La Cina impone nuove regole sull’esportazione di tecnologia proprietaria che potrebbero fermare la vendita di TikTok agli americani
Eccoci di nuovo a discutere sull’argomento che sta tenendo tutti con il fiato sospeso: la vendita agli americani di TikTok. Infatti la telenovela continua e si arricchisce di nuovi colpi di scena: è apparsa poco fa la notizia, diffusa dal Wall Street Journal, che il governo cinese ha annunciato venerdì un nuovo piano normativo che vieta l’esportazione di tecnologia proprietaria all’estero. Ciò vuol dire che tutto ciò che riguarda l’elaborazione di nuove tecnologie, comprese gli algoritmi e i codici proprietari, non potranno essere esportate in un altro paese.
Come riportato dal Wall Street Journal:
“Le nuove restrizioni, svelate venerdì dai ministeri cinesi responsabili del commercio, della scienza e della tecnologia, riguardano le tecnologie di elaborazione dati e di elaborazione dati come l’analisi del testo, la raccomandazione di contenuti, la modellazione e il riconoscimento vocale. Le tecnologie nell’elenco non possono essere esportate senza una licenza delle autorità commerciali locali”.
Ciò vuol dire in soldoni che se gli americani acquistassero davvero TikTok, vedrebbero acquistati solo il marchio e una shell dell’app, ma non gli algoritmi che ne consentono il funzionamento. Cioè acquisterebbero, in pratica, una scatola vuota. Ovviamente ciò renderebbe inutile l’acquisto dell’app da parte di Microsoft, che non spenderebbe mai 30 miliardi di dollari per comprare un logo. Come notato, infatti il punto di forza di TikTok è il suo algoritmo proprietario di condivisione e distribuzione dei contenuti, che offre l’opportunità a qualsiasi utente di divenire virale con una singola clip, concentrandosi sul singolo caricamento e non sulle prestazioni passate degli utenti o sulla dimensione relativa del pubblico.
A tale notizia riportata dai media americani, però, nessun organo di governo cinese o di ByteDance ha replicato o lasciato un commento.
Se davvero fosse confermata la notizia, si tratterebbe dell’ennesimo colpo di scena in una guerra senza esclusione di colpi tra Washington e Pechino per la supremazia economica sul mondo. Un pianeta sempre più tecnologico e digitalizzato, in cui applicazioni, codici proprietari e algoritmi tendono a decidere le nostre vite.