Prima dell’invasione dei videogiochi e di Internet esistevano solo loro, i giochi di carte e quelli classici da tavolo, tra cui l’intramontabile gioco degli scacchi. In Italia il gioco delle carte fa parte di un’antica tradizione suddivisa per regioni, chi non si è mai ritrovato intorno ad un tavolo in occasione delle festività natalizie per una partita a scopa tra amici e parenti? Per gli appassionati di giochi da casinò come baccarat, blackjack e la roulette bastava recarsi in uno dei quattro casinò dislocati nel Nord Italia e trascorrere qualche ora di svago. Intorno agli anni ’80 è avvenuta la vera rivoluzione con la nascita delle prime consolle utilizzate all’inizio da una nicchia ristretta di giocatori, che muoveva i primi passi all’interno di un universo fatto da videogiochi ancora tutto da scoprire da parte degli sviluppatori. Negli ultimi vent’anni il modo di giocare ha subito un’ulteriore accelerata che ha spostato tutto il mondo del gioco d’azzardo e dei giochi classici da tavolo prima su pc e in seguito su tablet e smartphone per un accesso più diretto e intuitivo. Le innovazioni tecnologiche hanno anche migliorato la parte grafica e i software hanno reso molto più semplice l’utilizzo e l’accesso alle partite, con la possibilità ad esempio per un utente di partecipare a sfide multigiocatore e a tornei con croupier virtuali, come se ci si trovasse seduto ad un reale tavolo verde.

L’intelligenza artificiale sfida l’uomo
A metà del secolo scorso ha fatto capolino sulla scena informatica l’intelligenza artificiale (IA) che studiando gli elementi teorici e le tecniche per progettare sistemi di programmi software e hardware è riuscita ad elaborare prestazioni che si pensava fossero possibili solo per l’intelligenza umana. Essa comprende una macro area di ricerca denominata planning, in cui gi sviluppatori chiedono ad un computer di programmare una lista di sequenze e strategie per realizzare un determinato numero di azioni. Il planning ha trovato terreno molto fertile nel mondo dei giochi, in particolare nel blackjack perché,come approfondito dalla piattaforma di Betway Casinò, questo si basa principalmente sulla strategia costituita dal calcolo delle probabilità e sull’abilità del giocatore acquisita col tempo attraverso l’esperienza. L’altro gioco preso di mira dall’intelligenza artificiale è il gioco degli scacchi. Uno degli eventi mediatici più popolari che lo ha interessato è stata la sfida del’11 maggio 1997 tra Deep Blue, un pc realizzato dall’IBM e programmato per giocare a scacchi e l’allora campione del mondo Garry Kasparov. Per la prima volta un computer vinceva contro un umano sulla lunghezza di sei partite, usando duecento milioni di posizioni al secondo, per selezionare la migliore strategia e battere lo sfidante. Uno dei successi più recenti da parte di un algoritmo del’AI, Alphago, interessa il gioco da tavolo di origine orientale Go. La macchina sviluppata da Google, ha battuto per ben sessanta volte e nel giro di soli sette giorni i più grandi professionisti in carica, usando durante le partite due nickname falsi, Magister e Master.
DeepMimic VS motion capture
Se state pensando che la tecnica del motion capture o la virtual reality, utilizzate sui videogiochi per creare animazioni realistiche, sia qualcosa di innovativo vi state sbagliando: per gli sviluppatori del settore gaming è già preistoria. Da una recente ricerca realizzata dal Massachusetts Institute of Technology, sembra che presto assisteremo ad una ulteriore rivoluzione del videogame. Attraverso l’IA e l’utilizzo di determinati algoritmi di machine learning, sarà presto possibile creare un personaggio virtuale capace di comprendere e poi di mettere in atto i movimenti umani. Tutto si basa su un meccanismo di rinforzo, in cui si sfrutta la macchina allenandola con prove e azioni ripetute, finché apprenderà autonomamente il movimento da compiere. Il vero passo avanti di questo tipo di animazioni sviluppate con machine learning è la flessibilità che le porta ad adattarsi più facilmente alla situazione di gioco, in automatico. Questa tecnica chiamata DeepMimic, potrebbe risolvere molte problematiche dell’animazione, grazie alla sua versatilità che permetterà di applicarla ad una moltitudine di scene e personaggi a differenza della statica tecnica del motion capture. Con DeepMimic sarà l’animazione ad adattarsi al contesto e non viceversa, modificandosi in base alle leggi fisiche del movimento e creando di conseguenza situazioni sempre diverse e molto più realistiche. Una tecnica del genere applicata nel mondo del gaming porterebbe ad un’evoluzione importante di questa specie video-ludica che sembra non volersi arrestare in ambito innovazione.
Il vero dilemma oggi per gli sviluppatori di giochi e non solo sembra essere quello di decidere se competere con l’intelligenza artificiale o se collaborare insieme per superare tutti quei limiti ed ostacoli cognitivi che caratterizzano l’essere umano, mantenendola al servizio dell’umanità. Riuscirà la tecnologica IA ad innovare le nostre vite, semplificando alcuni processi della quotidianità sia in campo professionale che all’interno della nostra sfera privata? Per ora sembra che ci siano tutte le carte in regola perché l’intelligenza artificiale possa espandersi in moltissimi ambiti della nostra esistenza, con quello del gioco a fare da traino.