professionisti del digital

Vincenzo Abate: uno dei professionisti del digital più apprezzati

Per il nostro consueto spazio dedicato alle interviste, oggi vi proponiamo un’interessante chiacchierata avuta con Vincenzo Abate, uno dei professionisti del digital più apprezzati, che ci da consigli utili su come migliorare la propria scrittura sul web. Buona lettura!

  • Ciao Vincenzo… parlaci un po’ di te, chi sei, di cosa ti occupi

Ciao Lucrezia, è un grande piacere essere vostro ospite. Provo sempre un po’ di imbarazzo quando mi viene chiesto “chi sei”: in questi casi si mette in moto la mia metà filosofica e comincio a sbarellare cercando significati occulti tra il concetto di Essere e lo sviluppo dell’autocoscienza in senso hegeliano. Bando alle ciance, in realtà non sono altro che un individuo che cerca di migliorare giorno per giorno nel suo lavoro. Attualmente mi occupo di Content Marketing, della gestione di canali social aziendali e della creazione di campagne pubblicitarie su Google AdWords e Facebook Business.

  • Sul tuo profilo LinkedIn ti definisci come Blogger, Copywriter, SEO Copywriter, Social Media Manager, Scrittore: qual è il comune denominatore in queste professioni, che apparentemente sembrano diverse tra loro?

Il comune denominatore è la grande passione per la scrittura, un amore che è nato fin dalla tenera età. Penso di poter dire che si tratta di una di quelle tendenze naturali che ti seguono per tutta la vita. Per quel che riguarda la mia figura professionale, devo dire che non avrei mai detto di arrivare a mettermi in gioco nel mondo digital, ma tant’è. Una volta arrivato in questo mondo ho cercato di fare qualsiasi cosa per poter migliorare e diventare, mi auguro, un bravo professionista. Un percorso di autoformazione, che sta portando a risultati soddisfacenti, con il fermo obiettivo di andare e migliorare giorno dopo giorno.

Certo, esiste una differenza enorme tra la scrittura creativa e la scrittura per contenuti aziendali. Se nella prima si è liberi di far uscire fuori la propria anima, mettendo a nudo qualunque tipo di emozione (anche le più aberranti), per quel che riguarda la scrittura al servizio del marketing, il segreto è trovare uno stile che sia concorde con le esigenze del proprio target. È questa la grande sfida che ogni Copywriter deve far sua, trovare un linguaggio che risulti chiaro e al tempo stesso accattivante. Per quel che riguarda poi la gestione dei social, anche in quel caso la passione per la scrittura può essere di grande aiuto. Bisogna trovare sempre l’ispirazione per scrivere una parte testuale di accompagnamento al post che risulti interessante. Sembra una cosa semplice, ma farla giorno per giorno può diventare davvero complicato.

  • Come sei diventato Copywriter? Puoi consigliare dei libri o dei corsi?

In realtà sto ancora cercando di diventare un buon Copywriter, almeno in senso pieno. Non vorrei che qualche grande nome del settore possa offendersi nel vedere che mi autoinserisco in questa categoria d’elite. Battute a parte, per diventare un buon Copywriter bisogna studiare tanto, mettersi alla prova giorno dopo giorno (commettendo errori a iosa che colleghi gentili ti faranno notare con somma spietatezza) e prendere spunto dai migliori professionisti del settore. Ce ne sono tanti di bravi, ma alcuni riescono a dare ai propri contenuti un’aura di magia che funziona alla grande. Penso per esempio a Ludovica De Luca e a Francesco Ambrosino, giusto per fare due nomi. Loro riescono a creare contenuti che rispondono appieno alle esigenze del proprio target riuscendo però a risultare sempre riconoscibili, con uno stile preciso e una personalità che emerge sempre. Ce ne sono tantissimi altri eccezionali, li seguo e li leggo ogni volta che posso.

Come dicevo all’inizio, lo studio è fondamentale. Un corso eccellente è quello proposto dal team di Eccellenze di digitale, di cui ho seguito anche diverse lezioni dal vivo. Per quel che riguarda i testi da leggere, mi permetto di linkare direttamente la mia lista sui 10 libri sul Content Marketing, che personalmente ho trovato importanti e ben scritti.

  • Oggi ti occupi di scrivere i contenuti del blog del Provider Keliweb. Cosa ti piace di questa collaborazione? Perchè hai accettato di collaborare in modo continuativo con loro?

Sono ormai più di tre anni che lavoro per Keliweb, un’azienda nella quale credo fortemente e che penso possa davvero diventare il Brand leader dell’intero settore. Magari posso sembrare troppo ottimista, ma noi sognatori abbiamo il vizio di guardare oltre i confini del quotidiano e immaginare scenari futuri. Io sono convinto che l’azienda possa davvero diventare l’hosting provider numero uno dell’intero settore, fermo restando che già adesso Keliweb è da annoverare tra i migliori hosting provider italiani. Perciò, non è che siamo poi così lontani dal risultato. Il mio orgoglio è che, in questo grande processo di crescita, ci sia (anche se in minima parte) il mio contributo.

Ho accettato di collaborare con loro perché ci ho creduto e penso che sia una sfida interessante e degna di essere colta. Io mi occupo della sezione marketing, perciò passa anche dalle mie mani il compito di far crescere sempre di più questo Brand. Una sfida difficile ma affascinante al tempo stesso.

  • Visto che hai gestito e gestisci la produzione dei contenuti di blog, come si fa a stare sempre sul pezzo? A creare contenuti di valore e a farlo velocemente?

Gestire un blog aziendale e trovare cose interessanti da pubblicare ogni giorno (o quasi) può sembrare un’impresa quasi impossibile. In realtà è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Quello che conta è sapersi organizzare.

Ogni Copywriter che si rispetti e a cui è stato dato il compito di gestire un blog importante, deve fare sostanzialmente due cose:

  1. Conoscere le esigenze del proprio pubblico.
  2. Preparare un calendario editoriale.

Non vado mai in crisi nel senso di arrovellarmi il cervello con domande del tipo “ma oggi cosa cavolo scrivo”. Lavoro tranquillo perché con il mio piano editoriale so già cosa andrò a pubblicare nel corso dei prossimi due mesi (almeno). Certo, bisogna anche essere pronti a cogliere quelle opportunità che nel web ogni tanto si presentano in modo da inserire un elemento nuovo che va a modificare un po’ la scaletta. Sono comunque casi eccezionali, occasioni da cogliere solo se la cosa può rientrare all’interno del settore di riferimento.

  • Qual è la tua esperienza con le aziende e gli imprenditori italiani che si approcciano al digital? Hai trovato un atteggiamento di apertura o ancora si pensa che essere presenti su internet sia superfluo?

Dirò una cosa scontata ma… dipende dall’azienda. In questi ultimi anni ho avuto il piacere di conoscere diverse aziende che dimostrano con i fatti di avere piena consapevolezza delle incredibili potenzialità del mondo digitale.

Esistono però ancora diverse realtà che vedono nel web un qualcosa di inutile, di farlocco, di poco importante. Soprattutto per quel che riguarda il mio territorio di appartenenza (la Calabria) a volte si sentono persone che lavorano in determinate aziende sostenere che internet sia superfluo e che non serva a granché. Alcuni vanno avanti ancora con i volantini per promozioni e sconti. E pensare che basterebbe una bella campagna pubblicitaria Local per ottenere riscontri mooolto più importanti. Si tratta di un tipo di mentalità che purtroppo ancora è ben presente nella mia terra, anche se non mancano per fortuna le eccezioni.

  • C’è chi dice che il blog è morto per lasciar spazio alla comunicazione video. Sei d’accordo con questa affermazione?

Il blog non è morto. Se un contenuto di approfondimento è ben scritto (e se parla la lingua degli utenti) allora non ci sarà mai video che tenga, questa almeno è la mia opinione o forse si tratta di una speranza. È chiaro però che non possiamo evitare di considerare le nuove realtà, col rischio di rimanere indietro rispetto ai competitor.

Oggigiorno i video conquistano gran parte dell’attenzione del pubblico. perciò bisognerebbe senza dubbio creare una strategia di Video Marketing ben strutturata. Mai però lanciarsi in un’impresa del genere se non si ha la certezza di essere in grado di creare contenuti di qualità. Proporre dei video scadenti sul canale YouTube aziendale non solo non porterebbe vantaggi ma sarebbe addirittura controproducente.

Da amante della scrittura mi auguro comunque che il cliché “la gente ormai non legge più” sia, per l’appunto, solo una diceria. Restiamo al passo coi tempi ma diamo priorità a quelle forme di comunicazione che risultano, a parer mio, ben più alte e interessanti. Poi è chiaro che se Facebook concede la maggior parte della reach organica ai contenuti video, allora o si cambia social oppure si inizia a produrre video.

  • Hai scritto un romanzo e un paio di raccolte di racconti. Quanto il digital ti è stato d’aiuto e come ha cambiato il mondo dell’editoria?

Beh diciamo che io scrivo storie da molto prima che il digitale entrasse nella mia vita. Devo però ammettere che internet mi è stato davvero utile, dandomi la possibilità di entrare in contatto con delle realtà molto interessanti. Alcune delle mie opere, se così posso chiamarle, sono state pubblicate solo in versione ebook.

In soldoni, penso che il digitale possa essere di grande aiuto nel campo dell’editoria. Un aiuto di valore soprattutto per gli autori indipendenti che, spesso, si trovano a dover rinunciare ai propri progetti per le esose richieste delle case editrici (a volte davvero assurde e fuori dal mondo). Il digitale può aiutare, in tal senso, a produrre contenuti e opere senza doversi svenare dal punto di vista economico, un aspetto fondamentale per i progetti di tanti.

È vero che c’è anche un lato oscuro della medaglia di cui tener conto. Con le opportunità che si trovano nel mondo digitale, chiunque può pubblicare qualcosa. Si va a disperdere, quindi, il concetto stesso di scrittore e/o autore, visto che ormai chiunque può scrivere qualcosa e pubblicarla. Potrebbe essere un problema in alcuni casi (magari proprio nel mio) ma resto convinto che ognuno abbia il diritto di vivere il proprio sogno e di veder realizzare, anche se in piccolo, un progetto… un sogno! Saranno poi il pubblico e la critica a decretare il reale valore dell’opera.

  • Hai mai pensato di scrivere un libro sul Copywriting o su come diventare un social media manager?

Si, soprattutto negli ultimi mesi ci ho pensato diverse volte. Per il momento, però, sono ancora preso e impegnato a scrivere i miei racconti (e forse un romanzo), perciò l’idea di poter realizzare qualcosa in ambito professionale non è ancora stata presa seriamente in considerazione. Nel prossimo futuro si vedrà, ma penso che prima sia il caso di fare un altro po’ di esperienza e di imparare molte più cose.

Per ora ho solo pubblicato un ebook della rubrica I racconti di Keli, una rubrica che ho inventato un paio di anni fa. Si tratta di un mio esperimento, di un utilizzo dello Storytelling in un modo penso originale.

Il progetto ha avuto un ottimo riscontro, perciò anche quest’anno sarà portato avanti con la pubblicazione (a fine agosto) di un altro ebook con tutti i racconti pubblicati. La grande novità di questo nuovo anno è che, mentre l’anno scorso i racconti erano scritti tutti da me, stavolta sono i miei colleghi a inviarci le loro storie. Un modo per creare una community tutta nostra in cui ognuno collabora, potendo esprimere se stesso senza tanti paletti di sorta che spesso soffocano questo settore.

  • Un altro tuo ruolo è quello di “intervistatore seriale”: come mai questa scelta? Ritieni che le interviste siano un formato che piace? Preferisci intervistare o farti intervistare?

“Intervistatore seriale”, mi piace il modo in cui mi hai definito 🙂

Beh, devo essere sincero. Non è proprio tutta farina del mio sacco. Un paio di anni fa abbiamo collaborato con un’azienda, un’esperienza che mi ha messo in contatto con alcune persone molto preparate che mi hanno aiutato a entrare in questo mondo nel modo giusto. Penso per esempio a Benedetta Cerchiara, una social media manager davvero brava e in grado di utilizzare al meglio i canali social per ottenere grandi risultati. Quel team sviluppò quest’idea delle interviste che, una volta conclusa l’esperienza, ho continuato a portare avanti.

Penso che le interviste siano molto utili in quanto si ha l’opportunità di interagire con grandi specialisti, sentire il loro parere, dare una sbirciatina alla loro ricetta segreta che li ha portati al successo. Ci sono poi anche dei grandi vantaggi in termini di visibilità e di backlink acquisiti, ma questo è un altro discorso.

A me piace molto interagire con questi professionisti da cui posso imparare tanto. È per questo che continuo ancora oggi a intervistare persone e web agency in giro per il web, perché penso che alla fine l’intera intervista sia uno dei contenuti di maggior qualità e interesse per il pubblico.

  • Quali sono i tuoi obiettivi da qui a 5 anni?

Gli obiettivi sono facilmente intuibili, arrivati a questo punto. Migliorare in quello che faccio, acquisire nuove competenze e fare in modo che l’azienda Keliweb possa diventare ciò che attualmente è in potenza, ovvero leader assoluto del proprio settore di riferimento.

Un mio grande obiettivo è quello poi di scrivere un grande romanzo, con la quale conquistare il mondo e venire riconosciuto come un importante autore contemporaneo, ma qui stiamo andando già un po’ oltre con i sogni. 🙂

  • Un saluto ai lettori di Pop Up Magazine…

Un caro saluto e un grosso ringraziamento a tutto lo staff di Pop Up Magazine, sono davvero contento di aver ricevuto questo vostro invito.

 

Ringraziamo Vincenzo Abate per il suo intervento e vi diamo appuntamento alla prossima puntata dedicata alle interviste ai professionisti del digital.

2 Commenti

  1. Intervista interessante, piacevole e formativa!
    io poi, tra le righe, ho scovato un’emozione in più! 🙂
    grazie mille per le parole riservatemi.

    alla prossima,
    ludovica

    • Grazie di averci scritto. Vincenzo è sempre un esempio da seguire per tutti coloro che vogliano intraprendere la medesima carriera professionale.

      Saluti,

      Francesco Corvino

Comments are closed.