Attentati a Parigi e marketing

A neanche 72 ore di distanza dagli attentati e dalle esecuzioni di venerdì notte, ore in cui la Francia e l’Europa intera stanno ancora facendo la conta dei morti, ecco apparire online i primi prodotti a tema Pray for Paris (#PrayforParis, per chi non lo sapesse, è stato l’hashtag, lanciato su Twitter, a pochi minuti dai tragici avvenimenti).

Su Ebay, oggi, troviamo adesivi, calamite, spillette, magliette e felpe tutti a tema Pray for Paris.

Oltre ad Ebay, abbiamo scovato un sito inglese, che ha lanciato una linea di abbigliamento studiata per l’occasione.

Troviamo proprio di tutto: magliette unisex, vestitini da donna, felpe, cappelli, borse e perfino giacche.

In homepage la società Pray For Paris, dichiara che il 20% dei profitti, verrà donato in beneficienza alla Croce Rossa francese.

Beneficienza o utilizzo della tragedia a fini marketing?

Personalmente, vorrei esimermi dal giudicare, e vorrei farlo fare a voi lettori di Popupmag, di cui leggo sempre ben volentieri le impressioni.

Oltre che prodotti in vendita, navigando su Facebook, ho letto di una nota rivista francese che si occupa di fai da te, che ha pubblicato un piccolo tutorial sul come realizzare dei portacandele in cartoncino, sempre a tema Pray for Paris.

Parliamo di Marie Claire Idées.

L’idea, come dicevo, non prevede alcuna vendita, solo un semplice tutorial, ma nonostante questo, i lettori della rivista non hanno apprezzato, o almeno, non tutti.

Screenshot_2015-11-15-16-38-40[1]Screenshot_2015-11-15-16-39-12[1]C’è chi lamenta il fattore linguistico, ovvero che sia stato scritto Pray for Paris e non Priez pour Paris, o chi addirittura reputa di cattivo gusto l’idea di proporre un portacandele a tema, dato il momento di difficoltà per il Paese.

E poi c’è chi, nonostante non si tratti di vendita, la vede proprio come mera operazione commerciale per accaparrare lettori, tramutabili in clienti reali per la rivista cartacea.

Anche su questo non mi esprimo, e sono nuovamente a chiedere la vostra opinione, cari lettori.

Pensate che la creazione di un tutorial per un portacandele, sia un semplice modo per non dimenticare, o solo un’operazione studiata ai fini di marketing? A voi l’ardua sentenza.

Io traggo le mie conclusioni dicendo che:

Il popolo parigino sa cos’ha provato, a gennaio durante la strage alla redazione di Charlie Hebdo, e sa che significa essere nel mirino, soprattutto a seguito dei 7 attentati di venerdì notte.

Nelle ore appena successive, in cui ancora si stanno contando le vittime, personalmente, penso che le persone che hanno vissuto la tragedia, come anche le loro famiglie, possano sentirsi un po’offesi dall’accoppiata attentati a Parigi e il marketing.

Insomma, se queste iniziative sono state create meramente a fini di lucro, personalmente non la vedo una buona mossa.

Parigi ha bisogno di solidarietà da parte del mondo intero.

Ogni nazione, in questo momento, deve pregare per sè stessa, dato che, secondo le nuove minacce lanciate dall’Isis, i prossimi attacchi potrebbero essere a Roma, Londra e Washington.

Preghiamo per Parigi, e per tutti noi.

Vi riporto un Tweet che mi ha colpito molto:

Credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani… #PrayForWorld #PrayForParis

2 Commenti

  1. Sono sincera, mi sembra proprio di cattivo gusto quello che hanno fatto queste società. Possibile che “ogni buco sia trincea”? Bah…
    Una preghiera ed un pensiero per tutte le vittime, non solo quelle parigine.
    un caro saluto

    • Ciao Sara,
      assolutamente volevo la sincera opinione.
      Io non mi sono sbilanciata perchè devo sempre rimanere imparziale davanti ai fatti.
      Ma, onestamente, anche io lo trovo di pessimo gusto!
      E’ mera speculazione e operazione di marketing, ma penso e spero che sortisca l’effetto contrario.
      Un saluto a te Sara!

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