Cos’è il virtual private cloud e perché sempre più aziende lo utilizzano

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Le soluzioni di cloud computing vengono implementate sempre di più nelle aziende, offrendo benefici importanti in diversi settori. Abbandonare un supporto fisico per affidarsi ad un servizio digitale è il futuro, ne è una prova il virtual private cloud (VPC), modello ibrido che unisce una soluzione privata a quella pubblica. Il cloud privato virtuale sfrutta un cloud privato all’interno di un’infrastruttura di cloud pubblico. Questo vuol dire che un provider di cloud pubblico isola una parte dell’infrastruttura per un utilizzo privato, in questo modo le risorse che si trovano nel VPC non vengono condivise con nessuno. 

Le soluzioni private sono nate per aumentare ancora di più il livello di sicurezza nel cloud. Tante aziende infatti non si fidano ad affidare i loro dati ad un servizio pubblico, hanno bisogno di proteggere dati sensibili e non vogliono perdere il controllo su di essi. Dato che è nata questa esigenza, molti fornitori di cloud pubblici hanno progettato una sezione dedicata interamente all’archiviazione di dati in modalità privata, ovvero implementando un VPC. A differenza dei cloud privati, i cloud privati virtuali provengono da un’infrastruttura di fornitori di terze parti e non da un’infrastruttura IT all’interno dell’azienda. Due esempi sono Amazon VPC e Google App Engine.

I motivi per cui le aziende scelgono il cloud privato virtuale

Come abbiamo detto, il VPC sfrutta l’architettura pubblica di un provider con risorse isolate tra gli utenti, in questo modo le aziende possono ottenere tutti i vantaggi di un cloud privato utilizzando un servizio pubblico. Possiamo definire il cloud privato virtuale come un elemento isolato all’interno di una struttura pubblica. Per le imprese è molto importante perché in questo modo possono continuare ad avere il controllo delle proprie reti virtuali e ottenere un alto livello di sicurezza, scalabilità e flessibilità.

Tuttavia, il VPC può presentare alcune problematiche. Per poter utilizzare questa soluzione è necessario avere un team IT interno dedicato, che si occuperà della configurazione e della gestione di una virtual private network (VPN). Va considerato che il VPC si trova fuori dal data center dell’azienda, quindi in alcune realtà potrebbe non essere considerato abbastanza sicuro. La scelta dipende molto dal tipo di azienda, dal budget, dalla sua struttura e da quanti dati sensibili deve gestire.

Differenze tra cloud privato e il VPC

Un’azienda che si affida alla gestione di un cloud privato virtuale acquista un ambiente isolato per i suoi dati, che è separato dagli altri clienti del provider. In questo spazio di archiviazione virtuale si possono creare risorse che rimangono di uso personale, solo chi ha l’accesso può vederle. Per capire bene come funziona, è importante fare una distinzione tra le caratteristiche di un cloud privato e di un VPC.

In realtà le differenze tra le due soluzioni sono poche e si concentrano sulla relazione tra provider e tenant e i metodi di delivery delle risorse. Chi utilizza un cloud privato ha più controllo sulle risorse IT, mentre un cloud privato virtuale ha un livello di isolamento più alto. La differenza più grande sta nel fatto nella relazione tra il proprietario dei dati e il service provider. Mentre in un cloud privato le business unit sono i tenant e l’IT è interno all’azienda e copre il ruolo di unico service provider, il VPC fa affidamento ad un fornitore di cloud pubblico che sarà il suo provider.

Per quanto riguarda le risorse, nei cloud privati è possibile consentire alle business unit di utilizzare un portale dedicato. In questo caso il team IT non deve più occuparsi di questa mansione e quindi si riducono le spese all’interno dell’azienda. Nel caso di un VPC potrebbe invece servire questo supporto, perché non c’è lo stesso tipo di autosufficienza.