Comunicazione sportiva: ne parliamo con Maurizio Stabile
Oggi per il nostro consueto appuntamento con le interviste, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il giornalista sportivo Maurizio Stabile, che ci ha raccontato la sua personale esperienza professionale, della comunicazione sportiva in Campania oltre che del movimento calcio femminile nel nostro paese (per il quale si batte da anni per una maggiore equità rispetto a quello maschile). Oggi Maurizio collabora con Diretta-Napoli dove si occupa di calcio femminile e co-conduce una trasmissione radiofonica che si chiama Calcio Ladies.
- Ciao Maurizio parlaci un po’ di te..
Ho 34 anni, napoletano d.o.c., laureato c/o la Facoltà di Scienze Politiche (corso di laurea in Studi Europei) della “Federico II” di Napoli, dopo aver intrapreso gli studi umanistici c/o il liceo classico “Umberto I”.
- Quando hai deciso di intraprendere la tua carriera di giornalista? E quando poi hai deciso di dirottare la tua attenzione sul mondo del calcio e specificatamente calcio femminile?
Decisi di intraprendere la carriera da giornalista sportivo, ormai dieci anni fa ed è accaduto un pò per caso. Incominciando per passione ma, successivamente, è divenuto un lavoro. Premetto col dire che sin da piccolo, sono un appassionato di calcio e tifoso della S.S.C. Napoli. Un pò per gioco, prendevo in giro una conoscente tifosa della Roma, non sapendo che lei scrivesse anche di calcio. A quel punto, mi propose di trasporre la mia passione per il calcio nella scrittura ed è così che ho iniziato seguendo per due anni il Torneo Intersociale per il quotidiano Roma al sabato mattina, ed in particolare, il campionato del Posillipo La Vigilante. Contemporaneamente, ho scritto anche per Tuttocalciocampano (inserto del Corriere dello Sport) nel periodo 2008/09 come inviato per la scuola calcio Mariano Keller (all’epoca, tra le più prestigiose della Regione per i settori giovanili) e, ancora, per Il Mattino (2008/2015) seguendo le categorie dilettantistiche campane quali l’Eccellenza e la Promozione per poi ritrovarmi a seguire le vicende prima della S.S.D. Quarto e successivamente della “Nuova Quarto Calcio Per La Legalità” (la squadra “antiracket”), compagine calcistica del Comune di Quarto. Nell’intermezzo, ho seguito, sempre da vicino, anche le vicende delle società flegree del Monte di Procida, della Sibilla Bacoli, della Puteolana. Il corrispondente (sul campo, a contatto con gli addetti ai lavori – allenatori, direttori sportivi, presidenti e calciatori) è sempre ciò che ho fatto e che mi piace, preferendolo al lavoro redazionale di impaginatore o correttore bozze. Nel settembre del 2015, un amico mi presentò il presidente di una squadra di calcio femminile, ovvero il Napoli Dream Team, neo-promossa in B (dopo aver vinto il titolo di C con un netto margine sulla seconda) e così decisi di lasciare il maschile dopo ben otto anni. Stimolato sin da subito dalla nuova avventura, nel ruolo di addetto stampa, ho sempre seguito con attenzione lo staff e le calciatrici, cercando di dare voce soprattutto alle ragazze, in un movimento, quello del calcio femminile italiano, che non riceve finanziamenti dalla Lega Nazionale Dilettanti che, nel passato, ha solo messo i bastoni tra le ruote, aprendosi con ostinazione alla crescita del movimento stesso. Le società (anche alle piccole realtà) si autofinanziano in tutto, partendo dalle trasferte, dai campi d’allenamento fino a quelli per le gare ufficiali. Il calcio femminile, in Campania, è allegria, condivisione, mutuo soccorso ed è fatto da tanta umanità e piccole cose, rispetto al maschile che è mosso esclusivamente da interessi economici sin dalle prime categorie dove, se ne sentono e se ne vedono di tutti i colori: allenatori che se non portano lo sponsor (cioè, soldi) non allenano o di genitori che, spesso, se non pagano, non vedranno mai il proprio figlio in campo la domenica a calciare un pallone.
- Tu hai tenuto un breve speech durante il nostro corso in marketing e comunicazione sportiva: cosa puoi raccontarci della tua personale esperienza legata all’evento?
Il 22 settembre, in pieno centro storico, si è tenuto il corso di marketing e comunicazione sportiva, al quale ho partecipato con entusiasmo e curiosità che mi ha sempre contraddistinto. Organizzazione ineccepibile e un’accoglienza impeccabile. Abbiamo iniziato la mattina per concludere nel tardo pomeriggio dove, da uditore, ho prestato attenzione a tutti gli interventi interessanti ed esaustivi da parte dei vari relatori, in merito alle tecniche di comunicazione (social, video) ed infine, ho raccontato la mia esperienza personale. Personalmente, è stata la prima volta da relatore e, di conseguenza, anche con una certa emozione dinanzi ad una platea, rispetto a quando mi ritrovo solo col pc!
- Parliamo di calcio femminile: che differenza riscontri rispetto al calcio maschile? Cosa sta cambiando in Italia circa l’approccio a questo sport? E cosa c’è da fare ancora?
Nel resto d’Europa e del mondo, a dispetto di casa nostra, il calcio femminile è professionismo a tutti gli effetti dove le calciatrici percepiscono uno stipendio, seppur non ai livelli delle cifre astronomiche dei più fortunati colleghi uomini. In Italia, in primis, vi è un problema culturale (discriminazioni sessiste): è un movimento che si muove a piccolissimi passi ed è ad anni luce distante dagli altri paesi europei (vedi Francia, Germania, Olanda e Svezia) e oltre oceano (Stati Uniti e Giappone). Da noi, solo quando diverrà obbligatorio che le tutte le società maschili si affilino quelle femminili (vedi Fiorentina campione d’Italia 2016/17, Juventus, Atalanta che ha incorporato il Mozzanica, Sassuolo ed Empoli (neo-promosse in A), il suddetto movimento, potrà dare una sterzata improvvisa positiva verso l’alto e, chissà quando, magari, vincere una Champions (con un club) o un Europeo o Mondiale (con la Nazionale). Dalla stagione sportiva 2017/18 (da quest’anno), le società dovranno partecipare al Campionato Giovanissime con almeno una squadra di calcio femminile (fermo restando il tesseramento di almeno 40 calciatrici Under 12), e dalla stagione sportiva 2019/2020, dovranno partecipare al Campionato Allieve con almeno una squadra di calcio femminile (fermo restando il tesseramento di almeno 40 calciatrici Under 12 e la partecipazione al Campionato Giovanissime con almeno una squadra di calcio femminile).
- Parliamo di giornalismo sportivo: quali sono i modelli ai quali ti ispiri e perché?
Personalmente, non mi ispiro a nessun modello anche se ho delle preferenze di figure televisive in emittenti regionali (Paolo Del Genio) ma, generalmente, da un punto di vista di scrittura, noto solo grandi copia-incolla e strafalcioni grammaticali e sintattici.
- Calcio femminile: chi è la squadra favorita per il titolo? Dove vedi Napoli?
La società favorita su tutte per il tricolore è, senza dubbio, la neo-nata Juventus Femminile (affidata alla ex calciatrice Rita Guarino) che, nell’estate appena trascorsa, ha acquisito il titolo sportivo del Cuneo e sta partecipando alla massima serie senza partire dalla C, vincendo già le prime due gare. Questa situazione ha creato molti rumors, a partire dal Presidente del Torino che non ha particolarmente gradito questa mossa. La Juventus, affiliata alla maschile degli Agnelli, si è mossa sul mercato in maniera fulminea ed oculata, prelevando le migliori calciatrici in circolazione dal Brescia e dal Verona e, così creando, un mix altamente competitivo che dovrebbe vincere il campionato a mani basse, anche a discapito della Fiorentina campione d’Italia in carica, impegnata su due fronti (campionato e Champions League). Tra le società che rappresentano il Sud Italia, c’è la Res Roma (da anni) e il neo-promosso Pink Bari (che ha vinto lo spareggio promozione solo ai rigori a discapito della Roma in un finale di torneo entusiasmante). Per quanto riguarda casa nostra, il Napoli Femminile, nato il 29 giugno del 2017 dalla fusione tra Napoli Dream Team e Napoli Calcio Femminile (Carpisa Yamamay) rappresenterà la Campania, per riportare il calcio femminile partenopeo ad alti livelli. La rosa è composta tra un mix delle atlete più forti di tutta la Regione e ciò, alla distanza, si vedrà. Nello stesso girone (cioè il D), ritroviamo il retrocesso Chieti Femminile del tecnico Di Camillo e quella Roma Calcio Femminile che da tre stagioni è alla ricerca di risalire nella massima serie, affidata al neo-tecnico Piras che vedo favorita su tutte. Attenzione al neo-promosso Catania Femminile ed alla Lazio Women di Manuela Tesse. Ci sarà da divertirsi!
- Che consigli ti senti di dare a chi vuole intraprendere la carriera di giornalista sportivo?
Per chi volesse intraprendere la carriera di giornalista sportivo, mi permetto di consigliare (dopo ben dieci anni di esperienza) di muoversi per passione e di avere tanta forza e voglia, in un ambiente spesso ostico e con giornali e web che non pagano quasi mai il dovuto corrispettivo. Fatevi sempre rispettare!
- Un saluto ai lettori di Pop Up..
Un saluto affettuoso agli amici di Pop Up. Un grazie particolare all’organizzatore dell’evento, il Dott. Francesco Corvino.
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