Chiara Cioffi: CMO della Givova Scafati Basket si racconta a Pop Up Magazine
Anche le società sportive di pallacanestro, così come ogni altro tipo di azienda, devono fare i conti con concetti di business e strategie di marketing, utili a posizionare il proprio brand ai vertici dell’attenzione degli sponsor e ai vertici della passione dei propri tifosi.
Quindi benefici e crescita della notorietà di una squadra di basket sono l’effetto di assorbimento della spinta della palla sul parquet, tra Business e Marketing.
Ma andiamo a sentire cosa ci racconta a proposito Chiara Cioffi, CMO della Givova Scafati Basket.
Buongiorno Chiara e benvenuta su Pop Up Magazine! Presentati ai nostri lettori brevemente raccontandoci del tuo lavoro come Marketing Manager presso Scafati Basket..
Lavoro per lo sport da circa 5 anni e questo è il mio terzo anno con la Givova Scafati Basket. Ho un curriculum in economia aziendale con master in social media marketing e una forte passione per la palla a spicchi.
Perché é importante il ruolo di Marketing Manager in una squadra di basket ed in generale in una squadra sportiva?
Per molteplici aspetti. Innanzitutto lo sport è come un qualunque prodotto messo sul mercato, non lo venderai se nessuno sa che esiste. Inoltre lo sport vive in misura prevalente delle sponsorizzazioni che riceve, ma è tutto concatenato: lo sponsor arriva se individua una reale opportunità di mercato o – magari – se attraverso la sponsorizzazione può partecipare ad una condivisione di valori con la società sportiva.
Il Marketing Manager ha il compito di alimentare positivamente questo cerchio, individuando le giuste strategie per incrementare la visibilità della squadra e quindi dare nuove motivazioni agli sponsor per investire.
Il campionato é iniziato da poco, hai già messo in atto qualche nuova strategia di marketing rispetto alla stagione passata?
Negli ultimi due anni si è fatto un buon lavoro di coinvolgimento sul territorio, complice anche un ottimo campionato disputato sul campo. Tuttavia le strategie di marketing non possono prescindere dalle vicende sportive e quelle purtroppo non sono prevedibili perciò, in qualche modo, vanno adeguate strada facendo. Siamo ancora in una fase di assestamento e bisogna capire dove possiamo arrivare, altrimenti si rischia di ottenere l’esatto contrario. A volte anche gli obiettivi di inizio anno si modificano nel breve termine e bisogna rimodulare certe scelte comunicative. In alcuni casi la programmazione tecnica si ferma al breve termine e quindi il marketing deve seguirla.
Quali sono le migliori strategie a tuo avviso per avvicinare uno sponsor ad una realtà sportiva?
Lo sport risveglia sentimenti e valori forti, si tratta di un potenziale unico che non può non essere sfruttato. Credo che la strategia giusta sia fare leva sugli aspetti che sfruttano tale potenziale creando eventi e stabilire con gli sponsor un accordo di cooperazione continua e coinvolgimento affinché il rapporto non si chiuda nella mera firma del contratto.
Parlando del territorio, qual é il coinvolgimento di aziende e sponsor locali in un’ottica di comunicazione e marketing?
In eventi culturali, solidali, nei progetti rivolti ai bambini e ai giovani. Nella possibilità di portare i propri prodotti come “official sponsor” anche solo per alcuni eventi straordinari. Online sui social network. Lo scorso anno, a seguito della vittoria della Coppa Italia, abbiamo portato fisicamente la coppa ai nostri sponsor più vicini con la campagna #sharingcup: semplicemente organizzavamo un incontro brevissimo presso gli sponsor per scattare qualche foto in sede con la coppa (portata ovviamente da uno degli atleti del team) che poi avremmo pubblicato sui nostri social network. E’ stata una giusta intuizione arrivata dopo aver visto, al termine della finale, che tutti volevano assolutamente una foto con la coppa. E’ durata mesi e tutti gli sponsor aspettavano la mia chiamata per l’appuntamento, si sono tutti sentiti partecipi e responsabili di quella vittoria. Se la squadra ottiene ottimi risultati è anche grazie agli sponsor, questo è il messaggio che bisogna mandare.
Cosa ti piace del tuo lavoro presso Scafati Basket? Raccontaci un po’ l’ambiente che si respira in una squadra di basket come la tua, e cosa ci vuole per vincere secondo te nello sport?
Adoro il mio lavoro, permette di sperimentarmi in cose nuove ogni giorno; è dinamico, divertente ma allo stesso tempo complesso. Non è una passeggiata come molti possono pensare, ci sono numerose responsabilità e il fattore tempo è una componente stressante. Tuttavia è proprio questa complessità che, rapportata al tempo, ti fa comprendere quanto i limiti siano solo nella nostra mente. E poi mi piace stare a contatto con i tifosi, è fondamentale per capire i loro pensieri e le loro preferenze. Secondo me per vincere nello sport ci vuole costanza, umiltà, lavoro di squadra e… un pizzico di fortuna!
Non si trovano molte donne nel tuo ruolo, nello sport. Cosa si potrebbe fare, secondo te, per aumentare i numeri delle donne nel management sportivo italiano?
In questo alcuni sport sono probabilmente più indietro di altri. Nella pallacanestro mi trovo spesso ad interfacciarmi con donne. E’ pur vero che non è un lavoro che ti lascia molto tempo libero, ma questo vale per qualunque figura di marketing e social media marketing, anzi oserei dire per qualunque lavoro manageriale oggi, bisogna essere sempre online, sempre connessi. Non è stato comunque semplice entrare in un ambiente completamente maschile, ma sono stata tenace e soprattutto ho avuto tre persone (Acanfora – Longobardi- Rossano) che hanno scommesso su di me e creduto in me negli ultimi tre anni. Credo che col tempo ogni differenza andrà finalmente a scemare, siamo nel 2016!
Puoi parlarci delle strategie di social media marketing applicate in Scafati? Cosa fate per relazionarvi con il vostro pubblico? In generale che importanza ha al momento il digital marketing in una società di basket come la vostra?
Il digital marketing è la base. E’ il modo più semplice ed efficace per comunicare le cose. Attualmente la nostra strategia è orientata su un piano editoriale realizzato su tre canali principali: Facebook, Twitter ed Instagram. Non è completamente escluso Youtube, tuttavia non siamo ancora in grado di realizzare i contenuti necessari per un buon piano editoriale del nostro canale video.
Nella scelta dei contenuti, essendo prima tifosa e condividendo con i miei utenti lo stesso legame affettivo, probabilmente sono agevolata nel prevedere la sensazione legata ad una scelta tecnica, una vittoria o una sconfitta. E questo è uno degli elementi di difficoltà, stare online vuol dire soprattutto esporsi ai commenti degli altri. Così la passione e la conoscenza dello sport sono elementi di prioritaria importanza, indispensabili alla valutazione dei contenuti da postare sui social network.
Prossimi step sportivi e di marketing di Scafati?
C’è appena stato un cambio alla guida del team, una scelta tecnica positiva anche per il marketing perché condivisa e sperata dai tifosi. Le aspettative adesso sono più alte, ma anche la voglia di fare del team. Metteremo in risalto questo aspetto e torneremo a scendere in campo e tra la gente per riprendere l’entusiasmo un po’ affievolito dalle ultime vicende sportive.
Un saluto ai lettori di Pop Up Magazine..
Saluto tutti i lettori di Pop Up Magazine, spero di aver fornito una chiave di lettura realistica di quanto avviene in una società sportiva e dei conseguenti risvolti nell’ambito marketing.
Grazie Chiara per averci dedicato il tuo tempo e in bocca a quel lupo simpatico (la mascotte della Scafati) per il tuo lavoro e per il campionato.
Cari marketing manager di squadre di basket, un consiglio: affilate le armi e tornate a lavorare perché Chiara é competitiva, dalle idee “chiare” riguardo al marketing vincente per la pallacanestro italiana. Ne sentiremo ancora parlare a lungo.