Marketing Sportivo: dall’asta dei diritti TV al campionato sportivo tra i 10 più seguiti al mondo
Lo scorso giugno l’asta per i diritti per la trasmissione in TV ed online delle partite del massimo campionato italiano di calcio é stata annullata, poiché le offerte presentate sono state giudicate insufficienti. Insomma l’insuccesso dell’asta per il campionato di calcio seguito e trasmesso in quasi 200 i paesi al mondo, collegati ad ogni giornata grazie ai diritti acquisiti, non é andata giù ai vertici della Lega Calcio, visto che il valore e la dimensione della Serie A non é da buttar via.
In autunno prossimo verrà riproposto il bando e Mediaset ha già fatto sapere di voler partecipare. Inoltre dovrebbe esserci anche Perform Group, che con il servizio Dazn, una sorta di Netflix del calcio, è già attivo in Germania e altri paesi europei, che potrebbe quindi cambiare il quadro dell’offerta per gli anni a venire. Insomma la Lega Calcio mira a chiudere i relativi contratti per le diverse aree geografiche, con l’obiettivo di raggiungere introiti per almeno 300 milioni di Euro.
Nonostante l’offerta al ribasso fatta da Sky e l’offerta per nulla presentata da Mediaset, la 116ª edizione della Serie A é stata inaugurata il sabato 19 agosto 2017 con l’anticipo Juventus – Cagliari e anche se la nostra Serie A negli anni ha perso pubblico, visto l’inadeguatezza della maggior parte degli stadi italiani (poco funzionali e troppo cari) resta comunque tra i 10 campionati sportivi più seguiti al mondo. Cerchiamo di capire quale può essere il punto di arrivo (di risalita) per la Serie A e tornare così ad essere uno dei migliori campionati.
Nella stagione 1986-87, cioè 30 anni fa, la serie A contava 30.872 persone in media a gara per un totale di poco superiore a 7,4 milioni di spettatori totali, nonostante le squadre iscritte al campionato fossero 4 in meno rispetto ad oggi. Dunque la Serie A dovrebbe puntare ad una media di 30 mila spettatori a partita e bloccare la fuga dagli stadi. Verosimilmente difficile? No!
Serie A: un giro di affari miliardario stimato in 13 miliardi di Euro
Dalla prima giornata di serie A emerge subito un dato di fatto, cioè che la Juventus (ahimé) é il brand trainante della Serie A, il che potrebbe dare, visto anche i suoi successi internazionali della stagione passata, maggiore visibilità al campionato di calcio nostrano, un campionato che produce un volume d’affari stimato in 13 miliardi di Euro (+53% rispetto a dieci anni fa) secondo il Report Calcio realizzato da Figc, Arel e Pwc, una sorta di censimento del calcio sotto il profilo agonistico, economico-finanziario e benchmark internazionale.
Insomma il calcio Made in Italy, grazie anche agli investimenti stranieri significativi nei vari brand calcistici italiani, e l’applicazione di strategie di marketing sportivo fanno in modo da registrare un rialzo dei trend, che contribuisce con costanti gettiti alla crescita del PIL del Paese e posso azzardare a dire che la Serie A é una vera e propria azienda e le squadre sono le varie filiali con un valore della produzione in crescita, nonostante il periodo difficile della situazione economica del campionato italiano degli ultimi anni.
A questo punto spero che la classe manageriale della lega calcistica sappia essere di larghe vedute per far tornare a riempire gli stadi di furore e urla alimentate dai dribbling dei calciatori in campo. Proprio come accade per il campionato inglese, ovvero la Premier League, che un ventennio fa diede una svolta decisiva al proprio calcio con una serie di operazioni molto drastiche portandola al top del calcio mondiale.
Parliamo di cifre: il valore economico della Serie A é di circa 117 milioni di Euro contro i 908 milioni di Euro della Premier League, che si é aperta a nuovi e potenziali tifosi del mercato estero dal quale ricaverà circa 4.3 miliardi di Euro a stagione, grazie soprattutto alla vendita del diritto di distribuzione a 16 diverse emittenti su 35 canali in 53 Paesi in Europa, Asia, Africa e Oceania per via del suo forte richiamo mediatico, che veicola un maggior numero di partnership commerciali internazionali.Insomma al calcio italiano serve maggiore maturazione organizzativa, economica e finanziaria.
Sponsorizzazioni e marketing sportivo nella Serie A
Il calcio, più di ogni altro sport, negli ultimi decenni ha subito un rinnovamento decisivo dal punto di vista organizzativo, comunicativo e gestionale e le varie squadre di calcio sono diventate dei veri e propri marchi nell’ottica dell’innovazione, branding e sviluppo. Di conseguenza i vari campionati sono stati costretti ad adeguarsi a questa trasformazione, perché si sono resi conto che il marketing applicato al calcio ha assunto un ruolo fondamentale per fare rotolare la palla.
Per poter competere con i principali campionati europei, la Lega Serie A ha rafforzato i suoi accordi commerciali con il title sponsor Tim , Fiat, Eni, Lete, Lidl, Intralot, San Carlo, Ermanno Scervino, Fassi, Radio Italia, Corriere dello sport, Frecciarossa, Costa d’oro e Sixtus per il campionato 2017-2018 con strategie di marketing relative al rapporto con i suoi sponsor. Si tratta di operazioni di marketing sportivo che fanno aumentare sia l’appeal della nostra Serie A sia fidelizzare la fan base quotidianamente di circa 35 milioni di appassionati.
Insomma più del 40% dell’Italia segue entusiasticamente il calcio e la propria squadra del cuore, incoronando la Serie A come la regina indiscussa del panorama sportivo italiano, che offre quindi parecchie opportunità per l’applicazione di innumerevoli strategie di marketing. Quindi bisogna guardare ciò che accade negli altri campionati di maggior successo e applicare le loro strategie al nostro movimento per generare nuove revenue.
Il calcio deve muoversi in sintonia con il marketing sportivo e sono convinto che la nostra Serie A, considerata un tempo il più bel campionato di calcio al mondo, fino a quando gli investimenti finanziari non si sono spostati in Inghilterra, Germania e Spagna possa nuovamente tornare ad essere una realtà consolidata e non una semplice favola.
Voglio concludere con lo spot di Skysport #NuovoInizio dedicato alla serie A, che prende spunto dal discorso pronunciato di Giuseppe Garibaldi nel 1861. Si tratta un manifesto al coraggio e alla passione che ha contribuito alla nascita dell’Italia. Trovo lo spot molto emozionante, perché il calcio è parte della nostra vita e della nostra cultura, quindi per questo la rinascita dello sport più seguito in Italia, attraverso valori e modelli che lo ispirano, è un segnale che va oltre lo stadio.
Il calcio italiano riparte da tutti noi.