Coronavirus: ripercussioni sulla pubblicità online e sul marketing digitale nel post di Pop Up Mag
Il coronavirus non perdona, anche nel marketing digitale. Infatti la pandemia scoppiata nelle ultime settimane in tutto il mondo ha posto al collasso l’intera economia, anche quella digitale, anche se con alcune eccezioni. Infatti interi settori che allocano gran parte del proprio budget pubblicitario su internet, hanno rivisto le proprie stime al ribasso, oppure hanno azzerato, almeno per il momento, i propri investimenti a breve termine: ne parliamo oggi in Pop Up Mag nel post del vostro Francesco Corvino.
Coronavirus: gli analisti prevedono un calo delle entrate pubblicitarie
L’epidemia scoppiata nelle ultime settimane ha avuto forti ripercussioni soprattutto nell’allocazione del budget pubblicitario nel settore digitale. Gli analisti prevedono che Google e Facebook subiranno un calo delle entrate pubblicitarie, ad esempio nel settore turistico e in altri settori maggiormente colpiti dagli sforzi globali per rallentare la diffusione del coronavirus. Sul campo, i marketer hanno rivalutato le loro strategie pubblicitarie a breve termine.
Come emerge dal sito Search Engine Land sulla situazione attuale, l’analista di Loop Capital Markets, Rob Sanderson, prevede che Google vedrà un calo del 15% su base annua delle entrate relative agli annunci di viaggio nel primo trimestre e un calo del 20% nel secondo trimestre a causa dell’epidemia di coronavirus.
Se vogliamo invece analizzare il fronte social media, la scorsa settimana le analiste di Needham, Laura Martin e Dan Medina, hanno affermato che ci sono prove di minori spese per viaggi, vendita al dettaglio, beni di consumo confezionati e intrattenimento, che insieme, stimano, rappresentino dal 30 al 45% delle entrate totali di Facebook.
Quindi chi affermava che il coronavirus avesse avuto ripercussioni positive per il web, si sbagliava di grosso. Il danno è su scala globale e non conosce vincitori, tranne che in alcuni sparuti casi.
Il settore turistico e delle scommesse sportive quelli più colpiti
I settori maggiormente coinvolti dalla crisi da coronavirus sono senz’altro il settore turistico e delle scommesse online sugli eventi sportivi. Infatti il blocco deciso dai governi su viaggi e intrattenimento sportivo hanno posto al collasso intere nicchie di mercato sul web, che hanno susseguentemente annullato o rivisto al ribasso la propria quota di budget da allocare in pubblicità e altre attività online.
Secondo la società Flutter Entertainment, nata dalla fusione tra Paddy Power e Betfair, vi sarà una perdita di 110 milioni di sterline in termini di Ebitda, e tutto ciò ovviamente andrà a incidere anche sul budget pubblicitario.
Stesso discorso vale per il settore viaggi, che ha visto azzerare o quasi le ricerche degli utenti in rete, il lancio di nuove campagne a pagamento su Google e gli sforzi pubblicitari sui social. E ciò diventa normale se si considera il blocco dei voli e degli spostamenti anche interni al paese, come nel caso dell’Italia, oltre che l’incertezza su quando terminerà questa crisi senza precedenti.
Un’azienda di viaggi di lusso internazionale ha ridotto i budget di oltre il 50% rispetto ai mesi precedenti su tutti i canali digitali, ha affermato Michelle Morgan, direttrice dei servizi alla clientela dell’agenzia digitale Clix Marketing di Louisville. Morgan afferma che l’agenzia ha ancora la flessibilità di allocare il budget rimanente ai canali e alle campagne più efficaci, ma per ora c’è poco su cui lavorare.
Alcune aziende hanno messo fine ai loro budget pubblicitari digitali. “Abbiamo avuto due clienti che hanno sospeso la spesa a causa del coronavirus”, ha affermato Tom Shurville, amministratore delegato dell’agenzia digitale britannica Distinctly.
Anche Amazon colpita duramente dalla crisi
Chi si aspettava che Amazon potesse sfruttare a proprio vantaggio la crisi coronavirus è stato ampiamente smentito. Infatti anche il colosso dell’e-commerce ha visto grossi cali negli ordinativi. Ciò è legato al momento di incertezza e al nervosismo degli utenti, che hanno interrotto qualunque tipologia di acquisto non necessaria.
La spesa pubblicitaria digitale nel 2020: le ultime stime
Per ciò che riguarda le stime sulla spesa pubblicitaria nel 2020, WARC prevede ancora un aumento annuo del 7,1% nella spesa media globale quest’anno. Ciò si basa sull’aspettativa che i professionisti del marketing aumenteranno semplicemente i budget pubblicitari digitali nella seconda metà dell’anno (ciò sempre se il virus cesserà di produrre danni tra qualche mese), il che aumenterà la concorrenza e i prezzi per i media che vendono i loro servizi.
Ciò significa però che gli inserzionisti potrebbero continuare a sentire una stretta molto forte anche dopo che il coronavirus si sarà spento.