Digital journalism: con Leonardo Nesti di Ansa.it per discutere di giornalismo nell’era moderna
Oggi, per il nostro consueto spazio dedicato alle interviste, incontriamo Leonardo Nesti, giornalista dell’Ansa, che ci parla del suo lavoro e di come questo sta cambiando con l’avvento del digitale.
Ciao Leonardo, raccontaci di te e del tuo lavoro in ansa.it
Sono all’Ansa dal 2005, dove sono entrato come stagista. Per anni ho fatto l’inviato, soprattutto di cronaca e politica, ma ho seguito anche grandi eventi sportivi come i mondiali in Sudafrica del 2010. Attualmente mi occupo più del desk, quindi il mio lavoro è un po’ meno sul campo di qualche anno fa. Oltre al sito web, la parte fondamentale del nostro lavoro è realizzare il notiziario dell’Ansa che ricevono gli abbonati, fra i quali tutti i media italiani e che è, sempre di più, un’infrastruttura fondamentale del dibattito pubblico del nostro paese
Digital Journalism: cosa è cambiato nel ruolo del giornalista con l’avvento di Internet e dei social media?
E’ cambiato moltissimo, sia nei rapporti con i lettori, sia in quello con le fonti. La pubblicazione online ha creato un rapporto molto diretto con chi ci legge, che se gestito in maniera corretta è una risorsa utilissima. Su internet, e soprattutto sui social, si trovano molte notizie. Esattamente come nella vita reale, sui social c’è tutto: fonti ufficiali, professionisti delle fake news e mitomani. Ma soprattutto ci sono tante persone che vivono nella realtà e che riescono a suggerire spunti, approfondimenti, dettagli e storie che vale la pena raccontare. Il giornalista deve saper distinguere il falso dal vero, l’utile dall’inutile e riuscire a non essere vittima dei trend topic.
Web Marketing Festival: raccontaci il tuo WMF18.
Il WMF è un meraviglioso contenitore che serve, soprattutto, a confrontarsi con persone che fanno un lavoro diverso, ad essere cioè meno autoreferenziali che, oggi, è il rischio che corriamo un po’ tutti. Io porterò la mia esperienza e soprattutto cercherò di spiegare perché le agenzie di stampa, nel mondo della comunicazione disintermediata e dell’immediatezza sono sempre più importanti. Devono riuscire a dire all’opinione pubblica quali sono le cose importanti da sapere, come fa un disc jockey. Ma anche a fermare sul nascere le infezioni (molto più gravi di quello che si può pensare) che portano le notizie false, come fa un medico del pronto soccorso.
Quali sono le figure storiche del giornalismo che ti hanno spinto ad intraprendere questo lavoro?
Io sono sempre stato un grande fan del giornalismo americano, soprattutto per l’idea di assolvere alla funzione di cane da guardia del potere, indispensabile in una democrazia compiuta. Una grande responsabilità da assolvere con grande equilibrio. Poi ho avuto la fortuna di conoscere Tiziano Terzani, che aveva la caratteristica che hanno tutti i grandi giornalisti: l’interesse verso le persone.
3 qualità che occorrono per fare questa professione?
La prima, la più importante, è la curiosità. Se non sei curioso del mondo che ti circonda e delle persone che incontri, perché qualcuno dovrebbe essere curioso di leggere quello che scrivi? Poi direi l’onestà: chi ti legge si fida di te e non devi fregarlo, in nessun caso. Infine la chiarezza: spesso noi giornalisti scriviamo rivolgendoci a un pubblico di iniziati. In realtà il nostro dovere è quello di spiegare cose complicate a chiunque.
Crisi del giornalismo: cosa fare per uscirne secondo te?
Questa è una domanda che si stanno facendo tutte le aziende editoriali del mondo. Nessuno ha la risposta, tantomeno io. Credo però che la cosiddetta “crisi del giornalismo” abbia a che fare più con i modelli economici che con il mestiere in sé. Oggi c’è un’offerta di informazione vastissima e i lettori hanno moltissime possibilità di informarsi. La sfida del futuro sarà quella di far essere sostenibile l’informazione di qualità. Non sarà facile, ma credo che dovrebbe essere l’obiettivo di tutti: editori, giornalisti e lettori.
Quali saranno i tuoi prossimi step professionali?
Chi lo sa… Il mio obiettivo principale è continuare a divertirmi e a pensare che, nonostante tutto, ho avuto la fortuna di fare il mestiere più bello del mondo.
Ringraziamo Leonardo Nesti di Ansa.it per il suo prezioso contributo. Se qualcuno di voi ha delle domande, può scrivere nei commenti e gli risponderemo quanto prima!