Le dichiarazioni di Bill Gates sui robot utilizzati sul lavoro

Ce lo vedete Bill Gates sindacalista? Bill Gates-robot: mai ci saremmo aspettati una così dura presa di posizione da parte di chi ha contribuito alla loro ascesa. Il fondatore di Microsoft ha infatti suggerito di tassare i profitti delle aziende che utilizzano i robot al posto del lavoro umano. Una tassa sull’automazione che potrebbe scoraggiare la non assunzione di personale. Le parole di Bill Gates fanno riferimento alla pubblicazione di un report da parte della società McKinsey. A tale proposito, infatti, l’ex boss di Microsoft ha dichiarato: <<Oggi, l’operaio specializzato di una fabbrica ha uno stipendio lordo di 50.000 dollari, che viene tassato per la previdenza sociale. Se un robot compie lo stesso lavoro, allora si potrebbe tassare allo stesso modo l’impresa>> ed ha aggiunto: <<Ci sono molti modi per prendere quella produttività extra e generare più tasse ed è interessante che qualcuno inizi a parlarne>>. La discussione è nata dopo che le ricerche, eseguite dalla società di consulenza McKinsey, hanno messo in evidenza un dato davvero interessante: il 49% di tempo dei lavoratori potrebbe essere gestito attraverso dei robot. L’idea di tassare i proprietari dei robot non è venuta soltanto a Bill Gates ma era già stata discussa dai governi dell’Unione europea, che avevano vagliato anche l’ipotesi di utilizzare i proventi della tassazione per pagare la formazione dei lavoratori che perdono il lavoro. Tuttavia, alla fine l’idea è stata procrastinata e molti di essi continuano a chiedersi se, nel prossimo futuro, saranno sostituiti dalle macchine.  

automazione

La ricerca McKinsey: automazione fa rima con disoccupazione?

La dura presa di posizione di Bill Gates sui robot e il lavoro in azienda deriva da un report lanciato dalla società di consulenza McKinsey. L’indagine compiuta dalla società ha dimostrato che nei prossimi dieci anni l’automazione riguarderà quasi tutti i lavori con livelli di incidenza differenti, in base al settore lavorativo. Secondo Michael Chui, partner di McKinsey, l’automazione sta trasformando il lavoro e questo è confermato dai dati della ricerca.

Egli, infatti, ha affermato:

<<L’anno scorso, abbiamo mostrato che tecnologie attualmente esistenti possono automatizzare il 45 per cento delle persone che sono pagate per eseguire le attività e che circa il 60 per cento di tutte le occupazioni può vedere il 30 per cento o più dei loro addetti ai lavori sostituiti da attività automatizzate>>.  

Quasi un quinto del tempo trascorso nei luoghi di lavoro degli Stati Uniti coinvolge persone che svolgono attività fisica oppure utilizzano dei macchinari. Si tratta di lavori che prevedono delle azioni specifiche, secondo delle impostazioni ben note, dove le modifiche sono relativamente facili da prevedere. Attraverso l’adattamento e l’adozione delle tecnologie attualmente disponibili è possibile automatizzare tali attività fino al 78 %. Tale percentuale scende al 30% se si considera un lavoro come il rappresentante del servizio clienti, poiché l’utilizzo dell’automazione non è ancora in grado di gestire le esigenze di utenti sofisticati. Infatti questo ha il potenziale tecnico per l’automazione, ma i rappresentanti del servizio clienti ritengono che la fattibilità sia inferiore al 30%. Il potenziale varia tra società pure. Il nostro lavoro con i produttori rivela una vasta gamma di livelli di adozione — da aziende con utilizzo incoerente di automazione a quelli completamente automatizzati, per utenti abbastanza sofisticati.

automazione cucina

E se MasterChef lo vincessero i robot?

Un altro settore dove l’automazione potrebbe tagliare posti di lavoro è quello della ristorazione. Sempre secondo l’analisi compiuta dalla McKinsey, il 73 % delle attività svolte nel campo della ristorazione può essere automatizzato: dalla preparazione dei pasti fino alla loro erogazione. Chef ed addetti ai tavoli potrebbero essere rimpiazzati da dispositivi automatici o mense automatizzate, che già sono in uso in alcune realtà ristorative innovative. Alcuni ristoranti stanno già testando delle soluzioni inedite come l’ordinazione self-service. Soluzioni come i robot che preparano hamburger danno ulteriore slancio alla preparazione automatizzata degli alimenti. Queste machine, infatti, consentono di dare nuovo slancio alla food economy, grazie alla possibilità di assemblare e cucinare 360 hamburger in un’ora oltre che svolgere una serie di attività che spaziano dalla preparazione alla cottura dei cibi. Tuttavia, prima di parlare di un’automazione di massa, ogni impresa deve fare bene i conti valutando i costi ed i benefici dell’automazione. Nel caso delle attività ristorative, infatti, chi lavora in cucina guadagna mediamente 10 dollari all’ora. Quindi, investire centinaia di migliaia di euro per un robot da cucina con l’unico scopo di ridurre i costi del lavoro umano non sarebbe poi tanto conveniente.

A seguito della discussione Bill Gates-robot, ci aspettiamo nei prossimi giorni delle repliche da parte di colossi come Uber o Amazon, che hanno fatto dell’automazione del lavoro il loro punto forte.