Una collaborazione tra aziende e professionisti per il primo report a cura dell’ONIM, Osservatorio Nazionale Influencer Marketing

La notizia è stata data in anteprima da diverse testate e magazine settoriali: nasce l’ONIM, Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, e noi di Pop Up, essendo impegnati da anni nello studio del fenomeno legato agli influencer e dell’utilizzo profittevole dei social media, non potevamo che riportare questa importante novità, tutta italiana.

In questo post vi parleremo diffusamente dell’ONIM e vi mostreremo in anteprima alcuni dati legati all’Influencer Marketing in Italia, grazie al loro primo report.

Nasce l’ONIM, fondato da Open-Box

Come anticipato in precedenza, nasce l’ONIM, Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, fondato da Open-Box, una realtà senza scopo di lucro fondata da Matteo Pogliani, che da anni è in prima linea nello studio del fenomeno legato all’Influencer Marketing, in tutte le sue sfaccettature.

Anche noi di Pop Up abbiamo già diffusamente parlato dell’argomento e mostrato numerosi post legati al fenomeno, tra i quali vi segnaliamo brevemente alcuni dei più significativi:

Sono davvero tanti i contenuti da noi prodotti in questi anni (abbiamo riproposto in questa sede solamente alcuni) che testimoniano come sia forte questo fenomeno. E questo nuovo ente vuole richiamare l’attenzione su questi temi specifici, cercando di formare e informare il pubblico e i professionisti, producendo il primo report sull’argomento, di cui vi parleremo nelle righe successive.

social media

Il report sull’influencer marketing a cura di ONIM

Per dare vita a questo report, è stata necessaria la collaborazione di 400 tra marketer e influencer del settore.

L’obiettivo è quello di informare e fare divulgazione sui temi legati all’influencer marketing, proponendo best practice e dati sulla situazione del mercato italiano.

In un’intervista, Matteo Pogliani, founder e partner di Open-Box, ha così dichiarato:

“Da professionista impegnato quotidianamente in progetti d’influencer marketing, sentivo, come tanti, l’esigenza di avere un’istantanea reale dello scenario italiano andando oltre percezioni e mode. L’estrema attenzione attorno al tema influencer ha sì portato maggiore attenzione, ma ancora poca consapevolezza. I dati di questo e dei successivi report hanno proprio l’obiettivo di fare finalmente cultura sull’influencer marketing, facendo così crescere la coscienza di marketer e brand e spingendoli ad avere un approccio più critico e strategico. Una base di partenza, il report, su cui confrontarsi e, ove possibile, migliorare”.

Questo report è il primo di una lunga serie di approfondimenti e attività nati dalla collaborazione tra importanti aziende del settore, come TalkwalkerBlogmeter e The Fool.

Alcuni dati di questo report

Eccoci arrivati al momento clou del nostro post: i dati del report!

In questa sezione dedicheremo spazio ad alcuni dei risultati prodotti da questo primo report a cura dell’ONIM sullo stato dell’arte dell’influencer marketing in Italia!

Da una prima analisi è emerso che la maggior parte degli intervistati ha partecipato ad una prima campagna di influencer marketing, e dove il 67% si dichiara soddisfatto dei risultati prodotti. Inoltre il 67,5% degli intervistati dichiara di aumentare il budget delle prossime campagne.

Ciò che manca per una campagna di influencer marketing di maggior successo è il budget: infatti ancora oggi si applica un approccio prudente alla materia e dove l’84,1% degli intervistati dichiara di non spendere più del 30% delle risorse destinate alla propria comunicazione all’IM.

Ma questo perchè accade?

Probabilmente si tratta di un atteggiamento figlio di un trend nato in questi ultimi anni, del quale si sa ancora relativamente poco e per il quale sono tante le insidie, così come confermato dal report.

Infatti i principali ostacoli per le aziende che vorrebbero affidarsi a questo strumento sono:

  • scelta dei giusti influencer da far partecipare alle campagne;
  • la formazione dello staff, il quale dovrà occuparsi della definizione e del monitoraggio della campagna;
  • la mancanza in azienda di strumenti dedicati;

Quali sono gli obiettivi sottesi all’IM

Come volevasi dimostrare, e a torto di molti che pensano che i social siano utilizzati quasi esclusivamente per scopi commerciali, le principali ragioni per le quali si utilizza l’IM ha a che fare con la relazione e il rapporto con gli utenti, oltre che far conoscere il proprio brand sul mercato, sostituendo così la pubblicità tradizionale, costosa e troppo generica. Nello specifico solo l’8% ritiene fondamentale l’IM per vendere il proprio prodotto (ma molto cambierà probabilmente con la nascita del Check Out su Instagram), mentre invece il 19,5% lo utilizza per fare brand awareness, e infine il 18,3% lo utilizza per la brand reputation. Interessante poi l’utilizzo che molti ne fanno per gestire e interagire con il proprio target di utenti.

Ecco a voi uno screenshot interessante, legato agli obiettivi sottesi all’Influencer Marketing:

report onim

KPI e scelta dell’influencer

Interessante si rivela anche la parte legata alla scelta degli influencer e alle KPI utilizzate per la scelta dei testimonial. A spiccare tra tutti è la scelta di affidarsi ai micro-influencer, quelli cioè che hanno meno di 30.000 follower. Per la scelta ci si affida solitamente direttamente ai social, molto meno ai tool di social media listening, che però pian piano si stanno rivelando utili per il risparmio di tempo e alla maggior accuratezza delle proprie analisi.

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Conclusioni

L’influencer marketing oggi ha un nuovo alleato: ONIM, l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, che grazie a report come questi, ci darà il quadro completo del fenomeno social più importante forse del momento e schiarirà meglio le idee su come ottenere e ottimizzare i risultati dei propri sforzi di comunicazione social.