La scelta degli influencer nel calcio lascia il segno
Il fuoriclasse Cristiano Ronaldo, vincitore del Best Fifa Awards come miglior calciatore al mondo, oltre a segnare in campo, aiuta con i post sui social, i brand a cui è legato. CR7 é uno dei maggiori influencer del panorama calcistico ed é quindi anche un campione nel marketing sportivo, poiché incrementa la ratio di interesse nel pubblico. La scelta degli influencer nel calcio è di fatto un trend in continua crescita negli ultimi anni, che si basa sulla forza persuasiva del testimonial. Non serve essere un genio del marketing per capire quanto é differente dalla pubblicità tradizionale, che punta storicamente su celebrità con un’ampia rilevanza pubblica, che sponsorizzano un prodotto a caso, di un settore a caso.
Gli influencer sono una grande forza nello sport e nel marketing del calcio, che raccontano storie utilizzate dai brand nelle loro attività di digital marketing. Insomma, un calciatore non è solo una celebrità, ma soprattutto l’esperto di quel settore e questo porta ulteriori benefici ai brand che operano nel settore sportivo, visto che si tratta di un asset fatto di relazioni e connessioni sociali. L’influencer (lo vediamo perfettamente in CR7) riesce a comunicare meglio con i consumatori dei vari marchi, attaccando e abbattendo quella barriera brand-consumer, tipica dei mezzi tradizionali.
La prima regola d’oro nella scelta degli influencer nel mondo del calcio
Prima di scegliere un calciatore, i brand devono assicurarsi che il giocatore condivida un legame credibile e autentico con l’attività del marchio. Si tratta di scegliere degli ambasciatori sulla base di future proiezioni, prestazioni e rapporto con i consumatori. Non tutti i campioni nel calcio hanno il potenziale di esperto di quel prodotto o un’aura positiva che possa giovare alla reputation del marchio.
Un calciatore lascia il segno non perchè ha alzato piú volte una coppa oppure ha il maggior numero di medaglie intorno al collo. Un influencer persegue con successo degli obiettivi. Inoltre è carismatico e proietta su di sé l’attenzione dei media.
La seconda regola d’oro
Per valorizzare al meglio la fedeltà del tifoso, trasformandola poi in vantaggi commerciali, basta valutare due aspetti:
- La dimensione della fan base del calciatore sui social network;
- L’impatto dell’influencer sulle campagne passate;
Fino a qualche anno fa, la misurazione di questo tipo di rendimento negli investimenti per i brand era difficile, ma grazie ai social media ed il marketing digitale é molto più facile analizzare, definire gli obiettivi, delineare e creare di conseguenza una giusta pianificazione strategica.
La terza regola d’oro
La terza regola è riassumibile nel detto “Ci prepariamo al peggio e speriamo di essere positivamente sorpresi“, cioé il contratto di sponsorizzazione deve essere molto chiaro, che consideri il comportamento dell’influencer sul campo e fuori, in quanto la sua immagine sarà collegata al brand. Insomma la scelta deve essere oculata e la collaborazione fra marchio e calciatore dichiarata in maniera trasparente, anche attraverso una policy per l’identificazione chiara e precisa del giocatore, che utilizza i propri social network per promuovere contenuti sponsorizzati.
I calciatori, come tutti gli altri atleti, veicolano dei messaggi che i brand possono sfruttare per amplificare la portata delle loro comunicazioni e fare così leva su determinate nicchie di persone (tifosi) per conquistarne l’attenzione con dei contenuti editoriali ben studiati, visto che il tifoso é comunque il cliente piú fedele e sarà sempre lo strumento per misurare il successo a lungo termine di una campagna.
Come in ogni settore del marketing, la forza comunicativa e persuasiva dell’influencer si basa sull’autenticità, l’ispirazione e lo storytelling, per implementare la brand value.
Quindi care aziende, la scelta degli influencer non è cosa così facile. Pensateci bene prima di associare la vostra immagine a quella di un calciatore: potrebbe rivelarsi la vostra fortuna o la vostra rovina!