Nuove tecnologie ed innovazione nel settore trattamento acque reflue

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L’acqua è fonte essenziale di vita, non solo per gli esseri umani, ma anche per gli animali e per le piante. Divenuta oltremodo fondamentale per l’economia e l’industria, le risorse idriche andrebbero preservate dal possibile “consumo senza freni” in qualunque modo possibile, e pertanto assumono un ruolo fondamentale anche le acque reflue ed il loro recupero.

Tra inquinamento e cambiamento climatico sono cresciuti i timori, ovviamente fondati, riguardo alla sostenibilità dell’approvvigionamento idrico e alla facilità della sua ricostituzione.

Mentre in alcune aree la scarsità idrica rappresenta un problema, i cambiamenti climatici possono anche causare inondazioni in grado di danneggiare pesantemente l’ambiente urbano e rurale.

È compito pertanto dell’uomo trovare la migliore soluzione per gestire ed equilibrare le risorse idriche che possediamo, riutilizzando le acque e gestendo le nuove che si generano.

Le Istituzioni, sia in Europa che non resto del mondo, stanno provando ad impegnarsi per garantire sicurezza idrica futura alle persone, attraverso l’approvazione di nuove tecnologie ed innovazioni nel settore del trattamento delle acque reflue.

Per gli Stati è questa divenuta una sfida che dovrebbe superare ogni limite possibile, il cui unico scopo è proteggere le fonti d’acqua nel mondo, riutilizzando quelle  che ampiamente impieghiamo per la vita di tutti i giorni.

Con l’aiuto degli esperti del settore, gli amici di hydroitalia.com, in questo articolo guida cercheremo di fare chiarezza sull’importante argomento innovazione tecnologica e trattamento delle acque reflue.

Incentivare l’innovazione idrica attraverso il progresso tecnologico

Sebbene molto forte l’interessamento dello Stato Italiano al trattamento delle acque reflue, è necessario un forte impegno istituzionale per installare di volta in volta impianti innovativi capaci di assurgere ai loro compiti.

Sono le aziende che infatti dovrebbero impegnarsi per studiare e fare ricerca sulle moderne tecnologie realizzando metodi pioneristici atti a garantire la sicurezza idrica e un approvvigionamento adeguato per tutti.

Non è un caso se l’Europa ha deciso di finanziare numerosi  progetti presentati per porre in essere soluzioni di vasta portata nel campo del trattamento delle acque reflue.

I vari progetti hanno proposto di installare nelle città nuovi impianti realizzati con moderni processi e con sistemi all’avanguardia mai avuti sino ad ora.

Questi nuovi impianti possono consentire il riciclaggio e il riutilizzo dell’acqua sia nell’industria che nell’agricoltura, riducendo i costi operativi ed energetici e aumentando l’efficienza e la produzione di energia degli impianti di trattamento delle acque reflue.

Un esempio di biotecnologia in Europa

Anche la biotecnologia è un valido strumento applicabile al trattamento delle acque reflue, perché capace di svolgere il suo lavoro, riducendo i consumi energetici e le emissioni di gas serra e restituendo all’ambiente acqua depurata.

Tra i progetti preferiti in Europa vi è stato quello finanziato dalla Commissione Europea qualche anno fa che prevedeva la realizzazione di impianti e depuratori funzionanti come delle vere e proprie bio-raffinerie.

Il doppio scopo di questa moderna tecnologia era di ottenere dall’acqua reflua un’acqua depurata e al contempo di recuperare dalla stessa materiali di valore economico come cellulosa, fosforo, metano e bio-plastiche.

Grazie a questo doppio funzionamento per ogni abitante si riescono a recuperano 10 kg di cellulosa l’anno, riutilizzabili per altri scopi.

In questo lavoro, il processo di recupero della cellulosa tramite un filtro rotativo dinamico è stato accoppiato ad un’unità di fermentazione acidogenica per produrre acidi grassi volatili, potenzialmente recuperabili e utilizzabili in diversi processi industriali come precursori chimici di origine biologica.

Svolgendo questo accurato lavoro di recupero di materiale cresce anche la percentuale di depurazione dell’acqua: quella che si ottiene è insomma una risorsa idrica ancora più pulita rispetto a quella che si ricava dagli impianti di depurazione usati fino ad oggi.

C’è da tenere presente che il progetto ancora non si è pienamente perfezionato.

Si possono applicare particolari regimi operativi capaci di rimuovere nitriti e azoto contenuto all’interno delle “acque madri” e di selezionare al contempo una biomassa in grado di accumulare elevate percentuali di bioplastiche all’interno delle cellule.

Da ciò si ottiene una aggiornamento dei metodi di sostenibilità del processo e la conseguente possibilità di riutilizzo dell’acqua, sia a livello domestico che a livello industriale.

In una simile prospettiva, gli impianti di depurazione esistenti potrebbero avere il doppio ruolo di trattamento acque reflue e di vere e proprie bioraffinerie volte al recupero di prodotti ad alto valore aggiunto.

La differenza delle nuove impiantistiche

Ce ne sono tante altre di idee che oggi stanno trovando larga applicazione nel settore del trattamento delle acque reflue.

Grazie alle moderne tecnologie, la gestione e il riutilizzo di acqua saranno diversi. Ad esempio sono stati realizzati degli impianti capaci di verificare l’affidabilità di grandi moli di dati attraverso l’uso del DAP (Data Analysis Protocol) per aiutare i decisori a compiere le loro scelte fornendo loro informazioni in tempo reale sugli impianti.

O ancora, ci sono degli impianti innovativi che sfruttano l’intelligenza artificiale per monitorare la situazione e ricevere gli allarmi e le notifiche di fallo nella sicurezza del processo di depurazione nel più breve tempo possibile (nel 90% dei casi prima che lo stesso operatore si accorga del problema).

Diversamente ai sistemi di filtraggio e pulizia d’acqua avuti sinora, i moderni impianti di trattamento delle acque reflue riescono a snellire i tempi di lavorazione, favorendo sia il cronoprogramma che la parte economica del progetto stesso.

Attraverso software per la simulazione del processo depurativo in condizioni dinamiche, si rende l’impianto autonomo ed autosufficiente, valorizzando la divisione dell’acqua dai materiali di scarto.