Super Bowl 2017: tra show business e spot milionari 

Ed eccoci qui. E’ arrivato il momento di parlare dell’evento sportivo più importante nel panorama sportivo americano: il Super Bowl 2017. Tra quarterback e linebacker concentrati sul pallone ovale più importante dell’anno, tra spettacoli da lasciare a bocca aperta e spot che fanno la storia dell’advertising, è andata in porto la prima edizione con la numerazione romana, che è stata reinserita dopo aver raggiunto l’edizione numero 50 per motivi di “bellezza” del logo stesso che ricordiamo essere targato Tiffany & co. E allora cominciamo la narrazione di questo entusiasmante Super Bowl LI, tenutosi la scorsa domenica alle 18.30, ora locale al NRG Stadium a Houston e che ha visto protagonisti gli England Patriots contro gli Atlanta Falcons. Si tratta del nono Super Bowl per i Patriots che hanno così raggiunto il record di presenze della NFL. Ma non solo, perché è anche il settimo Super Bowl di Tom Brady, il quarterback che incarna la figura dell’eroe moderno che sostiene di vedere in suo padre l’idolo da emulare, il marito perfetto di Gisele Bundchen ed il giocatore di Football americano più forte della storia moderna. 

Bando alle ciance iniziamo il racconto del Super Bowl 2017 partendo ovviamente dal momento più emozionante per tutto il globo interessato all’evento e contemporaneamente il più odiato da chi il Super Bowl lo vive dal campo o come tifoso: l’Halftime show.

Lo show nello show: l’Halftime firmato Lady Gaga  per il Super Bowl 2017

Lady Gaga non ha di certo tradito le aspettative ed è stata la protagonista di uno show sensazionale. Tredici minuti di puro spettacolo che hanno ricordato a tutti quelli che lo avessero dimenticato, la divinità del pop.

Sponsor dell’halftime show è stata Pepsi Zero Sugar, il cui logo è addirittura apparso nel cielo alla fine dello spettacolo, insieme a quello di Intel, che ha fornito i droni per le coreografie in quel di Houston, e della bandiera degli Stati Uniti durante lo show.

Vestita con un body spaziale e truccata con una maschera di paiellettes ha intonato senza paura God Bless America, strizzando così ironicamente l’occhio in modo molto poco velato al nuovo presidente degli Stati Uniti e alle sue mire molto poco democratiche. Ma il bello doveva ancora arrivare,  la diva del pop si è letteralmente lanciata nel vuoto dal tetto dello stadio, e ha proseguito la sua performance, mandando in scena i suoi pezzi forti: Poker Face, Born This Way, Telephone, Just Dance, Million Reasons, Bad Romance. Volete sapere il numero di spettatori che hanno assistito all’evento? Solo negli States lo show è stato visto da 100.000.000 di persone. La risonanza maggiore è stata ovviamente sui social che sono letteralmente impazziti al momento dello show scatenandosi con commenti, meme e  gif  di tutti i colori. La celebrazione del mito è continuata con  le celebrities di tutto il mondo che hanno mostrato tutta la loro adorazione per lo spettacolo della Mother Monster. Senza dubbio la performance è stata pensata ed eseguita in modo che fosse il più possibile gif-able e meme-able e che avesse quindi la massima condivisione possibile su tutti i social esistenti. Di seguito alcune delle gif più esilaranti prese da glamour.it e i post delle star:

lad-gaga-super-bowl-halftime-show Superbowl 2017

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Perché investire negli spot durante il  Super Bowl 2017

Passiamo ora alla parte del Super Bowl più vicina a noi: gli spot durante il match. Come tutti saprete le aziende di tutto il mondo investono cifre da capogiro pur di vedere il proprio prodotto/servizio durante la gara, e la finale del campionato di football non è stato affatto da meno. Credete siano eccessivi 4 milioni e mezzo di dollari per un annuncio di trenta secondi durante il Super Bowl? Beh non la pensano così le moltissime aziende che fanno letteralmente a gara per aggiudicarsi i secondi più preziosi dell’anno.

Haiyang Yang, esperto di marketing e professore associato alla facoltà di ricerca della Johns Hopkins University Business School, come riporta topsport,  sostiene che:

Aumentare la consapevolezza del marchio e dell’immagine è la migliore motivazione per gli inserzionisti che cercano nella manifestazione una finestra di visibilità commerciale.

Yang ha cercato di analizzare tutti i pro e i contro della decisione di andare live con uno spot durante il Super Bowl:

Le aziende, nel momento della decisione, tengono in considerazione principalmente due aspetti: il primo è l’obiettivo che si vuole raggiungere, quello cioè  di arrivare ad una visibilità di primo livello. Uno spot pubblicitario, inserito durante l’incontro, offre all’inserzionista la possibilità di essere notato da oltre 100 milioni di consumatori in soli trenta secondi, che è statisticamente la durata media di un messaggio. Altro ragionamento molto in voga tra le aziende che fanno questa costosissima scelta, è credere che spendere cifre esorbitanti per pubblicizzare il proprio prodotto/servizio significhi ricordare ai potenziali acquirenti la sua esistenza e dare grande importanza al legame con i clienti.

Inoltre le statistiche parlano chiaro anche in termini di capacità impressiva di questi spot: la maggior parte degli annunci prima, dopo, ma soprattutto durante il match, restano molto più impressi nella mente del consumatore dal momento che lo stesso tenderà a ricordarle a braccetto con l’evento nel quale erano inserite.

Gli studi analitici portati avanti sugli spot sono molto chiari anche in termini di “piacere” generato negli spettatori: una serie di fattori influisce sulla percezione che il pubblico ha dell’azienda in questione. Se l’annuncio è ben pensato, se racconta una storia accattivante, se diverte e se soddisfa l’aspettativa, allora l’investimento sarà stato senz’altro ben fatto. E’ molto importante inoltre che gli spot seguano quello che è lo spirito tipico del Super Bowl: divertimento, sensazionalità, goliardia, americanità. Ricordiamoci però che parliamo pur sempre di un’arma a doppio taglio per le aziende: gli spettatori usualmente inclini ad elevarsi a giudici supremi di fronte agli spot, diventano ancor più critici quando si tratta di osannare o affossare completamente gli spot del Superbowl, perciò è fondamentale sapere esattamente cosa fare e come farlo. Se tutto ciò è stato vero ogni anno, lo è a maggior ragione quest’anno dove fare un passo falso in termini politico-sociali era più semplice che mai. Tutto ciò però non ha fermato le aziende che si sono giustamente battute pur di essere presenti con i loro pochi secondi di video.

Perché crediamo, in sintesi, che sia giusto investire in qualcosa di rischioso, impegnativo tagliente ma soprattutto costoso? perché “smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è come fermare l’orologio per risparmiare il tempo” come disse Henry Ford.

 

Gli spot più belli del Superbowl 2017.

Concludiamo con una carrellata degli spot più belli di questa cinquantunesima edizione del Super Bowl. Tra i più toccanti, socialmente impegnativi (lotta alla parità dei sessi di Audi), difensori degli animali (Melissa McCarthy per Kia), politicamente insinuanti (Budweiser 2017 e Coca Cola per l’integrazione), divertenti (i Guardiani della Galassia per Marvel e John Malkovich per Squarespace), videogames addicted (Nintendo).

Come da consuetudine non parleremo oltre e lasceremo la scena interamente agli spot. Buon divertimento e non dimenticate di dirci il vostro spot preferito!

https://www.youtube.com/watch?v=7u6M18M3D0s&feature=youtu.be