Dalla Brexit una strategia industriale a difesa dello sviluppo

Il Primo Ministro Theresa May della Gran Bretagna non solo è sensibile nei confronti dell’industria creativa ma è fermamente decisa ad impegnarsi offrendo alle aziende tutto l’appoggio-sostegno politico necessario, indispensabile per l’avanzamento tecnologico e l’innovazione del paese.

Le proposte  di Theresa May per una moderna strategia industriale mirano a garantire un futuro per il Regno Unito competitivo a livello globale ed è un invito a nozze per il settore delle agenzie creative, le quali potranno così beneficiare di un importante collaborazione con le aziende high tech.
Tra i cinque settori più importanti per l’innovazione, quello delle industrie creative – secondo il Primo Ministro inglese – deve necessariamente beneficiare di sostanziali finanziamenti in ricerca e sviluppo per traghettare il paese nel futuro e sprigionare il potenziale creativo della nazione che aggiunge – è così forte da poter guidare il mondo. Le offerte potranno offrire un sostegno non solo per svincolarsi da inutili ostacoli normativi, che possono ostacolare i processi tesi ed orientati alla crescita, ma saranno investiti per la creazione di nuove realtà istituzionali che si dedicheranno alla loro tutela e sostegno, con l’obiettivo di potenziare in questo senso le abilità di settore.

In questo piano-strategia è compreso che il governo investa in tecnologia d’avanguardia attraverso il nuovo ‘Industrial Strategy Challenge Fund che si impegnarà ad offrire supporto per la robotica, le tecnologie energetiche intelligenti, l’intelligenza artificiale e le reti mobile 5G.

The Creative Industries Federation ha dichiarato che questo rappresenta un importante passo avanti perché avvenga un cambiamento nella percezione culturale oltre che un cambiamento d’impostazione in quello pratico-produttivo per un settore che formalmente non è mai stato riconosciuto prima di adesso in un piano di strategia industriale. Inoltre non solo l’industria creativa dovrebbe essere appannaggio di quella tecnologica, ma bensì di tutti i settori industriali, aprendo così lo spiraglio per una prospettiva di crescita che contempli un approccio sempre più aperto e multidisciplinare affinché questo avanzamento possa avvenire.

Ian Barber, Direttore della Comunicazione presso l’Associazione Pubblicità inglese è pienamente d’accordo con queste affermazioni, sostenendo che se il sostegno per le industrie creative è incoraggiante oltre che rassicurante, è la pubblicità a giocare un ruolo importante per promuovere e stimolare la concorrenza e l’innovazione in ogni settore.

Scintilla e motore invece del cambiamento dev’essere chiarezza con i responsabili politici sui valori che l’industria creativa ha da offrire da una parte e dall’altra la ricezione dell’adeguato supporto di cui essa necessita e ha bisogno.

Tecnologia, creatività ed aspettative

Il riconoscimento dell’industria creativa è interdipendente alla relazione che ha intessuto con il settore tecnologico – secondo Cameron Worth – ma affinché le prime si sviluppino per davvero, è necessario che altri settori investano in esse. Tant’è vero le aspettative nei confronti delle nuove tecnologie e la loro adozione da  parte dei brand sono alte – come dice anche Daryn Mason, Senior Director di applicazioni customer experience in Oracle – di 800 dirigenti di marketing e di vendita professionisti tutta l’area EMEA, il 78% dei marchi si aspettano di fornire esperienze dei clienti attraverso la realtà virtuale nei prossimi quattro anni e il 80% prevede di servire i clienti attraverso chatbots.
Aggiunge che i brand dovranno impegnarsi seriamente nell’investire in nuove tecnologie, attraverso la sperimentazione e la ricerca continua; il vantaggio nel puntare sin da subito e per primi sull’innovazione comporta che gli altri che sono li ad aspettare per vedere se le nuove tecnologie sono in grado di affermarsi nel frattempo non sono in grado di maturare l’esperienza che ciò comporta, rendendoli poi in ritardo quando inizieranno a muovere i primi passi. Si tratta di un fenomeno iniziale seppur significativo quando i livelli di concorrenza sul mercato sono assai alti.

Post-Brexit ed investimenti 

Anche se gli effetti dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sono ancora imprevedibili e poco chiari, investire in innovazione è sempre una scelta costruttiva e vincente perché il progresso dell’industria e delle imprese del futuro è legato significativamente a quello della produzione intelligente e dell’Internet industriale, afferma Martin Walder, vice-presidente del settore a specialista di gestione dell’energia in Schneider Electric.

E aggiunge:

“E’ essenziale che all’industria britannica sia data ogni opportunità di essere all’avanguardia nell’innovazione industriale globale, attraverso nuovi investimenti, al fine di contrastare il rischio di stagnazione. Tuttavia, Walder ritiene che, affinché ciò accada, il governo dovrà fornire il capitale e nuove tecnologie per gli stabilimenti di produzione, con attrezzature all’avanguardia come ad esempio la robotica, i sistemi di automazione e l’intelligenza artificiale”.

Il riconoscimento del settore creativo è quindi una necessità ancor più forte nell’era post-Brexit – secondo Alasdair Lennox, Direttore creativo esecutivo del marchio di consulenza WPP, di proprietà Fitch – che sostiene: “L’esecuzione di una nuova strategia industriale sarà essenziale per mantenere lo slancio e l’innovazione nel settore creativo. Un’industria che è sempre stata famosa a coltivare le diversità, favorevole agli scambi culturali ed aperta come pochi altri paesi, sono tutti fattori che contribuiscono alla freschezza ed originalità di un design unico che ha un altissimo valore per l’economia del paese, che si traduce nella produzione di beni e servizi per ben 71.7 miliardi di sterline”.

L’importanza del creare e maturare competenze informatiche

La rivoluzione digitale ne implica una conseguenza anche nei ruoli in cui la formazione dovrà investire in tutte le figure professionali, dice James Elias, ex marketing Google, trasformato Chief Marketing Officer/education startup AVADO, e quindi non limitarsi esclusivamente ai soli reparti specifici in cui le lacune digitali dovranno essere sanate, ma in ogni ambiente lavorativo. Solo così sarà possibile garantire l’avanzamento tecnologico necessario a fare da motore per il Regno Unito. A far da denominatore comune ai tanti cambiamenti in atto nell’adozione della tecnologia digitale su larga scale, l’investimento continuo in formazione è l’elemento principale per creare le competenze di oggi e di domani e non correre il rischio di rimanere indietro rispetto ad altre realtà internazionali.

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