La nuova tendenza del food&wine è comunicare con il neuromarketing e noi di Pop Up Magazine non potevamo che drizzare le orecchie sulle iniziative che ne parlano, per poi riferirvele con la passione per il marketing che ci è solita ci accomuna ed unisce.

Le nostre antenne hanno intercettato sul sito di Italia a tavola un articolo che parla del workshop dedicato alla comunicazione in enogastronomia, che si terrà a Milano il 17 Marzo. “Una giornata in cui scoprire come reagisce il cervello davanti ad un buon piatto o ad un vino d’annata” aggiunge Andrea Radic il vicedirettore dell’iniziativa. Neuromarketing Coach è un workshop “interattivo” organizzato da Neuroset e Tim Space al Tim space Einaudi di Milano.

Questo è un laboratorio empirico in cui il learning by doing la fa da padrone. Gli obiettivi che intende far raggiungere ai suoi partecipanti sono:

  • Sviluppo di progetti sulle necessità dei discenti;
  • Apprendere ad usare apparecchi biomedicali hi-tech;
  • Comunicare in modo innovativo con la tecnologia il proprio brand Food & Wine;

L’evento prende le mosse dagli studi spesso deficitari e poco attendibili in materia di neuromarketing e si rivolge agli specialisti della comunicazione, del marketing enogastronomico, a quelli del retail, ai food-bloggers e più in generale a chi si occupa di Food & Wine sul web. L’intento è quello di diffondere il verbo e le pratiche che ne conseguono a ragione della materia ancora così poco conosciuta. Il workshop quindi è aperto anche a tutti coloro che vogliono scoprire i meccanismi inconsci ed i processi cognitivi che guidano la mente nei nostri processi decisionali.
La difficile lettura dei dati provenienti dalle complesse misurazioni biometriche è l’aspetto critico su cui il corso intende fare luce e che all’atto pratico può essere risolto solo da una formazione specialistica nel campo delle neuroscienze. Portare fuori dai laboratori questo ambito d’indagine per infonderlo nel settore del Food & Wine mira a sfruttarne il potenziale per meglio comprendere il comportamento del consumatore come le emozioni. Andrea Radic nel suo articolo – vicedirettore di Italia a Tavola – all’occasione interroga direttamente proprio Francesco De Fina, CEO di Neuroset chiedendogli cos’è il neuromarketing e quali vantaggi possa offrire a chi lo applica nel settore enogastronomico. Questo risponde che è un approccio multidisciplinare nato di recente dall’incontro delle neuroscienze, l’economia, la psicologia ed i modelli di comunicazione-marketing. Anziché essere prodotto centrico è fondato sulle emozioni, esperienze, percezioni e motivazioni inconsce del consumatore, quindi incentrato sui suoi bisogni e necessità. E’ l’utente ad essere posto quindi gerarchicamente al centro, dopodiché segue una analisi iniziale prima a livello cognitivo poi sulla psicologia ed infine del comportamento. L’ambiente è irrilevante: può essere il web come uno store o anche una pubblicità, affinché il neuromarketing poi possa stabilire in base alla lettura tesa a decifrare le emozioni che genera un prodotto, una strategia di comunicazione enogastronomica quanto migliore possibile.

Neuroset-choose-scientific-reliability

 

Effetti del cibo sul cervello

Il food design è un esempio manifesto di come molteplici fattori possono influenzare la mente. Esemplificando, già l’enfatizzazione di taluni particolari di un piatto, attraverso una foto assai dettagliata, può “accendere” determinate zone della corteccia celebrale deputate al gusto e le zone del piacere. Come? Facendo leva su ciò il cervello decifra in quei particolari istanti, anche inconsciamente. Per esempio un dettaglio che risalta l’aspetto lucido di un cibo o un suo particolare, ha diversi richiami inconsci, persino atavici, come le calorie, i nutrienti e le svariate altre informazioni che il cervello legge. Tant’è, questo è cablato per fare scelte a seguito dell’attenzione che predilige la selezione dei cibi più nutrienti sin dai nostri progenitori che vivevano nella savana. Rispetto ad allora seppur sia cambiata la quantità di cibo disponibile, il cervello è rimasto settato su tali parametri valutativi, geneticamente sceglie in base alla disponibilità, ovvero ogni volta che è disponibile, accessibile. Se poi pensavate fosse una leggenda metropolitana che la posizione di un prodotto ed il packaging dello stesso siano capaci di influenzare le nostre scelte consumistiche, ecco sappiate che invece è proprio vero. Aggiungete che altri fattori ambientali come la musica di sottofondo, gli odori possono influenzare il gusto e sono le ricerche a confermarlo, oltretutto condotte recentemente.

Di cosa parla il workshop Neuromarketing Coach

Il punto di partenza sono le recenti ricerche, traducendole poi con la finalità di convertirle in strategie efficaci da applicare alla comunicazione enogastronomica. Partecipano: ricercatori in neuroscienze, docenti di psicologia e comunicazione, imprenditori del food e business-innovator a rilasciare le loro testimonianze. La teoria poi incontra le best practices, desumibili da diversi case-studies su brand famosi – Barilla, Cinzano, Ferrero e la pratica poi possibile attraverso la fruizione di tutorials utili ad applicare sin da subito il Neuromarketing alla propria attività-progetto.

Si parlerà di: Food advertising con le neuroscienze, ottimizzazione delle strategie pubblicitarie, tecniche promozionali enogastronomiche sul web, uso strumentale e funzionale dei socia media, neurodesign applicato alla ristorazione, costruzione di esperienze neuro-sensoriali nel retail, impatto del suono sulle scelte di acquisto e come le immagini di cibo e vino “accendono” il cervello.

Italia a tavola propone uno sconto speciale del 15% sull’evento. Se vuoi partecipare, richiedi il coupon scrivendo all’indirizzo email: segreteria@neuromarketingcoach.it

Per Informazioni: www.neuromarketingcoach.it

 

Crediti Foto: 1, 2