Startup nel settore food: se ne discute a Milano
Si dice tecnologia ed ultimamente non si riesce fare a meno di pensare ad uno strumento sempre più efficace per risolvere i problemi. Non fa eccezione il settore Food-Tech che si propone, con le sue food startup di risolvere le carenze di cibo che si presenteranno in futuro a seguito dell’aumento esponenziale della popolazione della terra. Le previsioni per niente rassicuranti previste per il 2050 è di un incremento di 2.7 miliardi, ossia dai 7 ai 9,7 miliardi di persone. La questione verrà dibattuta a Milano il prossimo 8-11 Maggio.
Ad essere presa in esame è la nostra sopravvivenza a fronte dell’aumento degli abitanti del pianeta con un aumento della produzione, massimizzando l’efficienza attraverso una riduzione degli sprechi e nella fattispecie sperimentando generi alimentari alternativi. A mutare non saranno perciò solo le materie prime a cui siamo abituati, ma anche i nostri gusti dovranno mettersi da parte se nel mirino vogliamo mantenere l’ambiente e vivere in un mondo più sostenibile.
Alla Seeds&Chips, the Global Food Innovation Summit a Milano, fiera dedicata alla food innovation si discuterà appunto di queste tematiche legate ad un’agricoltura più sostenibile, a come salvare il pianeta ed alle nuove forme di produzione alimentare. La nutrizione del futuro è una delicata sfida mondiale e le nuove tecniche di produzione alimentare fino alla food security e al diritto al cibo, sano, sostenibile e accessibile a tutti, sono i temi portanti su cui si instaurerà il confronto-dibattito. In questo senso saranno presentate molte startup che stanno già cercando di innovare il settore attraverso la proposta di soluzioni alternative.
Le più innovative e promettenti food startup
1-Addento
Mai assaggiata la farina di grilli? Non posso garantire sul sapore perché non l’ho fatto mai neanche io, però a dir loro promette valori nutritivi strabilianti – contenuto proteico pari al 69% sul peso secco – contro il 32% della bresaola – e superiori oltre che sostenibili rispetto ad altri alimenti. Inoltre sono ricchi di vitamina B12 e di acidi grassi come Omega-3 e Omega-6. Non lo avreste mai pensato, vero?
Eppure hanno persino un bassissimo impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra e di consumo di risorse. Giusto per rendere l’idea per produrre un chilo di carne di manzo servono più di 15 mila litri d’acqua mentre l’equivalente in grilli ne serve soltanto 1. Una soluzione che potrebbe tornarci assai utile in visione di un futuro per niente roseo per soddisfare la crescente richiesta di consumo della carne, sempre più difficile se non impossibile da sostenere.
2-Mi Green Food
Rigorosamente Made in Italy, dopo anni di ricerca, questa StartUp è arrivata a produrre dei micrortaggi, plantule commestibili, nuova tendenza del mercato agroalimentare. Con un’elevata concentrazione di vitamina C, E e K, i micrortaggi sono così ricchi di valori nutrizionali e antiossidanti da rientrare nella categoria dei «Super food». L’elevata presenza di principi alimentari rispetto ad ortaggi maturi ne fanno un’eccellenza a beneficio della salute umana. La coltivazione sfrutta un processo produttivo, inoltre, altamente tecnologico e sostenibile. Scoperti da un gruppo di ricercatori (Zhenlei Xiao, Gene E. Lester, Yaguang Luo e Qin Wang) in collaborazione con il Dipartimento di Nutrizione e scienze alimentari dell’Università di Maryland, Cina.
3-Seamer Food
Dalle alghe in Olanda e più precisamente ad Amsterdam hanno tirato fuori il bacon, le tagliatelle ed altri alimenti tradizionali o meglio desiderati. La alghe hanno zero impatto ambientale visto che hanno bisogno del sole soltanto per crescere anziché dell’accoppiata terra/acqua. Figuriamoci poi se necessitano di veleni aggiuntivi quali i noti fertilizzanti e pesticidi.
4-New Wave Food
Che dire poi dei frutti di mare a base vegetale: non sacrifichereste il gusto all’altare dei vostri desideri per salvare l’ecosistema marino ed oceanico dal devastante impatto della pesca commerciale? Almeno promettono un alto contenuto nutritivo. L’impegno è rivolto a dare una soluzione alla probante richiesta di prodotti ittici con alimenti sostitutivi e non alla questione “marginale” inerente il sapore, suvvia, non fate gli schizzinosi.