Coinbase sembra non avere più limiti, con un post ufficiale sul blog comunica l’acquisto di Paradex, un wallet ed exchange per token ERC20. Ad annunciarlo Brian Armstrong in persona, CEO e cofondatore.

Lo scopo dell’acquisizione è ampliare l’offerta di trading ai clienti. Grazie alla app di Paradex gli utenti di Coinbase potranno scambiare centinaia di tokens direttamente dal proprio portafoglio. Al momento la piattaforma è limitata a Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Bitcoin Cash.
Coinbase si getta nel trading wallet-to-wallet e indirettamente indica a tutti la direzione. Il futuro, sembra far capire con questa acquisizione Coinbase, sono gli exchange decentralizzati e tanto vale esserci da protagonisti senza attendere lo facciano prima altri.

Un servizio per non residenti negli U.S.

Il tema dei tokens è materia che scotta. Sappiamo tutti come la SEC americana sia tormentata dai tokens, non sa come classificarli: sono titoli o sono altro?
Presagendo eventuali, ulteriori, problemi con il Regolatore USA Coinbase preferisce fornire il servizio anzitutto ai non residenti negli USA.

La risposta di Paradex

Da oggi la home page di Paradex presenta solo il comunicato con il quale conferma di essere stata acquisita dall’exchange di criptovalute Coinbase.
Paradex è nato solo un anno fa come servizio di wallet per token ERC20, con la funzionalità aggiuntiva di scambio decentralizzato. Le dieci persone che lavorano al suo interno hanno fatto molta strada in poco tempo, ma per ora deve temporaneamente stoppare la sua app. Quindi dal 23 maggio la app non sarà disponibile per fare i dovuti cambiamenti e integrazioni con Coinbase.
La piccola startup, assorbita dal colosso americano, precisa che la roadmap non cambia continueranno a svilupparla nel solco della decentralizzazione che li ha contraddistinti sin dall’inizio.

Coinbase e il supporto ai token ERC20

Che la società di San Francisco puntasse ai tokens ERC20 lo aveva fatto capire chiaramente a fine marzo.
In un post del 26 marzo annunciava il supporto per lo standard Ethereum ERC20, il quale sarebbe stato implementato “nei prossimi mesi”. E così è avvenuto.
GDAX, diventata da pochissimo Coinbase Pro, è per ora esclusa da questa espansione. Coinbase è in attesa di avere chiarimenti da parte del Regolatore (la SEC americana).

2018. L’anno degli exchange decentralizzati
Se il 2017 è stato l’anno del boom di Bitcoin e delle ICO in particolar modo, il 2018 si afferma sempre più come l’anno degli exchange decentralizzati.
Sono molte le ICO nate agli inizi di questo anno che propongono piattaforme blockchain DEX, Decentralized Exchange, agli investitori.

Cosa sono gli exchange decentralizzati?

Un exchange di criptovalute decentralizzato (DEX) ha le stesse funzionalità, o quasi, di un exchange di monete digitali centralizzato. Per exchange centralizzato intendo una piattaforma come Poloniex o Binance, ecc.
La caratteristica principale di un DEX è la gestione degli scambi monetari e i soldi dei clienti.
Gli scambi tra criptovalute sono operati come transazioni sulla blockchain di riferimento e non da un server centrale. La garanzia e la sicurezza degli scambi è demandata alla piattaforma ⦁ blockchain.
I soldi degli utenti, le criptomonete da scambiare, restano nel suo pieno possesso. Le chiavi pubblica e privata sono infatti generate in un wallet interno o esterno al DEX. Il wallet è personale e gestito esclusivamente dal possessore come fosse un qualsiasi altro portafoglio di crypto asset (BTC, LTC, ZEC, ecc.).
I limiti attuali dei DEX
I DEX hanno alcuni limiti. In molti casi richiedono una interfaccia esterna (il wallet) da installare sul computer e da interfacciare con il DEX stesso. Una procedura che scoraggia i più.
Altro limite riguarda la velocità delle transazioni. I DEX nati sulla blockchain di Ethereum sono limitati dalla lentezza della network ed anche dall’alto costo delle commissioni.
Per superare il problema della velocità, alcuni progetti DEX hanno scelto BitShares come blockchain. Questo è il caso di Openledger.

Articolo scritto da Fabio Cardone di FX Empire