Dark social: cos’è e a cosa serve
Gente, vi siete mai ricordati i post che avete scritto sui social media e condivisi con i vostri amici?
Soprattutto, voi marketer, vi siete mai chiesti se la condivisione del link del vostro “prodotto” sia stato utile e fruttuoso?
In questo periodo la condivisione con programmi di messaggistica sta diventando sempre più potente di quella sui social ed per questo che avviene tramite chat private ed è stato riscontrato che l’84% avviene tramite Dark Social.
Cos’è il Dark Social?
Il Dark Social è la condivisione di contenuti attraverso canali privati come app e tool di messaggistica istantanea e privata oltre che e-mailing. Il termine è stato coniato da Alexis Madrigal in un articolo del 2012 su The Atlantic.
La fonte del traffico non è rintracciabile e quindi si può attuare una conversazione privata con l’utente dove si ha il potere di conoscere i suoi interessi, i suoi gusti ed in più inviargli promozioni più mirate.
A differenza dei social network, dove i link vengono sono formati da un URL con un referral dell’oggetto e il canale utilizzato per la condivisione (ad esempio &utm_medium=social&utm_source=twitter) il quale segnala che la condivisione è avvenuta direttamente dal post originale con un social medium, in questo caso Twitter. Questo codice specifico si chiama UTM e fornisce info dettagliate a Google Analytics; nei Dark Social il referral dell’oggetto non è visibile e lo stesso dicasi dei link come quelli copiati ed incollati nelle e-mail. Quindi non vi sono tag nell’URL in modo automatico, a meno che il link già non contenesse il tag.
I metodi comuni di condivisione via dark social sono quindi copia e incolla, messaggi ed e-mail; non includono nessun tag a meno che il link non sia copiato con il tag incluso, ad esempio se è un URL da un articolo che avete trovato originariamente su Twitter e postato includendo il codice UTM.
Il “Dark Social” è molto utilizzato nella finanza, nel turismo, nel settore alimentare e nell’ambito delle risorse umane. I canali più diffusi ed utilizzati per questo tipo di pratica sono Whatsapp, Facebook Messenger, Viber, Wechat e le email, dove per motivi di privacy i referral non sono visibili.
Per misurarlo potete usare gli URL abbreviati ed utilizzare i tools come Bitly o Ow.ly di Hootsuite.
Infine ci sono degli strumenti per i marketer, al fine di tracciare le origini del Social Oscuro:
- Po.st che è un prodotto di RadiumOne, che permette di condividere con gli utenti i contenuti in modo più semplice fornendo opportunità e strumenti per analizzare il traffico nascosto;
- Sharethis che dà la possibilità di condividere qualsiasi contenuto in rete in modo pubblico ma anche tramite email, messaggi e sms;
- Getsocial.io che è una piattaforma di performance analytics, che aiuta i marketer a promuovere i migliori contenuti sui social ed identificare il traffico condiviso.
Insomma questa pratica è molto utilizzata in molti ambiti e settori merceologici. Chi di voi ne fa uso? Lasciaci un commento!