di più ma poi restituita.
Cosa pensi che possa cambiare nei prossimi anni nel tuo settore? E quanto pensi siano importanti il marketing (anche digitale) e la comunicazione per un’azienda come la vostra?
Con la globalizzazione i settori di Import/Export diventano vitali, le produzioni vengono spostate e i prodotti sono accessibili a tutti, da qualsiasi parte del mondo. Il trend mostra che l’online sta diventando sempre più importante e le persone cominciano ad acquistare in Internet sempre più, quindi le aziende si devono adattare ed organizzarsi in tal senso. In questo scenario la comunicazione, da sempre importante, ora diventa cruciale, oserei dire…
Giochiamo: se dico Irlanda qual è la prima parola o aggettivo che ti viene in mente? E se dico Italia?
Irlanda: natura.
Italia: storia.
Un saluto e un auspicio a tutti i lettori di “Voci dal mondo”…
Ringrazio per l’intervista ed un “in bocca al lupo” a tutti quelli che vogliono mettersi alla prova, in Italia oppure altrove.