Marketing cinematografico: ne discutiamo con Anna Ventrella qui su Pop Up
Bentrovati su Pop Up Magazine, uno dei principali portali italiani dedicati al mondo del marketing e della comunicazione digitale. Nell’appuntamento odierno ospitiamo Anna Ventrella, con la quale parleremo del rapporto tra cinema e marketing. Infatti, a dispetto di quanto si possa pensare, il marketing cinematografico rappresenta uno degli elementi più importanti legati al successo di un film.
Ma andiamo subito a vedere nelle prossime righe il punto di vista di Anna sull’argomento: benvenuti sul nostro magazine e buona lettura!
- Ciao Anna, parlami di te e del tuo lavoro..
Ciao e grazie di avermi dato questa magnifica possibilità per parlare un po’ di me e del mio lavoro. Mi occupo di comunicazione e marketing online. Il mio lavoro consiste nel dare voce ai pensieri dei miei clienti, rappresentati da singoli individui e grandi aziende. Il più delle volte è davvero complesso, perché non sempre chi si ha di fronte è consapevole dell’obiettivo del blog o dei social, ma scelgono comunque di intraprendere questa strada perché sanno che altrimenti resterebbero indietro. Quindi, in un certo senso il mio lavoro è anche una sorta di “terapia psicologica”. Devo scavare a fondo per capire cosa davvero vogliono comunicare al mondo esterno. È una sfida continua, fatta di alti e bassi e non si può evitare di “cavalcare entrambe le onde”. Ho sempre amato scrivere. Da piccola scrivevo lettere ai miei familiari come regalo di Natale, quando ancora non avevo soldi miei per fare regali. Negli anni del teatro – sì per un periodo ho recitato – scrivevo monologhi teatrali e poesie. Da ventenne ho scritto tanti racconti e solo da cinque anni a questa parte ho compreso che la scrittura poteva diventare il mio lavoro. A volte è dura, ma la passione per ciò che faccio mi aiuta molto. Sono molto determinata, e ho deciso di investire tutto su di me. Ho trascorso molti anni a fare lavori differenti, non lo nascondo e non me ne vergogno. Dal cinema – come assistente alla regia – alla vendita, ho davvero accumulato molte esperienze e a volte grandi batoste. Il mio settore non è semplice, e ancora non è apprezzato come dovrebbe, ma ho capito a suo tempo che era il mio futuro e così è stato. Vedremo cosa succederà poi, credo che bisogna ancora crescere molto.
- Cinema e marketing: cosa lega questi due settori?
Non lo si immaginerebbe mai, ma il cinema e il content marketing hanno tantissimo in comune.
Il cinema può insegnarci tanto in merito a come comunicare con le persone alle quali vogliamo arrivare. Una delle pecche del cinema, però, è che non sa quanto il content marketing in generale può fare per “lui”.
Un esempio che ho riportato proprio ultimamente in un mio articolo, analizzava questa connessione tra i due mondi, partendo dal target.
Quando un regista, per esempio, sceglie i suoi protagonisti, in base a cosa lo fa?
Lo fa pensando se quel personaggio si adatta a ciò che è scritto nel copione.
Quest’ultimo è scritto pensando al target?
Alcuni film hanno fatto storia perché hanno colpito il target di nicchia, ma non solo. Anche il regista quando gira il suo film pensa al destinatario del messaggio, di fronte a lui non c’è un pubblico immaginario ma reale. Allo stesso modo quando scrivo un articolo io penso alle persone alle quali mi devo rivolgere, allo scopo della mia comunicazione e poi penso a come comunicare al meglio in base al target. Recentemente ho fatto un paragone con Netflix e gli e-commerce per esempio, puntando proprio sul fatto che sono entrambe piattaforme di acquisto ed entrambe ti propongono ciò che più ti interessa. Solo che nel primo caso ciò che viene venduto è l’intrattenimento, nel secondo caso prodotti o servizi.
E allora?
I punti in comune sono palesi. Sul mio blog personale ne sto scrivendo tanti di articoli del genere. Il content marketing è un ambito ampissimo e prende ispirazione dalla musica, dal cinema e dalla nostra vita. Per scrivere bene, basta guardarsi intorno.
- Film di successo al botteghino: quanto centra il marketing?
Il marketing è tutto o almeno dovrebbe esserlo. Basti pensare a quando è stata lanciata l’Amica Geniale in tv, riscuotendo un successo con pochissimi precedenti.
Cosa pensate abbia contribuito al successo della serie?
Anche lì c’era un bel funnel di vendita, iniziato dal mistero dell’autore o autrice del libro, al successo sociale che hanno avuto i libri una volta usciti. Personalmente non li ho letti e non ho amato la serie, nonostante questo devo ammettere che sia stata girata molto bene. Questo in tv. Lo stesso meccanismo si attiva nel cinema, ma purtroppo solo in quello americano per ora. Basti pensare al successo che ebbe “The The Blair Witch Project”. Lì fu solo questione di marketing. Gli americani ci sanno fare con il marketing per il cinema. Ne sanno qualcosa in quanto a creare trailer più belli dei film stessi.
Recentemente sono andata a vedere il film “Il Traditore” di Marco Bellocchio. Un film capolavoro. Eppure lo hanno promosso poco e forse neanche in modo eccellente. Quanto avrebbe potuto incassare al botteghino questo film? Tanto quanto i film americani, io ne sono certa. Invece i film “Loro1” e “Loro2” hanno avuto una forte sponsorizzazione, ma non mi sorprende il perché, dato che la storia era incentrata su di un personaggio politico di spicco sociale. Seppur non apprezzato in realtà da molti, nessuno ha voluto perdere l’occasione di andare a vedere un film interamente basato sulla sua vita.
Il movente?
Lui stesso e la pubblicità che si è sempre fatto in questi anni. Era impossibile che il film non sbancasse al botteghino, al di là del consenso sociale o meno.
Ma torniamo al target, rispetto ai tre film che ho appena citato: come mai il primo ha raccolto meno consensi rispetto ai secondi? Loro 1 e Loro 2 non sono piaciuti, mentre io li ho trovati grandiosi per molteplici aspetti, anche se non per la sceneggiatura onestamente. Il Traditore aveva un target specifico, doveva colpire chi la storia di Buscetta la conosceva o quanto meno aveva sentito parlare di Cosa Nostra.
E quanti sono a conoscenza della storia?
Io stesso ignoro molti aspetti delle vicende politiche di quegli anni. Ma io al cinema a vedere questo film ci sono andata per passione, una domenica alle 16.30 con una mia amica. Proprio per amore, perché qui a Napoli quasi nessuno va al cinema alle 16.30 in una domenica estiva per vedere un film così “intenso”. Noi abbiamo il mare che ci distrae piacevolmente.
Loro 1 e Loro 2 avevano tutt’altro target e infatti hanno potuto interessare più persone, raccoglievano un bacino di utenza che non doveva per forza conoscere una storia in particolare. Il protagonista di Loro 1 e Loro 2 ha fatto parte e fa ancora parte della nostra vita. È lui stesso la storia, quella che conosciamo tutti. Non era necessario andare a vedere questo film con un pregresso culturale alle spalle, nel “Il Traditore” invece sì.
Il marketing fa la differenza nel cinema o dovrebbe farla, e noi in Italia non abbiamo ancora veramente compreso come. Le produzioni si appoggiano sui finanziamenti regionali o su quelli privati, non considerando che un buon marketing – partendo proprio dagli attori – potrebbe far luccicare questo mondo ancora di più, ma soprattutto potrebbe tornare a dare valore al Cinema, quello di una volta, quando i multisala nemmeno esistevano. Non voglio dire che il progresso non è bello, ma ci sono forme d’arte – come il cinema appunto – che secondo me andrebbero aiutate a sopravvivere nell’epoca di Netflix e simili.
Vedere un film a casa è bello e di sicuro è meno dispendioso, ma vuoi mettere con la magia del film visto sul grande schermo, in una sala buia e insonorizzata?
- Marketing cinematografico: quali sono gli aspetti cardine legati al marketing da tenere in considerazione quando si decide di girare un film?
La risposta a questa domanda si lega un po’ a quella precedente in realtà, ma nello specifico secondo me ci sono degli aspetti che si sottovalutano del marketing e di quanto quest’ultimo possa fare per il cinema.
Con un esempio il mio discorso potrebbe diventare più lineare. Quando il regista sceglie l’attore protagonista lo fa pensando a quanto è perfetto per il ruolo. E se il protagonista fosse anche una star dei social? Non intendo solo con i selfie di una finta vita condivisa, in realtà giostrata dalle agenzie di marketing – che tra l’altro si firmano sotto i profili – ma con la condivisione di loro che lavorano sul set, senza ovviamente far vedere nulla di troppo importante.
Si potrebbe creare un funnel di vendita per ogni singolo film che deve essere lanciato. Dare delle piccole anteprime al pubblico, che probabilmente andrà a vedere il film per il nome del regista e per quello dei protagonisti. Io stessa scelgo i film – oltre che per la storia – in base agli attori e ai registi, molto raramente mi faccio sedurre dai trailer. So che i trailer mentono. Se si cominciasse a capire che un film può essere sponsorizzato esattamente come avviene per le serie televisive, il cinema italiano potrebbe smettere di pensare che solo dai finanziamenti regionali e privati arriva il budget. Sì, la tv e il cinema sono due mondi differenti, e nel primo caso c’è molto più controllo – apparentemente – su quello che viene trasmesso. Quello che infatti dovrebbe essere preso in considerazione è una strategia di marketing che promuova il film partendo proprio dal regista. Poi coinvolgendo gli attori, che sempre di più, tra l’altro, si stanno affacciando al mondo social con curiosità, anche se in modo molto grossolano.
Pensiamo al social media marketing per il cinema, quello per esempio è una specializzazione che bisognerebbe coltivare, aiutando gli attori e i registi a comunicare meglio.
Potrei parlare per ore di tutto questo, ma lascio che chi desidera approfondire questo discorso con me, magari confrontandoci, lo faccia contattandomi in privato.
- La tua top 3 di film che utilizzano meglio il marketing e la comunicazione settoriale e perché
Attualmente dei film italiani, dato che voglio mantenermi in Italia, credo che non ce ne siano che utilizzano efficacemente il marketing. La tv ha capito questa cosa, e sa fare marketing molto bene, basta vedere il lancio delle serie. L’amica geniale, il commissario Montalbano o Don Matteo per un pubblico più adulto. X factor e altri trasmissioni simili, per un pubblico più giovane. Il palinsesto televisivo è così che d’altronde viene creato. Certo la mia considerazione potrebbe sembrare voler svilire il cinema, ma in realtà vuole solo dargli valore con la giusta strategia di marketing a supporto. Ogni produzione cinematografica dovrebbe avere il suo reparto marketing online.
Se devo pensare a tre film che hanno utilizzato il marketing per farsi strada, me ne vengono in realtà in mente 4, due in America e due in Italia, giusto per essere più efficace:
- Cast Away
- Avatar
- Loro 1 e Loro 2
- Tutti i film di Carlo Verdone
- Cinema italiano: come utilizza il marketing e la comunicazione rispetto a quello americano?
Credo che se qualcuno ha letto tutta l’intervista, ha compreso il mio pensiero al riguardo. Il cinema italiano non usa in modo efficace il marketing, a meno che non voglia sponsorizzare film per adolescenti o le “commedie” di Natale. E trovo che sia davvero triste, perché il nostro cinema vale tanto. Noi abbiamo il cuore e le emozioni, noi abbiamo da raccontare, noi abbiamo una storia di arte seria e purtroppo tutto ciò si sta perdendo ed è un vero peccato perché il marketing potrebbe risollevare queste tristi sorti.
I registi italiani hanno grande talento, il cinema italiano è molto di più che battute volgari e donne bellissime in mostra. Il marketing può aiutarlo a rinascere e dargli valore. Il mio obiettivo sarà quello di far capire questa cosa. Amo il cinema, e amo il mio lavoro. Sono due ambiti che conosco abbastanza bene, e allora perché non fare qualcosa per il nostro cinema?
Ringraziamo Anna Ventrella per la sua disponibilità e per la splendida intervista. Se avete domande per lei o volete dire la vostra a riguardo, potete farlo nei commenti. Alla prossima con le interviste di Pop Up Magazine!