travel blogger
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Le interviste di oggi di Pop Up Magazine intervistano Monica Liverani, travel blogger e appassionata di food.

  • Ciao Monica parlaci un po’ di te:

Monica: blogger, una casa, un marito, una figlia teenager. Fino a qualche mese fa ero una lavoratrice dipendente a tempo pieno, ma la crisi ha colpito anche la florida e produttiva Emilia Romagna. Viaggio, scrivo, mangio e cucino: la seconda passione predominante della mia vita è il food. Ho frequentato per un po’ la scuola Serale Alberghiera, che non ho potuto portare a termine per via degli orari da lavoro dipendente, prima o poi finirò anche quella. Viaggio quasi esclusivamente con la mia famiglia e on the road (ma non solo): facciamo migliaia e migliaia di km in giro per l’Europa, con la nostra Maggiolina, la tenda da tetto. Il nostro modo di viaggiare è piuttosto economico. Ma d’altra parte la mia filosofia è sempre stata: si può anche dormire sotto un ponte, l’importante è andare.

  • Quando è nata l’idea del tuo portale e come ti è venuto in mente il tema principale?

Il mio blog è nato nel 2012. Quando è nato non aveva un unico tema principale, era semplicemente uno spazio che raccoglieva impressioni, esperienze e pensieri sparsi. Non a caso si chiama Idee Di Tutto Un Po’: è nato come diario, contenitore di varie passioni, la finalità propria per cui sono nati i blog. Con il passare del tempo quello che più riuscivo a scrivere erano le mie esperienze di viaggio e i consigli di cucina. Fino a che mi sono focalizzata solo su questi due argomenti. Da qualche mese ho coinvolto mia figlia come collaboratrice del blog. L’intento era quello di condividere qualche cosa con lei, avere argomenti di cui parlare e confrontarsi. Oltre al fatto di riuscire a fare qualche cosa insieme, la sua rubrica ottiene un discreto successo: lei racconta delle sue esperienze di viaggio da teenager in viaggio da sola o con i genitori, e la cosa piace, soprattutto ai genitori.

  • Il travel blogging: come farlo nel migliore dei modi? E cosa puoi dirci del food blogging?

Nel travel blogging è imprescindibile viaggiare. Sembra scontato, ma in realtà di blogger che parlano di luoghi ed esperienze senza averli visitati o senza avere sperimentato ce ne sono, e anche parecchi. Fare travel blogging, per me, vuol dire scrivere di esperienze, raccontare pro e contro di una destinazione, distribuire entusiasmo in modo da far scattare la molla che convincerà il lettore a desiderare di andare a vedere di persona. Se sul posto non ci sei stato, quell’entusiasmo e quell’adrenalina che inevitabilmente un viaggio ti lascia, da dove potrebbero trasparire? Il food blogging, secondo me è ancora più complicato, bisogna essere in grado di scatenare un’emozione attraverso il cibo. Cibo e viaggi sono indissolubili, per quanto mi riguarda, non conosci davvero un paese, o un popolo, se non passi attraverso il loro cibo, se non l’assaggi, e se non lo conosci. La curiosità deve essere una molla molto forte, deve essere la ragione che ti fa mettere in bocca un panino con l’aringa cruda, quando non riesci a mangiare neppure il pesce cotto (eh già! L’ho proprio fatto). Attraverso il cibo si capisce la storia, e si conoscono le tradizioni e quasi sempre i nostri souvenir di viaggio sono rappresentati da prodotti culinari che nella maggior parte dei casi, vengono acquistati nei mercati. A casa spessissimo riproduco quello che ho mangiato in viaggio, che non è mai come quello che si mangia nel posto: un piatto tipico è tipico anche perché “l’aria” è diversa da quella di casa. Siamo grandi frequentatori di mercati, sono la prima meta che cerchiamo in ogni luogo, anche perché, mio marito, che è abbastanza “inemozionabile”, nei mercati sembra un bambino davanti ai giocattoli. Tornando al food blogging, anche dietro una ricetta deve esserci una storia, e questo, a volte è ancora più difficile che raccontare un viaggio.

  • Quali sono le fonti di guadagno principali del tuo lavoro? Dove concentrarsi maggiormente?

Parlare di fonti di guadagno per un travel blogger italiano, è una parola grossa. La figura del blogger non è una professione riconosciuta, è il mondo che gira intorno a questa “attività” è davvero una giungla. Un blogger è un narratore, e il narratore scrive e racconta. Scrive per il proprio blog, scrive per altri blog, scrive perché svolge attività Social Media per conto di brand, strutture, prodotti o destinazioni. Proprio perché il settore è una giungla, la scorsa estate è nata l’Associazione Italiana Travel Blogger, di cui faccio parte, che si prefigge di promuovere l’etica e la professionalità dei Travel Blogger.

  • Quali strategie di marketing e commerciali sono state adottate per stimolare la visita al sito?

La condivisione sui social, qualche pubblicazione sponsorizzata, la partecipazione ad eventi e la sperimentazione: la curiosità è una delle mia caratteristiche e non posso proprio non sperimentare. Questo mondo è in continua evoluzione rimanere fermi e fissi su un’unica posizione, secondo me, è assolutamente deleterio. Provo tutto, studio tutto e cerco di mettere in pratica adattandolo al mio blog.

  • I social: quali strategie avete adottato su questi canali? E come pensi che i social influiscano su un’attività come questa?

I social sono una bella vetrina. Hai la possibilità di diffondere i tuoi contenuti dandone una visibilità diversa rispetto alla ricerca su Google. Oggi imperversa “la questione numeri”, è talmente facile ottenere follower in modo poco corretto, che valutare la socialità di un blog è diventato difficile. Nel mio caso specifico il mio pubblico è un po’ particolare: difficilmente interagisce attraverso i social, molto più spesso, mi scrive attraverso il form dei contatti del blog o direttamente alla mia mail. A parte questo il mio social preferito è Twitter: anche se si dice che sia un social che sta morendo, a me piace molto, mi sembra che il contatto sia più diretto. Non ci sono amicizie, privacy, blocchi (ci sono anche quelli, ma funzionano diversamente rispetto a facebook, ad esempio) se voglio contattare un profilo liberamente. Se voglio interagire con te lo faccio altrimenti ti ignoro. I 140 caratteri erano la sua forza, ora che il limite è stato tolto, vedremo se manterrà lo stesso appeal.

  • Ho visto che hai partecipato un corso per blogger..ce ne vuoi parlare?

Ho partecipato a SQcuola di Blog, (non mi sono sbagliata, è proprio scritto così) ma non è un corso per blogger. È un percorso di formazione incentrato sul Social Media Management. Le due cose sono assolutamente legate, se sei blogger devi per forza essere anche Social Media Manager di te stesso, e questo ti porta a dover apprendere delle nozioni che vanno ben oltre lo scrivere. Voi di Pop Up mi avete trovato attraverso il mio profilo Linkedin che, nel mio caso, è un prodotto di SQcuola di Blog. Ne deduco che la lezione l’ho imparata e l’ho messa in pratica discretamente.

  • 3 qualità che un blogger deve possedere per poter avere successo in questo lavoro?

Scrivere bene, essere onesto, lavorare sodo.

  • SEO: secondo te quali sono gli elementi più importanti per essere presenti tra le prime pagine delle serp di Google? Quanto servono le strategie di guest post per raggiungere l’obiettivo?

Che bella domanda! La mia opinione sulla SEO è molto contrastante rispetto al blogging. Se considero il mio settore, dove ritengo che le emozioni siano una cosa fondamentale, mi verrebbe da dire che la SEO è il male. Ne ho anche scritto un post, su Pulse, “Meglio seguire i dettami della SEO o meglio seguire il cuore”? Con il passare del tempo, con l’aumentare delle esperienze, posso dirti che mi dovrò piegare. Se non fai SEO non sali nella SERP, se non sali, e quindi sei introvabile, non puoi nemmeno “distribuire” l’entusiasmo delle emozioni. Il lavoro diventa sempre più difficile: fare SEO e seguire il cuore. Per quanto i motori di ricerca stiano diventando sempre più semantici, non è vero che “the contenti s the King”, o per lo meno, il contenuto è solo UNO dei fattori.

Alla fine, sono capitolata anche su questa materia e sto seguendo un percorso piuttosto impegnativo che mi porterà a conoscere questa materia in ogni sua sfumatura. La strategia di guest post è piuttosto importante, i backlink sono fattori che aiutano il blog a scalare la Serp, ma ho scoperto essercene tantissimi altri, a cui non avevo mai posto attenzione. Ne riparliamo fra 6 mesi quando avrò dato l’esame del Master Seo?

Grazie Monica del tuo tempo: un saluto ai nostri lettori…

Grazie a voi di Pop Up per questa intervista, è stato divertente e faticoso: parlare di se stessi è sempre difficile e il blog è talmente parte di me e della famiglia che è un po’ come parlare del proprio figlio, che si vorrebbe sempre perfetto. Ai lettori, grazie per essere arrivati fino a qui, vi aspetto di persona su blog e canali social per raccontarvi le mie avventure.

2 Commenti

  1. Bellissima intervistA, CHE BELLO LEGGERTI, BRAVA MONICA, LA formazione è fondamentale, anche se non sembra tu ne abbia bisogno!!

    • Grazie mille Silvia di aver letto la nostra intervista a Monica. E’ stata davvero bello intervistarla e parlare con lei di questi argomenti. Continua a seguirci. Saluti.

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