Le Interviste di Pop-Up Magazine: intervista a Mario Erro
Le interviste di oggi del magazine intervistano un professionista che lavora nel mondo della pubblicità, Mario Erro, con cui discutere di comunicazione e del mondo in cui lavora.
1) Ciao Mario, parlaci un po’ di te: cosa fai nella vita?
Attualmente lavoro nel team di pubblicitá di Mediaset-España a Barcellona. Sono un ragazzo napoletano di 34 anni ed ho vissuto 6 anni a Londra, da circa due anni lavoro nel mondo della pubblicitá a Barcellona, Spagna. E ne sono entusiasta!
2) Come è nata la passione per il tuo lavoro e come hai cominciato a muovere i primi passi verso questo tipo di carriera?
Ho iniziato a lavorare in pubblicitá circa due anni fa per pura coincidenza visto che nell’azienda in cui lavoravo cercavano un gestore di campagne di pubblicitá (online) ed hanno deciso di puntare su di me pur non avendo esperienza. Questo ci insegna che a volte il giusto atteggiamento nel lavoro puó aprire molte porte. All’inizio è stata dura perchè ho dovuto imparare tutto da zero, ma ero cosciente della possibilitá che mi era stata offerta e non volevo sprecarla!
3) Cosa significa lavorare in questo settore? Puoi svelare ai nostri lettori la tua giornata lavorativa tipo?
Lavorare nel settore della pubblicitá è estremamente interessante soprattutto perche é un settore in continua evoluzione e che va di pari passo con il progresso tecnologico. La mia giornata lavorativa, in ufficio, consiste nel gestire campagne di pubblicitá online in tutte le pagine web del gruppo Mediaset (ricezione del contratto di pubblicitá, contatto con le agenzie, gestione del “adserver”, invio di reports al cliente). Sicuramente è un settore in espansione.
4) Cosa pensi dello sviluppo dei Social Media e del Digital Marketing nell’attività aziendale odierna?
Mi sembra piú che positivo lo sviluppo del Digital Marketing per l’attività aziendale, certo con la giusta misura.
5) Credi che pubblicità tradizionale e digital adv possano coesistere? O credi che prima o poi la pubblicità sul web avrà la meglio su quella tradizionale?
Credo che la pubblicitá online abbia sicuramente acquisito un peso importante, ma non ci dimentichiamo che quella tradizionale e soprattutto quella in TV continuano ad avere un peso macroscopico nel mercato globale. Le grandi marche sono coscienti che esistono alcuni target di clienti (per esempio casalinghe o persone di una certa etá) che ancora usano la pubblicitá tradizionale e non quella digitale per la scelta dei prodotti da comprare. Quindi credo che possano, o meglio, debbano coesistere.
6) Come credi debba essere un ambiente di lavoro per poter sviluppare a pieno le potenzialità di un lavoratore? Hai mai trovato quest’ambiente in Italia?
Positivo, allegro, dove ogni impiegato si senta parte del processo. In Italia ho lavorato poco nel settore ma credo che dipenda molto dalla politica aziendale, grandezza della ditta e dai capi che ti ritrovi, a prescindere dal paese.
7) Cosa trovi di differente nel posto in cui ti trovi oggi, rispetto a quando eri nel nostro paese rispetto ad una serie di parametri come livello di stress, condizioni lavorative, diritti dei lavoratori, livello di ascolto delle esigenze del lavoratore? Qualcosa che ti manca dell’Italia? E qualcosa che proprio non ti manca…
Dell’Italia sicuramente non mi manca nulla dell’aspetto lavorativo visto che sia in Inghilterra che in Spagna ho sempre lavorato con contratto regolare e soprattutto con ottime condizioni lavorative. Per quello che sento non tutti i giovani in Italia possono dire di aver avuto questa fortuna. Mi manca sicuramente la famiglia e la cittá in cui sono nato, non posso dire lo stesso della situazione politica e del degrado che purtroppo sta avvolgendo il nostro paese (urbanistico, politico e lavorativo).
8) Cosa ti sentiresti di dire ai ragazzi che ogni anno lasciano il nostro paese per cercare una vita migliore all’estero? E cosa suggeriresti ai massimi esponenti del governo per cercare di ridurre il gap che ancora oggi ci differenzia dai paesi più avanzati da un punto di vista tecnologico?
Ai ragazzi mi sento di dire: coraggio e partite al piú presto, c’è sempre tempo per tornare indietro semmai ce ne fosse bisogno 😉 Ai massimi esponenti politici non mi sento di dire nulla visto che credo che i maggiori responsabili di questa crisi siano loro e ne siano piú che coscienti.
9) Quali sono secondo te le fasi più importanti nella costruzione di una campagna pubblicitaria? E cosa secondo te in Italia da questo punto di vista non funziona?
Capire le esigenze del cliente e soprattutto suggerire formati nuovi e innovatori che possano generare tendenza. La corretta gestione della campagna dall’inizio alla fine.
10) Un saluto e un auspicio a tutti i lettori di Pop-Up…
Cari lettori di Pop-Up, so che spesso non è facile decidere di lasciare tutto e partire per una meta sconosciuta, ma vi assicuro che almeno per quanto mi riguarda la decisione di partire mi ha migliorato come persona e mi ha aperto gli occhi sulla situazione lavorativa globale. Il consiglio che mi sento di dare a TUTTI i lettori è: leggete, pensate con la vostra testa, studiate e informatevi/tenetevi aggiornati sulle novitá che vi circondano! I politici preferiscono un popolo di ignoranti, è molto piú facile da gestire 😉
Tutti commenti e feedback riguardanti l’intervista saranno molto graditi.