Tecnologia e food: una rapida evoluzione

La tecnologia non si mangia si diceva una volta, ma siete proprio sicuri che le cose siano sempre così? I tempi cambiano in fretta, taluni modi di dire sembrano rimanere eterni ma altri paiono avere i giorni contati, specie in settori ad alto potenziale tecnologico come quelli del food marketing dove a farla da padrone è un’innovazione tesa ad incentivare le start-up che hanno come priorità quella di migliorare l’esperienza utente, dal processo di acquisto a quello di consumo passando per quello inevitabile di produzione. Avreste mai pensato che per mangiare ci sarebbe stata la necessità di passare per uno smartphone? Magari molti di voi stanno già maledicendo quello che sembra un passaggio necessario non più per stare al passo con i tempi, ma semplicemente per fare operazioni elementari come cibarsi, scegliere un piatto-preferenza in un menù e quant’altro concerne un settore che, per molto tempo, è stato per così dire dominato e presidiato da logiche e dinamiche puramente tradizionali.

Ad ogni modo la tecnologia non conosce soste ed il suo essere pervasiva e sempre più portabile a fronte di una facilità di utilizzo agile ed accomodante è una costante in crescita su cui si basa la sua infiltrazione crescente tra la popolazione come la sua diffusione incalzante e sapete cosa? Può far divenire il marketing un’ esperienza ancora più coinvolgente rispetto a come l’abbiamo intesa e concepita sino ad ora.

La tecnologia che si mangia

Applicazioni sempre più immediate ed user friendly soddisfano così molte delle operazioni quotidiane prima delegate a ben altre azioni vuoi fisiche vuoi burocratiche: insomma sono quel tramite che fa da ponte tra tecnologia, una volta amena ai meno esperti, e finalità, e dalla cui appunto facilità di utilizzo dipende il successo e non ultimo il loro corrispettivo utilizzo. Presto altri dispositivi si interfacceranno con le nostre esigenze a fronte di un uso così rapido da farci dimenticare di aver adoperato una tecnologia per farlo. Se temevate l’invasione da parte di quest’ultima, si è trattato solo di un passaggio, una fase per così dire da giudicarsi come intermedia posta tra la precedente, analogica, e quella fondata interamente sul digitale, ove nel mezzo si poteva ancora scegliere ma soprattutto riuscire a distinguere. Terrorizzati? Ma no, dai, non temete.. l’obiettivo è trattare la tematica del food marketing solo con lo scopo di tranquillizzarvi. Siamo infatti qui apposta per farvi pensare al contrario, si tratterebbe altrimenti di un nonsense senza capo ne’ coda mentre, invece, su questo canale è nostro unico interesse guidarvi nelle scelte più oculate inerenti il fare marketing redditizio per aziende ed utenti privati, eliminare ogni problema di sorta/criticità ostacolante, ed indicare come suggerire i servizi-prodotti migliori in questa prospettiva e perché no al contempo divertirci pure visto che siamo innanzitutto degli appassionati, ma anche degli irriducibili consumatori. D’altronde il consumismo ci costringe ed impone inevitabilmente ad evolverci comunque e nostro malgrado insieme e parallelamente alla tecnologia se non altro fin quando l’alternativa non sarà tornare a cacciare come facevano atavicamente i nostri antenati, suvvia, poi in definitiva trattasi di un approccio evolutivo meno stressante che giocare con la sopravvivenza; meglio apprendere l’uso di un’ applicazione mobile piuttosto che sperare che una lancia vada a segno su una qualche bestia feroce, pena altrimenti il rischio potenziale sempre presente di finire sul suo menù, non credete anche voi?

Italia e food marketing: una missione speciale

L’Italia è una repubblica fondata sul cibo e la moda… non recita così oramai anche la nostra costituzione? Potrebbe rivelarsi quantomeno un suggerimento in vista di prossime revisioni o meglio una carta d’identità a cui il nostro paese è storicamente fedele e che lo vede presidiare da tempo ai vertici delle reciproche categorie commerciali a livello mondiale e non è certo un segreto ma un vanto che esse la contraddistinguano elevandola a livelli di eccellenza ed unicità al cospetto degli altri paesi.

Il confronto tra di essi si gioca sul complesso campo tradizione, la qualità ed il design del cibo e della moda indi ragion per cui capirete bene che il nostro ha una missione speciale finalizzata al dover rendersi unico ed originale in questo settore quello del food marketing così contemporaneo e moderno ma anche complesso che contempla tantissimi aspetti del marketing collegati a questi beni da cui tutti siamo in un qualche modo legati e dipendenti.

Cos’è il Food Marketing?

Definire cos’è il food marketing per il settore che rappresenta ovvero quello del cibo ad esso intrinseco è difficile da inquadrare: il rischio che si corre è di risultare riduttivi ed al contempo poco informati, perciò ci addentreremo progressivamente sino nei meandri più reconditi di questa tematica parimenti a come facciamo con tutte quelle presenti su questo blog con lo scopo di renderle di vostro interesse, ma soprattutto di utilità quando applicate.

In visione neanche tanto futura trattasi di un settore, quest’ultimo, in veloce espansione su cui può ruotare il successo come il riscatto del nostro paese il quale potrebbe conclamarsi come eccellenza a riguardo, data l’autorevolezza rispetto alla materia prima che il marketing dovrebbe rappresentare, e Pop Up Magazine sempre attento alle tendenze più innovative e le novità più hot in questo settore che non poteva certo mancare.

Storytelling e Food Marketing

Raccontare il cibo passando per la tradizione senza dimenticare le origini che si intrecciano con il vissuto ed il passato ha origini ben salde nelle trame del nostro vissuto in cui esperienza e memoria storica di fondono in un prodotto che agisce su tutti i sensi. Ad essere coinvolti sono l’odorato, la vista, il tatto; tutti fanno capo all’unisono, alla voce afferente il gusto e ci vede tutti coinvolti immuni, marketer compresi.

Le storie emergono preponderanti dal nostro territorio quasi spontane ed è il momento di lasciare che si raccontino nella loro unicità, figlie di una matrice esclusiva connaturata al nostro essere italiani, orgogliosi abitanti di un luogo in cui il buon cibo è intessuto ad usanze e costumi caratteristici che si differenziano in base alle geografie ed alla storia delle regioni, ciascuna con la propria linea diacronica e con il corrispettivo potenziale sincronico.

Su questo filone si costruisce il “futuro della tradizione”, che può apparire come una contraddizione in termini, ma non è affatto così.

Food design, cos’è?

Sicuri di sapere proprio tutto sul design del cibo? Nel mio caso per quanto avessi quotidianamente sotto gli occhi i risultati della sua applicazione, stentavo a riconoscerne le implicazioni. Facciamo qualche esempio? Pensate alla forma della pasta, ai bastoncini di pesce così invitanti quel tanto che basta da convincere anche il più reticente dei bambini a mangiarli, e vi si aprirà un mondo così esplicitato che se non vi si è palesato attraverso questa chiave di lettura, ebbene ha centrato in pieno il suo obiettivo, ossia quello di sedurvi con la forma, il design dello stesso al fine di essere consumato implicitamente.

Se il pesce genera risposte avverse cambiata la forma una volta trasformato in bastoncino, eccolo pronto a convincere anche il più reticente dei bambini. Il design trasmuta la materia prima fino a farla diventare invitante e seducente ai nostri occhi prima ancora di coinvolgere il nostro gusto, muove dal desiderio inconscio, inducendo la voglia dell’assaggio bypassando la consapevolezza, attiva la curiosità, il nostro bagaglio emozionale e fa leva sul linguaggio programmato insito nella nostra mente che come è risaputo guida tante delle nostre scelte.

Può persino caricare di appeal un cibo che originariamente è addirittura dall’aspetto riluttante ma dal sapore invece squisito: insomma sfrutta la forma per stimolare altre pulsioni che ci spingono a consumare cibo che altrimenti scarteremo.

Pensate alla pasta, alimento artificiale a cui sono state attribuite le forme più svariate, familiari ed archetipe come la ruota, l’ellissi, ecc; i richiami mi paiono evidenti.

Conclusioni

Più che di giungere a delle conclusioni con questo post, diamo inizio alla trattazione su questo blog di un ambito affascinante come quello del food marketing, perciò restate sintonizzati cosicché ne “gusteremo” delle belle e nel frattempo spero di aver stimolato quel tanto che basta il vostro appetito in fatto di curiosità per un argomento che dovrebbe prospettarsi quanto meno così buono da presagirsi, come una specialità da essere assaporata.

Quindi papille gustative a parte drizzate la antenne in visione dell’uscita del prossimo post.