Un errore fatale nella campagna di social media marketing a San Valentino
Una vera e propria social media marketing horror story, quella che vede protagonista la celebre London Dungeon, l’attrazione turistica della City, divenuta famosa per la sua peculiare essenza macabra, dato che al suo interno sono ricreati, utilizzando attori, effetti speciali e opportune scenografie, alcuni eventi tra i più noir della storia di Londra, pur rimanendo un’attrazione prettamente per le famiglie.
Da quando è stata creata, nel 1976, è stata pensata come un “Museo della storie orribili” per poi trasformarsi nel tempo in una sorta di luna park interattivo, una specie di casa degli orrori insomma. Ma torniamo all’errore madornale nella social media marketing story di cui si è resa protagonista.
Un errore grave nella campagna di comunicazione su Twitter di London Dungeon
Tutto nasce dalla volontà di festeggiare in modo “originale” il giorno di San Valentino, che spinge il team che si occupa della comunicazione dell’attrazione turistica a pubblicare su Twitter, con l’account ufficiale del “museo”, dei post, corredati di immagini, a suo dire “scherzosi”, ma che in realtà erano quantomeno offensivi riguardanti le donne grasse, malattie a trasmissione sessuale e prostitute morte.
Lasciamo al vostro giudizio soggettivo l’interpretazione delle frasi, noi vi riportiamo invece le reazioni della critica mondiale, raccolte dalla Digital Training Academy, che ha definito la collezione di immagini misogina ed offensiva. Dello stesso avviso è la Merlin Entertainment, owner dell’attrazione spettrale, che si è detta davvero mortificata per la campagna e che ha provveduto prontamente ad eliminare i tweets. Sulla stessa linea anche gli utenti dei social definendo il tutto un’attività vergognosa oltre che una banalizzazione della violenza.
Un utente Facebook ha così commentato questa assurda social media horror story, scrivendo:
“Vedo che avete provveduto ad eliminare la vostra ‘battuta’ sulle prostitute morte. Chi ha deciso che questi post disgustosi potessero essere adatti alla “commercializzazione”??? Soprattutto per un’attrazione adatta alla famiglia. Quanto accaduto sicuramente mi impedirà di tornare. “
Un altro utente scrive:
“E’ la prima volta che la London Dungeon è stata davvero inquietante.”
Rebecca Reid, una giornalista di Telegraph, parlando alla BBC ha commentato così:
“Il più grande problema è che qui si sta prendendo la violenza sulle donne e la si sta trasformandolo in uno scherzo o in un buon stratagemma di marketing. Solo perché questi stupri e omicidi sono avvenuti nel passato non significa che sia un gioco corretto da fare parlandone in questo modo. La violenza, lo stupro e l’omicidio sono ancora una realtà molto brutale della vita dei moderni “lavoratori del sesso”, e questi tweets impertinenti non mostrano alcuna consapevolezza o rispetto per tutto ciò.”
Un esponente della London Dungeon intervistato ha ammesso:
“Ci dispiace se i nostri post hanno rappresentato un’offesa. La nostra campagna di ‘Dark S.Valentine’ era mirata a creare una serie di messaggi che mettessero in evidenza il lato più oscuro delle storie raccontate per crearvi attorno un dibattito o meglio una conversazione. Come brand ci sforziamo di intrattenere i nostri ospiti in modo che possano godersi l’esperienza London Dungeon, sia dal vivo che sui social media. Ad ogni modo ci rendiamo conto che alcuni dei temi trattati erano inappropriati e quindi ci scusiamo per qualsiasi offesa arrecata con essi .”
La conseguenza di queste affermazioni di scuse è stato il post che trovate qui sotto:
Ribadendo la nostra volontà di non esprimere giudizi in merito ma solo di riportarvi la notizia di quanto accaduto, vogliamo sottolineare solo che troppo spesso, coloro che lavorano in questo ambito, del quale anche noi facciamo parte integrante in quanto rivista, soffrono di un inquietante mutismo intellettuale e si fanno portavoce di messaggi completamente errati pur di raggiungere la notorietà non ottenibile per vie “corrette”.
L’unico consiglio, se così si può definire, che ci sentiamo di dare, è quello di andarci piano con l’ilarità quando l’oggetto delle nostre campagne sono problemi sociali non indifferenti e davvero delicati.